Rifiuti & tangenti: che succederà ad Agrigento?

dall’ex Sindaco di Racalmuto
Salvatore Petrotto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Assai sovente capita che un Sindaco scomodo come me, può essere fatto fuori. Soprattutto se denuncia, magari anche in qualche Procura della Repubblica, due miliardi di euro di appalti illegali e truffe varie nel settore dei rifiuti, facendo tesoro di analoghe denunce pubblicate, anche nei loro siti istituzionali, da alcune autorità di controllo dello Stato, quali la Corte dei Conti, l’Antitrust o l’Autorità di Vigilanza sugli Appalti.

E’ così che si precipita nel baratro. Mentre qualche Prefetto si precipita invece ad andare in soccorso del vincitore, avrebbe detto lo scrittore Ennio Flaiano.

Nella fattispecie, io, con le mie denunce, ho perso! L’ex Ministra degli Interno, Anna Maria Cancellieri, l’attuale Ministro degli Interni, Angelino Alfano e, non ultimo, il Prefetto di fresca nomina di Agrigento, Sua Eccellenza Nicola Diomede, hanno vinto!

‘Lo maggior corno della fiamma antica’, ci riferiamo sempre all’Ulisse dantesco, rivolto al nostro Diomede forse gli direbbe: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Ma Ulisse, per sfuggire all’ira funesta nel monocolo Polifemo da lui accecato, dovette nascondersi e farsi chiamare “Nessuno”. Si trattò di una delle sue astuzie, un inganno che gli tornò utile quando Polifemo chiamò in soccorso i suoi fratelli dicendo loro che lo aveva accecato “Nessuno”!

Anch’io credo di essere un altro genere di ‘Nessuno’ che ha osato sfidare i ciclopi dei rifiuti e dell’acqua, nonché i loro protettori, istituzionali e non. Del resto, per taluni funzionari dello Stato far piazza pulita e, soprattutto, cosa gradita ai potenti di turno è un gioco da ragazzi.

Basta scarabocchiare una semplice informativa antimafia, più o meno attendibile, per far fuori intere pubbliche amministrazioni od anche una miriade di imprese sane, costrette, ingiustamente, al fallimento od a cose ancora peggiori.

Guai a chi osa ribellarsi contro le stragi di legalità commesse dallo Stato, relative alla gestione dei servizi pubblici, quali quelli relativi ai rifiuti ed all’acqua!

Ecco perché assai sovente si firmano dei protocolli di legalità, come quello che verrà sottoscritto la prossima settimana presso la Prefettura di Agrigento da Confindustria. E si firmano, guarda caso, proprio quando la Magistratura mette le ami sulla scandalosa gestione privata delle discariche e dell’intero ciclo dei rifiuti che, in Sicilia, ha prodotto debiti e disastri ambientali ineguagliabili!

O quando la Giustizia fa il suo corso svelando l’intreccio tra una certa imprenditoria che solo a parole o attraverso delle parate pubbliche e dei pretestuosi protocolli di legalità, ampiamente disattesi.

O, ancora, quando in Sicilia si scopre che non si fanno più gare d’appalto da anni e si affidano direttamente, senza celebrare più gare d’appalto, i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, effettuati in maniera pessima e costosissima.

Si sta correndo forse ai ripari per intimorire gli inquirenti, attraverso una dimostrazione di forza, chiamando a raccolta funzionari pubblici e magistrati?

Il tentativo è sempre lo stesso: quello di dimostrare che basta atteggiarsi a ‘Professionisti dell’antimafia’, per violare qualsiasi legge in materia di appalti o di ambiente. Basta convocare una riunione nei luoghi istituzionali ‘giusti’ ed il gioco è fatto!

E’ sempre la stessa storia di sciasciana memoria e che riguarda i ‘Professionisti dell’antimafia’ di la munnizza.

Staremo a vedere che cosa deciderà la settimana entrante il Prefetto Diomede, nominato qualche mese fa dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano ed artefice, nel 2012, di ispezioni per delle presunte infiltrazioni mafiose presso il comune di Racalmuto da me amministrato.

Ispezioni rivolte contro chi, come me, un anno prima, e cioè a febbraio del 2011, aveva denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento la scandalosa gestione di acqua e rifiuti nell’Agrigentino.

Siamo curiosi di verificare cosa avranno da dire in materia di rifiuti i vertici di Confindustria Sicilia ad Agrigento. Anche perché ad accompagnare a Racalmuto l’allora vice prefetto Diomede (promosso sul campo Prefetto di Agrigento dal ministro Alfano, dopo la brillante operazione Racalmuto) e l’allora Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, per notificare il decreto di scioglimento del Comune, c’era il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, nume tutelare di una delle quattro grandi discariche private siciliane.

Guarda caso alcune di queste discariche, in questi giorni, sono già state sequestrate dalla Magistratura per diversi abusi, truffe e tangenti ed i proprietari sono stati rinchiusi nelle patrie galere.

Della discarica di Catanzaro non sappiamo nulla. Perché proprio ora si convoca una riunione alla Prefettura di Agrigento, estendendo l’invito anche a tutti i magistrati?

Probabilmente, la settimana entrante avremo modo di appurare che qualche grande e noto nome del’imprenditoria agrigentina sarà l’unico che si salverà assieme ai suoi affari.

Scommettiamo: vuoi vedere che una discarica agrigentina da sempre al centro di polemiche risulterà l’unica in regola in tutto e per tutto? Ne siamo certi.

Non sappiamo se le stesse certezze, avvalorate peraltro anche da qualche insigne ‘Vincenzo Monti’ agrigentino, verranno espresse dai Magistrati che si tanno occupando della scandalose gestione delle discariche private siciliane e dello smaltimento dei rifiuti.

L’intero ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti, in Sicilia, è praticamente gestito in regime di monopolio da svariati anni. I costi che ovviamente sono i più alti d’Italia, gravano su cittadini, imprese e Comuni siciliani tutti quanti economicamente strangolati da queste perverse ed illegali truffe miliardarie.


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