Un anno fa era stata firmata la cassa integrazione straordinaria. La crisi della fabbrica risale al 2006. Nel 2009 l'azienda voleva licenziare le sue 75 lavoratrici, lasciando al lavoro solo 40 operai. Una decisione considerata «discriminatoria» contro la quale insorsero tutti i dipendenti
Chiude la Coalma a Palermo Feste infelici per i 45 dipendenti
La crisi fa un’altra vittima a Palermo. Chiude i battenti la Coalma dopo 92 anni di attività. Un anno fa era stata firmata la cassa integrazione straordinaria. Un natale poco felice per i 45 dipendenti che al momento nessuno vuole rilasciare dichiarazioni. Scompare così nel capoluogo siciliano esattamente nella periferia di Sant Erasmo l’azienda ittico conserviera che ha operato in via Tiro a Segno 70, da tre generazioni. La firma di fine-rapporto è stata firmata ieri pomeriggio.
Il marchio storico per la produzione di conserve del pesce azzurro e del tonno di tonnara pescato nel Mar Mediterraneo, fondato nel 1922 da Francesco Macaluso, sarà comunque salvato.
«Siamo riusciti a scongiurare il fallimento, che avrebbe decretato la fine del marchio, che oggi invece può essere riutilizzato – dicono il segretario Flai Cgil Palermo Tonino Russo e Rosi Pennino, della Flai Cgil di Palermo – Siamo riusciti a prevedere anche un piccolo incentivo economico per i lavoratori. Il fallimento infatti avrebbe reso tutto ancora più nero. L’accordo prevede che se la Coalma dovesse riprendere l’attività, dovrà assumere gli stessi lavoratori».
La crisi della fabbrica risale al 2006. Nel 2009 l’azienda voleva licenziare le sue 75 lavoratrici, lasciando al lavoro solo 40 operai. Una decisione considerata «discriminatoria» contro la quale insorsero tutti i dipendenti