L'analisi/ ieri sera c'e' stato un muro contro muro. Ma e' il governo regionale, adesso, ad avere interesse a un accordo politico complessivo. Perche' senza un accordo il presidente della regione non avrebbe piu' agibilita' a sala d'ercole. Dove l'assessore scilabra verrebbe subito 'impiombata'
PD-Crocetta: sembra una rottura, ma si tratta ancora
L’ANALISI/ IERI SERA C’E’ STATO UN MURO CONTRO MURO. MA E’ IL GOVERNO REGIONALE, ADESSO, AD AVERE INTERESSE A UN ACCORDO POLITICO COMPLESSIVO. PERCHE’ SENZA UN ACCORDO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE NON AVREBBE PIU’ AGIBILITA’ A SALA D’ERCOLE. DOVE L’ASSESSORE SCILABRA VERREBBE SUBITO ‘IMPIOMBATA’
Al di là di quello che appare – rottura su tutta la linea tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta e una parte del PD siciliano – in queste ore si sta trattando. Certo, la direzione regionale del Partito Democratico – andata in scena ieri sera – si è chiusa con un muro contro muro. Ma quella che, stando ai documenti ufficiali e alle parole, sembra una strada senza via d’uscita, potrebbe invece evolvere in un accordo politico.
A giudicare dalla lettura del documento politico che il governatore Crocetta ha stilato prima della direzione regionale del PD dell’Isola (che potete leggere in altra parte del giornale) e stando alle parole raccolte qua e là, tutto sembra compromesso. Con un governatore che appare più che mai intenzionato a tirare dritto per la propria strada. Ma, in realtà, quella che sembra una posizione di forza – ci riferiamo sempre a Crocetta – è una manifestazione di grande debolezza politica.
La verità è che il Governo regionale è finito all’angolo. La Sicilia ‘dipinta’ da Crocetta nel documento politico è più immaginaria che reale. La realtà, è fatta da una Regione in ginocchio, con una disoccupazione giovanile spaventosa. Con un Governo che non è nemmeno in grado – da ben due anni! – di utilizzare i 453 milioni di euro del Piano Giovani (che non è un Piano inventato dall’attuale Governo regionale, come cercano di far credere Crocetta e l’assessore Nelli Scilabra, ma soldi trasferiti a Roma circa quattri anni dal passato Governo regionale).
In realtà, Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e il ‘capo’ di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, stanno gestendo questa delicata fase politica come una partita di poker: nelle mani non hanno nulla, a parte una gestione clientelare e i fallimenti: ma rilanciano.
Lo fanno scientemente: pur sapendo che, senza l’appoggio di una robusta maggioranza a Sala d’Ercole, non hanno dove andare. Ben sapendo che due componenti dell’area del Governo – Articolo 4 di Lino Leanza e i Democratici riformisti siciliani di Totò Cardinale – questa volta non sono disposti a seguire Lumia, Crocetta e Montante.
E ben sapendo – soprattutto – che, senza un accordo, la mozione di censura contro l’assessore Scilabra verrebbe approvata senza alcun problema dall’Assemblea regionale siciliana.
Allora perché Lumia, Crocetta e Montante rilanciano? Probabilmente perché vorrebbero pagare un prezzo politico molto basso. Insomma, vorrebbero arrivare ad un accordo senza perdere troppo potere.
Il segretario regionale del PD, Fausto Raciti, ieri sera, non si è lasciato impressionare dai toni baldanzosi di Crocetta. E, a propria volta, ha risposto con il seguente documento politico:
“Abbiamo deciso – dice Raciti – alla luce di una comune preoccupazione per il futuro della Sicilia, di dare seguito al mandato della scorsa direzione regionale proponendo nelle prossime ore al vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini e al presidente della Regione la squadra del Partito Democratico”.
In pratica, oggi Raciti comunicherà a Lumia, Crocetta e Montante i quattro nomi del PD che dovrebbero entrare nella Giunta regionale.
“Si tratta – prosegue Raciti – di un impegno unitario che coinvolge tutto il PD a livello politico e istituzionale, così come unitarie saranno le rappresentanze a tutti i livelli di nostra competenza. C’è un partito determinato a segnare una fase nuova. Vogliamo inoltre discutere le nostre proposte e le nostre preoccupazioni anche con le altre forze della coalizione, raccogliendo le richieste degli alleati di questi giorni. E’ mia intenzione convocare a breve termine un tavolo di coalizione”.
Il finale del comunicato di Raciti sembra n’apertura politica al Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano. Del resto, se questo Partito, a Roma, sostiene il Governo Renzi, perché in Sicilia non dovrebbe far parte di un Governo regionale nel quale sono presenti i renziani?
Questa mossa, però, è un ennesimo colpo al cuore per la triade Lumia, Crocetta e Montante. Se quattro assessorati dovranno andare al PD, ce ne vorrà un quinto per gli alfaniani. Assessorato che dovrà essere tolto alla già citata triade…
I renziani siciliani cosa dicono? In questa fase giocano un ruolo ambiguo. Anche loro sanno che, senza una maggioranza nel Parlamento siciliano, governare sarà impossibile. Ma agli osservatori non sfugge che si sono assicurati una poltrona strategica: l’assessorato al Lavoro con Giuseppe Bruno. Da dove controllano le risorse del Fondo sociale europeo, vecchio e nuovo. Cioè le uniche risorse finanziarie disponibili ora e nei prossimi anni.
Con la vice segretario regionale Mila Spicola, i renziani hanno chiesto che nella divisione delle poltrone disponibili vengano conteggiate anche le tre presidente di Commissioni legislative dell’Ars oggi controllate dai cuperliani (Attività produttive, Sanità e Affari istituzionali). I cuperliani non hanno detto no, ma prima vogliono vedere le ‘carte’ di Lumia, Crocetta e Montante.
Tra l’altro, a norma di regolamento di Sala d’Ercole, la ‘rivisitazione’ delle presidenze delle Commissioni legislative è prevista dopo due anni e mezzo di legislatura. Ciò significa che il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, non potrebbe forzare il regolamento per accontentare subito i renziani e la triade.
In ogni caso, la ridefinizione delle presidenze delle Commissioni legislative dovrebbe per forza di cose realizzarsi nel maggio del prossimo anno. Tenendo conto che c’è da nominare il vice presidente dell’Ars già opzionato dai grillini che contano ben 14 parlamentari e sono, ancora oggi, senza rappresentanza nel Consiglio di presidenza.
Come si può notare, è una partita difficile, ma non compromessa. Bisognerà capire, lo ribadiamo, cosa la triade che oggi controlla il Governo è disposta a cedere.
Le parole di sfida di Crocetta tipo: “Questa situazione non è più sostenibile. Il PD mi appoggi, oppure vada fino in fondo in questo assurdo atteggiamento e assuma le necessarie conseguenze”, non fanno paura a nessuno.
Lumia, Crocetta e Montante sembrano ormai ‘tigri di carta’, soprattutto alla luce dei magri risultati ottenuti fino ad oggi dal Governo.
L’alternativa a un accordo complessivo con tutte le ‘anime’ più o meno assimilabili – pur con le dovute differenze – all’attuale Governo regionale (Articolo 4, Democratici e riformisti, cuperliani del PD, ma anche le ‘sponde’ sindacali, oggi molto critiche verso l’esecutivo) non potrebbe che essere il caos politico e istituzionale.
A rigor di logica politica, oggi – o tra qualche giorno – Lumia, Crocetta e Montante dovrebbero abbozzare…