Il troncone è quello della maxi inchiesta sui conti di palazzo degli Elefanti che riguarda i bilanci preventivi dal 2006 al 2008. Prescritte le posizioni dell'ex ragioniere generale Vincenzo Castorina e dell'ex assessore al Bilancio Francesco Caruso
Buco di bilancio al Comune di Catania Cinque a giudizio ma è pioggia di prescrizioni
In cinque sono stati rinviati a giudizio perché accusati di aver manomesso i bilanci preventivi del Comune etneo mediante «falsità e omissioni». L’accusa per gli imputati Vincenzo Emanuele e Gaetano Tafuri – ex commissario straordinario ed ex assessore al Bilancio del Comune di Catania nella giunta che fu di Umberto Scapagnini -, Francesco Bruno, ex ragioniere generale, e i dirigenti Carmelo Pricoco e Luigi Asero è di falsità ideologica in atto pubblico. L’equilibrio dei conti, secondo i magistrati, sarebbe stato raggiunto alterando le voci della documentazione contabile che inglobava, ad esempio, le previsioni d’entrata della Tarsu, l’alienazione dei beni del Comune e il disavanzo dell’Azienda municipale trasporti. Il Comune nell’ambito del procedimento si è costituito parte civile.
Prescritti invece dopo «il termine massimo – si legge nelle motivazioni della decisione del gup Giacomo Barbagallo – dopo sette anni e sei mesi», i reati contestati all’ex ragioniere generale Vincenzo Castorina e con lui all’ex assessore al Bilancio Francesco Caruso. Estinzione del reato anche per i due dirigenti Santo Cimellaro e Mario D’Antoni, inquadrati all’epoca dei fatti negli uffici Condono edilizio e Servizio entrate.
Un processo sul troncone della maxi inchiesta sui bilanci preventivi in realtà era già iniziato, salvo poi tornare al punto di partenza dopo la ricusazione dello scorso novembre del gup Giuliana Sammartino che si era già occupata della vicenda in udienza preliminare e quindi impossibilitata secondo l’ordinanza della corte d’Appello di Catania a poter giudicare gli imputati.
Un capitolo separato, almeno dal punto di vista giudiziario, è quello che riguarda il processo sui bilanci consuntivi del 2004 e 2005, ormai conclusosi nell’aprile 2014 con l’assoluzione perché «il fatto non costituisce reato» di ben 13 ex assessori delle giunte di Umberto Scapagnini. Ribaltando di fatto l’esito del processo di primo grado in cui gli imputati erano stati riconosciuti colpevoli del reato di falso in bilancio. In secondo grado unico ad essere condannato a un anno e otto mesi con pena sospesa è stato l’ex ragioniere generale Vincenzo Castorina. La posizione verrà vagliata però dai giudici ermellini della Corte di Cassazione dopo il ricorso dei legali Sergio e Guido Ziccone.