A poche ore dalle dimissioni, l'ormai ex tecnico del Catania Giuseppe Sannino svela a MeridioNews il suo stato d'animo. Una decisione sofferta ma necessaria: «Da uomo sono venuto a Catania e come uomo voglio uscirne»
Tra speranze e rimpianti, Sannino saluta Catania «Speravo di fermarmi qui. Vado via da uomo»
Risponde al telefono a poche ore dalla sua decisione di dimettersi. Giuseppe Sannino non è più a Torre del Grifo. Oggi non è più in alcun modo legato alla società gestita da Pulvirenti e Cosentino. Ha detto addio. Come ha fatto negli ultimi tre anni anche a Palermo e Watford.
«Non c’è molto da dire su quel che è successo – racconta a MeridioNews – E se qualcosa dovrà ancora emergere, si saprà magari tra qualche tempo, come le tante cose che a volte vengono fuori dallo spogliatoio. Questo è il vostro mestiere, non il mio. Il mio è stato sempre quello di fare l’allenatore». Ciò a cui tiene di più, motivo per cui nulla vuole aggiungere, lo ripete tre o quattro volte: «Nel mio lavoro mi sono sempre scontrato da uomo, è il mio carattere. Da uomo sono venuto a Catania e come uomo voglio uscirne».
Lascerà Catania nei prossimi giorni, portando con sé quel che la città e la sua gente gli ha regalato: «Quel che mi interessa è avere conosciuto delle belle persone e una città stupenda, straordinaria, che mi è piaciuta da morire. L’ho vissuta poco ma ci ho corso tanto. Come sapete, la corsa è la mia passione».
Del Catania parla poco, chiaro e schietto: «Ormai sono vecchietto e progettavo di fermarmi qui. Spero però che la mia scelta possa essere la pietra miliare per ricostruire qualcosa di importante, per ridare serenità al Catania e ai catanesi. Ai tifosi auguro il meglio, questa città ha tutto per essere degnamente in serie A in un prossimo tempo». Va via salutando così, dicendo addio a quel che è stato e solo arrivederci a tutto quel che di caro ha trovato a Catania, ma che non entrava in valigia.
Per chi scrive non è la prima chiacchierata, però è la prima senza guardarci negli occhi. C’era lui al mio primo divieto di entrare a Torre del Grifo, quando mi chiese «Hai trovato chiuso perché sei in ritardo?» provando a rassicurare l’addetto alla sicurezza: «Dai, lui lo conosco, è un giornalista ed entra con me».