Figuccia: il Bilancio? «Una pasta con le sarde» Il bando natalizio?«Si cercano consensi, mentre si aumentano le tasse»

Il Bilancio del Comune? «Una pasta con le sarde». L’opposizione? «Vanno in Aula per garantire il numero legale». Orlando? «Un democristiano doc, camaleontico per antonomasia ». Le tasse? «Gli sprechi non si toccano, pagano i cittadini».

Angelo Figuccia, Consigliere Comunale di Forza Italia nel capoluogo siciliano, a pochi giorni dall’approvazione del Bilancio, che proprio non gli è andato giù, è più effervescente che mai. Intervistato da Meridionews, non risparmia critiche a tutto campo all’amministrazione Orlando e ai Consiglieri di Sala delle Lapidi. 

In Città si vocifera che lei sia uno dei pochi rimasti a fare opposizione. E’ vero?

«Assolutamente vero. Sono stato eletto dai miei cittadini per fare opposizione e prendo questo ruolo molto sul serio. Conosco Orlando da 40 anni, abbiamo militato nella Dc insieme. Sarebbe più facile per me andare  in giro a braccetto con lui, ma non è questo che si aspettano i miei elettori». 

Ci sta dicendo che gli altri esponenti dell’opposizione vanno a braccetto con Orlando?

«Sto dicendo che gli altri fanno una finta opposizione. Prendiamo il caso dell’approvazione del Bilancio. L’opposizione è servita solo a garantire il numero legale necessario all’approvazione del documento. A vincere è stato l’attaccamento alla poltrona. La non approvazione dei conti comunali, infatti, avrebbe portato allo scioglimento di Sala delle Lapidi, e poiché molti di loro sanno che non sarebbero mai rieletti, ecco servita la pasta con le sarde». 

La pasta con le sarde?

«A Palermo, con questa espressione, non indichiamo solo la tipica pietanza culinaria, ma la usiamo anche per parlare di inciuci, di combinazioni particolari d ingredienti insomma».

Ma cosa non le piace di questo Bilancio?

«Da dove cominciamo? Ecco, ho trovato: si aumentano troppo le tasse ai palermitani. Le sembra poco?». 

Il Sindaco Orlando però è stato chiaro. Ha parlato di tagli micidiali nei trasferimenti statali e regionali che non hanno lasciato scelta. Non è così?

«Certo, questo è assolutamente vero. I tagli ci sono stati e sono stati pesanti. Ma non è vero che non c’era altra scelta. Il punto è che non si tagliano gli sprechi, quindi si aumentano le tasse. Il Sindaco vuole fare tutto e il contrario di tutto». 

Ci faccia qualche esempio di questi sprechi.

«Da dove cominciamo? Da Villa Niscemi? Sa quanto costa mantenere quella sede? Tantissimo. Perché non la chiudono? Non solo si tiene aperta, ma si cedono pure le sale, come quella delle carrozze, per ospitare eventi del tutto gratuitamente. Per non parlare dei 70 dipendenti che stanno lì a servizio del Sindaco e che magari si potrebbero occuparsi di servizi più importanti per i cittadini. Ma non solo. Vogliamo parlare del bando per le festività natalizie?»

Parliamone.

«Originariamente era prevista una spesa di 100mila euro. Ora siamo già arrivati a 400mila perché i progetti presentati sono 320.  Le sembra normale, in questo momento, spendere tutti questi soldi per finanziare progetti natalizi? E poi chi li valuterà? In base a quale criterio uno sarà considerato buono e l’altro no? Ho fatto una richiesta di accessi agli atti, voglio vederci chiaro. Quello che è certo è che a prevalere è stata la ricerca di potenziali consensi. Una abbuffata generale. Si spenderanno soldi anche per finanziare la sagra della trottola, per dire una cosa, a un tale quartiere, e un’altra attività simile ad altro. C’erano sicuramente altri modi per impiegare quelle risorse».

Ci faccia un esempio.

«Avevo presentato un emendamento che prevedeva proprio 300mila euro per il cantiere municipale dove ci sono 260 persone che non fanno niente. E sa perché non fanno niente? Perché non hanno i soldi nemmeno per la benzina. Dovrebbero occuparsi di piccole manutenzioni negli edifici comunali, comprese le scuole. Ma aggiustare una parete o cambiare un rubinetto in una scuola è un atto dovuto, non porta consensi». 

Altro capitolo sul quale lei è stato molto critico è stato quello delle partecipate.

«Certo. Il Sindaco, ad esempio, ha caricato 162 operai dell’ex Amia sull’Amap, ma non ha fornito le risorse necessarie per pagare gli stipendi. Così l’azienda è costretta ad usare i soldi che sarebbero destinati agli investimenti e a reperire altri fondi dal proprio bilancio rischiando il crac. Che politica è questa?»

Pare di capire che, secondo lei, Orlando il Sindaco non lo sa fare più. E’ così?

«Il Sindaco lo sapeva fare ai tempi delle vacche grasse, quando c’erano soldi in abbondanza da spendere». 

Proprio negativo a 360 gradi il so giudizio?

«Guardi io giudico i fatti. Per il resto, ripeto, conosco Orlando da 40 anni e siamo amici. Abbiamo militato insieme nella Dc, ma ora siamo in due squadre diverse. Lui è un democristiano doc, un camaleonte».

Che vuol dire?

«Voglio dire che pur di soddisfare le sue ambizioni stringe le mani di destra e sinistra. Come è stato eletto all’Anci regionale? Anche con i voti del centrodestra».

Vero, secondo lei, che adesso aspira alla candidatura per la Presidenza della Regione?

«Vero. E farà la stessa cosa. Non dimentichiamo che, caso unico in Italia, Orlando è stato Sindaco per cinque volte a Palermo. Lo è stato anche nel 1985 quando i Sindaci venivano eletti dal consiglio comunale e a Palermo era praticamente impossibile, diventare Primo cittadino, senza i voti della Dc di Salvo Lima. Lo stesso nel ’90, anche se in quell’occasione farà il Sindaco solo per due mesi per poi tornare nel 93 con la Rete, con gli amici di sinistra».


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