L’azienda che si occupa della distribuzione dell’acqua in città, non ha ancora ricevuto i due milioni di euro necessari a sostenere il costo dei 165 dipendenti ex Amia. Il Consigliere di Forza Italia lancia l'allarme di un fallimento sempre più probabile
Amap, conti sempre più in rosso Figuccia:«E le promesse di Orlando?»
«Le bugie del sindaco Orlando sull’Amap hanno le gambe corte». Lo afferma Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia, che attacca il primo cittadino del capoluogo siciliano sul tema dell’Amap, l’azienda che si occupa della distribuzione dell’acqua in città, i cui conti sono i rosso fisso.
«Stamattina, nei locali della Terza Commissione Consiliare, abbiamo incontrato i rappresentanti sindacali presenti dentro l’Amap, che denunciano come le promesse fatte dal sindaco Orlando lo scorso 25 giugno con tanto di comunicazione ufficiale al presidente, al consiglio d’amministrazione ed agli stessi sindacalisti, finora sono rimaste lettera morta.
In sostanza, – si legge nella nota di Figuccia «all’inizio della scorsa estate, Orlando promise che, una volta approvato il bilancio del Comune, avrebbe effettuato un’integrazione al contratto di servizio dei fondi necessari, circa 2 milioni di euro come valutato dallo stesso tecnico del Comune, per pagare i 165 addetti alle caditoie trasferiti dall’ex Amia all’Amap. Finora, però, di questi soldi non c’è alcuna traccia. E se il contratto di servizio con l’azienda di via Volturno non dovesse essere integrato, la stessa Amap correrebbe il serio rischio di fallire».
A rendere la situazione ancora più incandescente c’è anche la questione legata al direttore generale, ruolo attualmente occupato Giuseppe Ragonese, il cui mandato scadrà il prossimo 31 dicembre.
«Finora, i vertici dell’Amap sono andati avanti a forza di proroghe trimestrali, il che non consente una seria programmazione. E anche stavolta c’è il concreto rischio che sarà scelto un altro dirigente interno con un contratto di tre mesi, un periodo di tempo assolutamente insufficiente per fare programmi a medio-lungo termine.
Ciliegina sulla torta, infine, i ricorsi dei lavoratori che vogliono riconosciuta la mansione superiore finora svolta ma su cui l’azienda ha fatto orecchie da mercante, una valanga che rischia di travolgere i conti già traballanti della stessa azienda».