Nel capoluogo siciliano si è registrato negli ultimi tempi un aumento del livello delle polveri sottili. Ma anche il benzene non è da meno. La consigliera comunale del Mov 139, chiede interventi immediati sulla mobilità
Palermo resta capitale dello smog Spallitta:«A rischiare di più sono i bambini»
Polveri sottili, benzene, biossido d’azoto. Continua a peggiorare la qualità dell’aria di Palermo che non a caso è considerata dalle associazioni ambientaliste, la capitale dello smog e dell’inquinamento.
Ma non sono solo le associazioni ambientaliste a rilevare la gravità del fenomeno. Le stesse centraline dell’aria gestite dalla Rap hanno spesso registrato superamenti dei valori limite di Pm10.
Ancora più preoccupante la presenza di un’altra pericolosa sostanza inquinante: il benzene. Nell’ultimo monitoraggio di Legambiente i livelli di questa sostanza registrati in piazza Verdi, in via Maqueda, e in via Roma erano praticamente il doppio di quelli fissati dalla legge
Si respira «mal’aria» dunque a Palermo. E non è un problema filosofico. Che la cattiva qualità dell’aria si ripercuota direttamente sulla salute dei cittadini lo testimonia anche uno studio dell’Iarc, l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms che ha confermato che l’inquinamento dell’aria è anche un potente cancerogeno.
E lo confermano anche recentissimi studi dell’Unione europea, come ricorda Nadia Spallitta, consigliere comunale del capoluogo siciliano (Mov13) che torna a lanciare l’allarme:
«A Palermo si è registrato negli ultimi tempi un aumento del livello delle polveri sottili e quindi un incremento dell’inquinamento atmosferico in alcune parti della città. Si tratta di un fenomeno grave che deve essere immediatamente sottoposto ad un adeguato controllo al fine di ridurne portata ed effetti.
Recenti studi effettuati dall’Unione europea -sottolinea Spallitta- hanno confermato il collegamento tra l’inquinamento atmosferico e le malattie respiratorie e tumorali. In particolare alcuni studi aggiornati al 2013 (in occasione dell’Anno dell’aria, calibrati su città quali Roma, Napoli e Palermo) hanno accertato un aumento dell’8% di casi di decessi per tumori polmonari derivanti dallo smog».
A pagare sono soprattutto i bambini che subiscono livelli di esposizione più elevati agli inquinanti e sono quindi più vulnerabili:
«L’inquinamento atmosferico – aggiunge la consigliera comunale-ha determinato un aggravarsi delle condizioni di salute generali, soprattutto dei bambini per i quali si registrano una riduzione della funzionalità polmonare, forme acute di otite, basso peso alla nascita ed una serie di malattie croniche. Sempre ai bambini è rivolta la ricerca “Sentieri kids”, che ha dimostrato come nelle aree contaminate e ad alto inquinamento, si registra un rischio di mortalità più alto del 4-5% per i bambini».
Ad ogni incremento degli inquinanti atmosferici corrisponde un aumento della mortalità, delle malattie respiratorie e degli attacchi d’asma, strettamente collegati al superamento dei livelli di PM10. Sono stati pubblicati anche i risultati dello studio Escape che hanno confermato gli effetti delle polveri sottili sulla salute.
«L’Unione europea invita città come Palermo a progettare azioni strutturali e permanenti rivolte alla riduzione dell’inquinamento. Alla luce di questi dati è indispensabile, a mio avviso,- dice Nadia Spallitta- rivedere la mobilità urbana che deve evitare il concentramento del traffico in alcune parti della città.
«E’ indispensabile, di fronte alla cementificazione e alla forte urbanizzazione della città riprogrammare e ricostituire aree di verde e parchi, indispensabili oggi per la qualità della vita e per la tutela della salute dei cittadini. Valuterò la possibilità di presentare un’interrogazione per conoscere quale sia il percorso che l’Amministrazione intende intraprendere per ridurre il fenomeno».
Insomma, anche se il Comune di Palermo, con l’istituzione delle isole pedonali in zone altamente inquinate come via Maqueda, sta tentando di arginare il fenomeno, ancora c’è molto da fare.
Legambiente ad esempio chiede di promuovere l’utilizzo delle biciclette. A Palermo ogni cittadino ha a disposizione appena 62 centimetri di pista ciclabile. Sui 19 chilometri ciclabili che sulla carta ci sono in città solo 4 sono a norma.
Indispensabili, dunque, azioni strutturali sulla mobilità urbana, come una valida alternativa di trasporto pubblico che scoraggi i palermitani ad usare i mezzi privati. l capoluogo siciliano è tra i peggiori in Italia su questo fronte, sia per l’alto tasso di motorizzazione privata, sia per la qualità del parco auto.