Foto dal profilo Instagram di Giuseppe Piraino

Sospeso il pignoramento per l’imprenditore palermitano che ha denunciato il pizzo. L’avvocato: «Indebolito il brutto messaggio che era passato»

Si tratta di una sospensione temporanea, ma per l’imprenditore palermitano Giuseppe Piraino è già qualcosa. Il tribunale di Palermo ha sospeso il pignoramento per un credito che Edilcassa vanta nei confronti di Mosina Costruzioni srl, di proprietà dell’imprenditore edile palermitano Giuseppe Piraino. Edilcassa è un ente costituito al 50 per cento da rappresentanti degli artigiani edili Anaepa Confartigianato e per l’altro 50 per cento dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Praticamente Piraino deve a Edilcassa circa 168mila euro a titolo di contributi di previdenza sociale per i lavoratori occupati in Mosina Costruzioni da aprile 2022 a luglio 2022. Edilcassa ha azionato il credito, cioè ha intrapreso un’azione per recuperare il credito che gli spetta; azione che ha prodotto un decreto ingiuntivo. Visto che con quest’azione Edilcassa è riuscita a recuperare soltanto 14mila euro e considerata una «condizione di perdurante impossibilità di adempiere le obbligazioni assunte» – scrive l’avvocata dell’ente nella richiesta di liquidazionein un altro procedimento Edilcassa ha appunto presentato contro la società di Piraino un’istanza di fallimento. C’è da ricordare una cosa, però: in tre occasioni Piraino ha denunciato le richieste di pizzo da parte di Cosa nostra: la prima nel 2018, quando la sua società stava ristrutturando un immobile nel quartiere del Capo; la seconda nel 2020 nel quartiere Borgo Vecchio; poi nel 2022 nel quartiere Brancaccio.

Come si ricorderà, le prime due denunce hanno avuto anche un’eco mediatica rilevante. Nel primo caso dal video registrato dall’imprenditore si apprende che – per intimidire gli operai – l’esattore avrebbe buttato i lavoratori fuori dal cantiere, finché il loro capo – cioè Piraino – non si fosse messo in regola; nel secondo all’imprenditore è stato chiesto «un pensierino per noi che facciamo la festa qua» e «una carta da 500 euro, così lei si fa questo lavoro bello tranquillo». Il fatto di aver denunciato il pizzo non è un elemento di contorno in questa vicenda processuale, perché in entrambi i procedimenti che vedono contrapposti Edilcassa e la società di Piraino il legale dell’imprenditore – l’avvocato Ugo Forelloha basato la difesa del suo cliente su un elemento: essendo stato Piraino vittima di racket, ha diritto alla sospensione della posizione debitoria per due anni nei confronti dei debitori e per tre anni nei confronti del Fisco. E questo per effetto della legge 44 del 1999, che tutela gli imprenditori e le imprenditrici vittime di racket.

«Il 23 ottobre – dice Forello a MeridioNews – nell’ambito del procedimento sul fallimento ci sarebbe dovuta essere la nomina del perito che dovrà valutare i crediti e le posizioni debitorie che sono immediatamente esecutive». Ma l’udienza «è stata rinviata al 12 dicembre, perché una settimana fa è stata depositata la sentenza con la quale nell’altro procedimento la giudice Turco ha sospeso il pignoramento». Il tribunale ha riconosciuto che, in quanto vittima di estorsione, Piraino può beneficiare degli effetti della legge 44 del 1999. «La ratio del beneficio della sospensione – scrive la giudice Claudia Turco nella sentenza – poggia sull’esigenza di consentire al debitore di riprendere a consolidare l’attività produttiva della sua impresa, compromessa dai reati di cui è stata vittima». Secondo Forello, «l’azione esecutiva di Edilcassa non poteva e non può proseguire. La decisione della giudice – continua il legale – completa e rafforza la nostra posizione».

«Il pignoramento, quindi, è sospeso e non è valido – sottolinea Forello – perché i crediti originari non sono scaduti. Questo per via dell’effetto della legge 44 del ’99». E nella sentenza della giudice Turco si legge che «detta sospensione, dunque, sterilizza temporaneamente il credito, che pertanto va considerato ‘non scaduto’, sottraendo all’esecuzione il suo principale presupposto, ossia l’esistenza di un credito scaduto», cioè la ragione avanzata da Edilcassa. Ma l’ente può fare ricorso? «Se loro vogliono, possono fare appello», dice Forello, che qualche giorno fa si è augurato che Edilcassa faccia le sue scuse a Piraino; scuse che «non sono arrivate ancora». Secondo quanto dice l’avvocato dell’imprenditore al nostro giornale, l’intenzione di Piraino è quella di onorare i debiti che ha verso Edilcassa, operai e fornitori. «La sospensione del pignoramento – dice Forello – può dare all’imprenditore la possibilità di riprendersi da una situazione di crisi che è dipesa da più fattori», su tutti «le estorsioni e il blocco della cessione dei crediti legati al Superbonus 110%». Ma c’è anche un’altra questione, magari meno pratica e più simbolica. «La decisione della giudice indebolisce un brutto messaggio che era passato – conclude il legale di Piraino – e cioè che denunciare la mafia può crearti problemi e difficoltà, per cui sarebbe quasi meglio pagare il pizzo».


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