L’identità e la storia come incontro fra i popoli

Artista poliedrico, scrittore, attore teatrale, ha anche inciso dei dischi; Ovadia ha parlato del nuovo filo conduttore degli incontri: l’identità e la storia. Tema a lui caro, che ha esposto parlando delle sue esperienze personali, come individuo, ma anche facendo riferimento a fatti storici d’importanza mondiale, come il genocidio degli ebrei. E lui, da ebreo, ha voluto ricordare ed analizzare alcuni passaggi storici che hanno portato alla morte di milioni di persone.

In questo primo incontro, infatti, si è più volte fatto riferimento alla Giornata della Memoria, perché non bisogna dimenticare e commettere di nuovo gli stessi errori. 

Un altro importantissimo tema toccato da Ovadia è quello del razzismo. Perché bisogna capire, dice l’artista, che è fondamentale combatterlo, e che ogni persona è un individuo a sé ed è proprio questo che la rende diversa ma anche simile a noi, poiché la conoscenza e lo scambio di idee, impressioni ed esperienze può far sì che si costruisca una nuova identità fatta di arricchimento reciproco. Se invece si cerca di globalizzare ed agglomerare in un unicum ogni persona, si rischia di annullare la propria identità. Un altro errore in cui si può incorrere, è lo stare chiusi in se stessi, perché il non scambiare e condividere le proprie esperienze porta inevitabilmente a diffidare degli altri, a cercare di difendere il proprio territorio e conseguentemente a diventare aggressivi verso il prossimo.

E quest’identità di Ovadia è appunto un’identità storica, ma anche, e soprattutto, personale. Perché è ogni individuo crea la storia apportando un po’ di sé. Ed il percorso che il nuovo ciclo del Circolo vuole affrontare è proprio questo: dalle storie individuali si passerà alla storia generale, ed ognuno dei racconti presentati rappresenta una comunità: dalla famiglia al villaggio, alla casa, all’isola. La nostra isola, la Sicilia.

Storie con cui si narra il ’900, proprio perché è in questo secolo che Freud parla di un’identità collettiva come un’identità unica.
Otto incontri, otto storie differenti eppure simili tra loro. Racconti di vita, che tratteranno i grandi fatti della storia dal punto di vista dell’individuo che li ha vissuti, per regalarci un nuovo e diverso modo di vedere i fatti storici, noti a noi tutti: e se nel primo incontro si tratterà ne “La masseria delle allodole” dell’attacco ad una famiglia di armeni; via via si affronteranno molte altre vicissitudini.

Alcuni di questi racconti faranno un passo indietro nel tempo alla ricerca di un’identità altrui, quella dei genitori ad esempio, come in “Un pedigree”; altri come in “Lettere da una straniera”, entreranno nell’universo femminile narrando la difficoltà di farne parte nel mondo arabo; nel terzo incontro invece, si leggerà “L’ignoranza”, di Milan Kundera. In questo racconto due amici che andarono via da Praga per sfuggire alla guerra, tornati nei luoghi a loro cari, li trovano profondamente cambiati tanto da non riconoscerli più. Non sono solo le persone ad essere le protagoniste di queste storie, perché lo può essere anche una pallina come accade in “Underworld”. 

Se lo scorso ciclo si è svolto all’insegna delle autobiografie (“Diari della motocicletta”, “Lolita a Teheran”) quest’anno assieme ai nomi degli scrittori noti si è voluto dare spazio anche ai nuovi scrittori emergenti siciliani, come nel quinto incontro, con “Cento Sicilie” di Gesualdo Bufalino e Nunzio Zago. Mentre nell’ultimo appuntamento sarà proprio il prof. Pioletti a leggere un racconto di J.M.Coetzee, “La vita e il tempo di Michael K”.

Ognuno di noi dovrebbe imparare ed arricchirsi grazie a simili esperienze, ed è proprio questo quello che il Circolo propone, sfidando l’indifferenza per incontrare un sapere che non si trova in nessun libro (e in tutti): la vita vera.

 


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