Anche stasera non si è fatto nulla. Tutto rinviato a domani, quando il quorum richiesto si limiterà a 20 consiglieri. Intanto, i fatti denunciati dal Presidente, Totò Orlando, che punta il dito contro la presenza in Aula del vice segretario, Serafino Di Peri, che ha moglie e genero titolari di licenze, finiscono sul tavolo dei magistrati
Il caos del Piano Farmacie del Comune Se ne occuperà anche la Procura
Sono finite sul tavolo della Procura della Repubblica di Palermo le strane acrobazie del Consiglio Comunale sul Piano Farmacie.
Un piano che prevede l’apertura di 29 nuovi punti e che Sala della Lapidi dovrebbe approvare entro la fine di questo mese, pena il commissariamento, che a questo punto non si può più escludere.
Non sono bastati due anni di ricorsi al Tar e di prove di forze tra farmacisti e amministrazione comunale.
Ora ci sarà anche la magistratura ad indagare su quanto successo nel corso della seduta di giovedì sera.
I Consiglieri hanno raccontaro che, verso le 23.30, il consigliere Felice Bruscia (Pid), assistito dal vicesegretario Serafino Di Peri, ha cominciato a chiamare l’appello per poi chiudere immediatamente la seduta per l’assenza di molti colleghi. Mancanza di numero legale, dunque.
Ma le cose non sono così semplici. A questo punto è scoppiato, infatti, il putiferio. Con il Presidente di Sala delle Lapidi, Totò Orlando, che è andato su tutte le furie. Sia lui che altri consiglieri stavano ancora salendo le scale che portano a Sala delle Lapidi, quando i due hanno cominciato a chiamare per l’appello. Non solo «scortesia istituzionale», però.
Orlando ha puntato il dito contro Di Peri. La sua presenza in Aula sarebbe stata del tutto inopportuna, considerato che la moglie e il genero sono titolari di licenza. Il Presidente del Consiglio Comunale, in una relazione durissima inviata al Sindaco, Leoluca Orlando e al segretario generale, Fabrizio Dall’Acqua, ha chiesto ufficialmente che Di Peri non assista più alle sedute sul tema. E ha inviato la segnalazione di quanto accaduto alla Procura.
Insomma, il clima è davvero avvelenato.
E anche oggi, non si è fatto nulla per mancanza di numero legale.
«Era palese l’intenzione di arrivare a domenica, quando il quorum sarà ridotto a soli 20 consiglieri. – dice Angelo Figuccia- Insomma, la maggioranza pasta con le sarde è alla ricerca dell’ingrediente indispensabile, il finocchietto selvatico con cui condire una pietanza, il piano farmacie, che merita di essere approfondito e che non può essere liquidato in poche ore».
Con paste con le sarde il consigliere di Forza Italia indica gli inciuci che denuncia da tempo e che starebbero prendendo forma anche in questa occasione che ha visto uscire dall’Aula consiglieri del Movimento 139, come Rita Vinci e Alberto Mangano, ma anche Filippo Occhipinti dell’Idv.
«Anche io sono rimasto fuori- dice Figuccia- volevo vedere dove volevano arrivare e volevano arrivare, come detto, a domenica con un quorum più basso e senza discussione».