Appuntamento al futuro

Il lancio europeo della nuova console di Sony è finalmente una realtà. E in seguito ad un felice accordo fra Elco – Trony e la locale Università degli Studi, a veicolarne parte della promozione è la campagna pensata da un gruppo di studenti coordinato dall’architetto Elio Cumitini, professionista affermatosi in un campo, quello della grafica e della comunicazione pubblicitaria, sempre più decisivo per il successo di un’azienda. Gli abbiamo fatto alcune domande a proposito del riuscito corso di grafica pubblicitaria da lui diretto, nell’ambito del programma di Medialab, che si rinnova, sempre più articolato, ormai da quattro anni.

C’è stata una vera campagna pubblicitaria. Che giudizio dà dell’esperienza complessiva?
Sono ottimista, particolarmente riguardo all’apporto di quanti, nella fase della pre-produzione, hanno espresso una condotta che, solo apparentemente passiva, ha ugualmente contribuito ad indicare una strada, indirizzare delle energie…

E’ dunque dell’opinione che la perfetta orchestrazione di un team sia un dato più significativo, rispetto alla consistenza, più o meno tangibile, dell‘iniziativa individuale?
Assolutamente.

Crede che un testo non indovinato possa andare facilmente a detrimento delle immagini che lo accompagnano o la forza di queste non è compromessa in nessun caso?
Un visual perché funzioni ha bisogno di un testo efficace, che eserciti la malìa propria della letteratura. Un buon copywriter dovrebbe essere molto colto…

Cosa è cambiato nel modo di fare comunicazione?
Un tempo il creativo era incontrastato demiurgo, oggi quella che conta è l’agenzia.
Oliviero Toscani ne è stato un esempio, con Benetton… nelle immagini che firma è assente qualsivoglia esplicito riferimento al prodotto.
Con un marchio così forte è un genere di operazione che funziona.

Come descriverebbe le cose nel nostro Paese?
Se sulle ceneri di un’attività commerciale di piccolo cabotaggio sorgono franchising deve, evidentemente, cambiare l’atteggiamento verso il settore della comunicazione pubblicitaria.

Cosa consiglia di fare a chi voglia intraprendere questa strada?
Di cominciare riprogettando vecchie campagne, senza trascurare il  significato che assumono il talento e la professionalità in qualunque  cosa non sia l’esecuzione pedissequa di un compito.

Difficile dargli torto. E nell’augurarci che le cose abbiano un seguito, vi presentiamo le ipotesi del progetto che non hanno visto la luce e che testimoniano, insieme alle parole del suo curatore principale e alla campagna stessa, il genuino impegno profuso dai quindici ragazzi che vi hanno preso parte.


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