I 28 operai che da ormai 25 anni lavorano per il teatro Massmo di Catania con contratti a termine, sono ritornati ad occupare la struttura. In attesa di nuovi contratti a tempo determinato. «Ma a rischio è anche la stagione 2015, con un ulteriore taglio di fondi del 5 per cento», avverte il sindacato Snalv che rappresenta le maestranze
Bellini, i lavoratori occupano di nuovo il palco «Non vorremmo organizzare il cenone a teatro»
Continuano le proteste degli 28 operai che da 25 anni lavorano come stagionali del teatro Massimo Bellini di Catania: questo pomeriggio è stato occupato il palco dove si stavano eseguendo le prove dello spettacolo Attila. «Speriamo di non dovere organizzare il cenone con le nostre famiglie in teatro, ma di riuscire a stare tranquilli a casa nostra con i nostri affetti», spiega Salvo Agosta, falegname, uno dei manifestanti aderenti alla Snalv, Sindacato autonomo lavoratori e vertenze aderente alla Confsal. Il nodo della vicenda, che si protrae ormai da mesi, è sempre legato alle difficoltà economiche dell’ente.
«Manca il bilancio consuntivo del 2013 che doveva essere approvato entro aprile scorso e di cui non si sa il perché del ritardo. Pochi giorni fa è stato approvato il bilancio preventivo 2014 il cui ritardo, questa volta, è legato a quello della Regione nell’approvare il proprio», spiega un comunicato inviato dai lavoratori. Le cui prospettive di riassunzione con un contratto a termine sono legate alle decisioni che prenderà il presidente del Consiglio di amministrazione, il sindaco di Catania Enzo Bianco, di concerto con il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta.
La situazione critica, avvertono i lavoratori Snalv, potrebbe comunque presentarsi anche nel 2015. «Anche il bilancio preventivo per il prossimo anno, fondamentale per l’organizzazione della prossima stagione, non è stato approvato – spiega il comunicato dei lavoratori – seppure si sa già che ci sarà un taglio del 5 per cento rispetto alla cifra del bilancio 2014, per cui ci saranno a disposizione circa 13milioni e 800mila euro. Somma sufficiente solo al pagamento degli stipendi e all’ordinaria amministrazione». «Speriamo che dalle promesse si passi ai fatti e che chiunque abbia il potere di fare qualcosa lo faccia in tempi brevi. Abbiamo bisogno del contributo di tutti», afferma la signora Cettina Marchese, usciere.