Giornata ad alta tensione ieri a filicudi, una delle isole dell'arcipelago delle eolie. Casus belli, il pontile galleggiante che si sta costruendo vicino al porto e che da anni suscita le proteste dei cittadini e degli ambientalisti: perché impedirebbe la libera fruizione della spiaggia dell'area, l'unica baia dell'isola agevole per i turisti, le famiglie isolane e i bambini, e perché danneggerebbe ecosistema e reperti archeologici.
Tragedia sfiorata a Filicudi: sganciato un pezzo del pontile in mezzo ai bagnanti
Giornata ad alta tensione ieri a Filicudi, una delle isole dell’arcipelago delle Eolie. Casus belli, il pontile galleggiante che si sta costruendo vicino al porto e che da anni suscita le proteste dei cittadini e degli ambientalisti: perché impedirebbe la libera fruizione della spiaggia dell’area, l’unica baia dell’isola agevole per i turisti, le famiglie isolane e i bambini, e perché danneggerebbe ecosistema e reperti archeologici.
Ieri, mentre tanti turisti e tanti isolani, erano in spiaggia, la motonave carica di cemento, si è spostata verso la baia antistante e ha gettato in mare un pezzo del pontile.
La cosa assurda e’ che l’area non era stata delimitata, né i bagnanti avvisati. Il panico e la rabbia sono esplosi. Tanto che il Sindaco, in extremis, ha emesso una ordinanza che ha bloccato i lavori, ma solo temporaneamente.: “Larea di balneazione dove sarebbero dovuti svolgersi i lavori non era stata delimitata, nessun cartello di inizio lavori o divieto di balneazione era stato affisso. Ciò nonostante , davanti ai carabinieri di Filicudi, e a moltissimi abitanti e turisti attoniti , la motonave e partita per raggiungere la baia antistante la spiaggia tra turisti, abitanti, bambini e barche a mare e incurante di qualsiasi forma di sicurezza, sganciava un pontile di 12 metri tra la gente a mare, sfiorando la tragedia” racconta Patrizia Italiano del Comitato spontaneo di abitanti e turisti di Filicudi.
“Ci chiediamo come sia possibile che una motonave possa girare senza controllo in mare in unarea dove i bagnanti, anche bambini, e le barche devono potersi muovere liberamente durante la stagione estiva (siamo in pieno Agosto!) senza che nessuna autorità pur presente intervenga”.
Il Comitato chiede, dunque, l’intervento del Governo regionale: “Il Presidente Crocetta, pur di fronte ad una interrogazione parlamentare a firma Ferrandelli e pur se pressato dallopinione pubblica e da petizioni con migliaia di firme , non riesce a mettere un punto a questa incredibile vicenda.
Questo mette in luce la cecità della Regione Siciliana e della pubblica amministrazione sempre meno attenta ai reali problemi della nostra terra che mettono in pericolo turismo ed ecosistema, dando spazio a non chiari interessi economici”.
L’interrogazione a firma di Fabriio Ferrandelli (PD) chiede il blocco definitivo del progetto del pontile:
Dalla data di rilascio della concessione, che risale al 2008, – dice Ferrandelli – più volte è intervenuta negativamente la Soprintendenza del mare bloccando lopera anche per il ritrovamento di reperti archeologici nei fondali.
Lisola di Filicudi – continua – è un luogo incontaminato e ricco di risorse naturali e culturali e questo patrimonio rischia di disperdersi se venisse realizzato il pontile galleggiante di 75 m e con basamento in calcestruzzo. I pilastri in calcestruzzo, infatti, distruggerebbero i fondali sommersi con la distruzione del poseidoneto con conseguenze incalcolabili: basti pensare che la perdita di un solo metro lineare di prateria può portare alla scomparsa di diversi metri della spiaggia antistante, la conseguente perdita di biodiversità e un deterioramento della qualità delle acque.
Inoltre – aggiunge Ferrandelli – il continuo movimento delle imbarcazioni metterebbe a rischio gli importantissimi reperti archeologici di Capo Graziano (in parte sommersi) e il pontile impedirebbe la libera fruizione della spiaggia del Porto, lunica baia dellisola agevolmente fruibile per i turisti, le famiglie isolane ed i bambini e intralcerebbe il varo e l’approdo delle imbarcazioni tradizionali e dei piccoli pescatori.
Insomma, ci sono tutti i presupposti – conclude – per annullare la concessione e salvaguardare uno dei tanti gioielli della Sicilia.