Se il presidente ardizzone non si inventera' un ennesimo rinvio, l'aula si dovrebbe pronunciare entro questa settimana sulla titolare della formazione professionale. Che potrebbe dimettersi per evitare di finire 'impallinata' in aula. Problemi anche per il titolare dell'assessorato al lavoro, giuseppe bruno
Ars: oggi la conferenza dei capigruppo si pronuncia sulla censura all’assessore Scilabra
SE IL PRESIDENTE ARDIZZONE NON SI INVENTERA’ UN ENNESIMO RINVIO, L’AULA SI DOVREBBE PRONUNCIARE ENTRO QUESTA SETTIMANA SULLA TITOLARE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE. CHE POTREBBE DIMETTERSI PER EVITARE DI FINIRE ‘IMPALLINATA’ IN AULA. PROBLEMI ANCHE PER IL TITOLARE DELL’ASSESSORATO AL LAVORO, GIUSEPPE BRUNO
In un’atmosfera da ultimi giorni di Pompei – con mezza Sicilia in rivolta (ormai sono decine le categorie sociali della nostra Isola lasciate senza soldi dall’accoppiata Governo Crocetta-Governo Renzi: non a caso oggi formatori e forestali scenderanno in piazza) – si riunisce, oggi, la conferenza dei capigruppo dell’Assemblea regionale siciliana. All’ordine del giorno c’è il calendario dei lavori parlamentari.
Chiusa la vicenda delle elezioni regionali di ‘recupero’ in provincia di Siracusa – che si sono concluse, com’è noto, con una secca sconfitta per il senatore Giuseppe Lumia e per il presidente della Regione, Rosario Crocetta – i capigruppo di Sala d’Ercole dovranno decidere che cosa fare.
L’argomento più serio dovrebbe essere la mozione di censura per l’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. In realtà, le mozioni di censura sono due: una del Movimento 5 Stelle e la seconda dei Partiti di centrodestra. Entrambe con richiesta di dimissioni dell’assessore.
Con rispetto parlando, non vediamo quali altri argomenti dovrebbero avere la preminenza nei lavori di Sala d’Ercole, vista la grave situazione sociale determinatasi in questo settore.
Non si può escludere che il presidente Crocetta, per prendete altro tempo, chieda un ulteriore rinvio della trattazione della censura all’assessore Scilabra. In questo caso la parola passerà al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Che oggi avrà una bella occasione per dimostrare di interpretare il suo ruolo di presidente del Parlamento siciliano restando al di sopra delle parti, o se – in quanto deputato dell’Udc, cioè di una formazione politica che appoggia l’attuale Governo – di uomo di parte.
Insomma, se Ardizzone, oggi, metterà in calendario, entro questa settimana, la mozione di censura, con richiesta di dimissioni, per l’assessore Scilabra (le due mozioni verranno unificate) dimostrerà di essere al di sopra delle parti. Se disporrà un secondo rinvio, invece, dimostrerà di non essere al di sopra della parti e i parlamentari grillini di Sala d’Ercole scateneranno il finimondo (e ne avranno ben d’onde).
Ricordiamo che il presidente Ardizzone ha già disposto un primo rinvio della discussione sulla mozione di censura al’assessore Scilabra. E l’ha fatto, qualche settimana fa, con la scusa delle già citate elezioni regionali di ‘recupero’ andate in scena domenica scorsa Rosolini e Pachino, in provincia di Siracusa. Una scusa tutto sommato accettabile.
Ora, però, di motivi per rinviare non ce ne sono più: a meno che tali motivi non siano frutto di pressioni politiche: per esempio, le pressioni del presidente Crocetta, del senatore Lumia e, magari, del leader dell’Udc siciliana, Giampiero D’Alia, che – almeno apparentemente – si è schierato acriticamente a tutela di un Governo molto appannato e di un assessore forse un po’ troppo screditato.
I ‘bookmaker’ di Palazzo Reale – la sede del Parlamento siciliano – danno da 55 a 80 su 90 i parlamentari che voterebbero “sì” alla mozione di censura. Insomma, per l’assessore Scilabra l’agibilità politica, in Aula, non sarebbe tanta.
Tanto che ieri sera si vociferava di possibili dimissioni dell’assessore nel caso in cui oggi la conferenza dei capigruppo dovesse decidere di mettere all’ordine del giorno la mozione di censura.
Un altro argomento che potrebbe andare all’ordine del giorno dei lavori potrebbe essere la riforma delle Province. Non il proseguimento della legge regionale approvata ad inizio di quest’anno, ma il recepimento della legge nazionale Delrio (di questo argomento riferiremo in un altro articolo più tardi).
Le polemiche iniziano a lambire anche l’assessore renziano al Lavoro, Giuseppe Bruno. Motivo: il futuro degli ex mille e 800 circa sportellisti. Per questi, è noto, si attende il bando del Ciapi di Priolo. Ma si tratterà, in ogni caso, di acqua fresca: sì e no, bene che vada, un lavoro di un paio di mesi. Nulla rispetto ai problemi sul tappeto.
Il vero snodo per dare una possibile prospettiva ai circa mille e 800 dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali risiede nelle politiche attive per il lavoro. Solo che, su questo fronte,l’assessore Bruno avrebbe ricevuto il mandato dai renziani di chiudere ‘operazioni’ con alcune cooperative, facendo fuori – di fatto – gli ex sportellisti.
Insomma, il ‘Nuovo che avanza’ – rappresentato dai renziani siciliani – avrebbe l’esigenza di fare ‘cassa’ elettorale con le politiche del lavoro. Mandando al ‘macero sociale’ i mille e 800 ex sportellisti. Cosa, questa, che non piace agli ex dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali, licenziati dal Governo Crocetta con promesse di un nuovo lavoro fino ad oggi non mantenute.
La ‘svolta’ delle cooperative dell’assessore Bruno non piace nemmeno a molti deputati. E non piace ad alcuni settori del PD, che non vedono certo di buon occhio il tentativo dei renziani di organizzare ‘operazioni’ (e relativo consenso elettorale) con i soliti, vecchi metodi della vecchia politica.
Insomma, anche l’assessore Bruno è sulla ‘buona’ strada, ovvero sulle ‘orme’ dell’assessore Scilabra…