Moneta unica europea, in Italia in aumento le banconote false. Soprattutto da 50 euro

PROVIAMO A SPIEGARE PERCHE’ SUCCEDE TUTTO QUESTO. IL RUOLO DELLA BCE. E UNA PRECISAZIONE DEL NOSTRO ECONOMICUS CON UNA NOTA A MARGINE

Poco più di un anno fa (gennaio 2013), il governatore della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, annunciò che era giunto il momento di cambiare l’Euro. In molti gioirono pensando: “Era ora! Non se ne poteva più di questa moneta unica!”. Del resto, erano passati ben undici anni da quando erano stata introdotta la moneta unica e di benefici se ne erano visti ben pochi.

La gioia svanì come fumo al vento nel momento in cui si capì che in realtà non si trattava della fine della moneta unica, cosa auspicata da molti specie dopo le polemiche sulla convenienza o meno della permanenza dell’Italia nella moneta europea. Si era trattato solo della presentazione del nuovo formato della banconota da 5 Euro. Fu in quei giorni che venne annunciato un restyling di tutte le banconote.

Allora si disse che il motivo di tale decisione era la lotta alla contraffazione: la BCE aveva deciso di coniare banconote con un nuovo look nel tentativo di scongiurare, o almeno di combattere efficacemente, la falsificazione. Un fenomeno che aveva raggiunto dimensioni preoccupanti. Basti pensare che, nel primo semestre del 2012, erano state ritirate dalla circolazione 251 mila banconote false.

Stando a quanto affermò la BCE, le nuove banconote, grazie ai progressi tecnologici conseguiti, avrebbero consentito di offrire ai cittadini una maggiore protezione dalla falsificazione, rendendole più sicure. Per questo motivo si disse che le modifiche apportate alle nuove banconote erano state fatte basandosi sulle falsificazioni sino ad allora scoperte.

Nei giorni scorsi è stata presentata la nuova banconota da 10 Euro. E, in quell’occasione, è stato naturale cominciare a chiedersi quali siano stati i risultati raggiunti dall’azione della BCE e degli Stati che hanno aderito all’Euro.

Ebbene, i dati avrebbero dovuto destare grande sorpresa. Per due motivi. Innanzitutto è emerso che le banconote riconosciute “false” e ritirate dalla Banca d’Italia non sono diminuite anzi sono aumentate. E non di poco: solo nel secondo semestre dello scorso anno l’aumento, rispetto al semestre precedente, è stato superiore al 10%! Secondo il XXV Rapporto sulla falsificazione dell’Euro, pubblicato dall’UCAMP, Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento del Dipartimento del Tesoro, nel 2013 sarebbero state sequestrate 1.670.728 banconote e 36.682 monete metalliche, la stragrande maggioranza nel taglio da 50 Euro e circolanti nelle regioni del Nord-ovest.

Eppure già lo scorso anno era emerso che il formato maggiormente “pericoloso” era proprio quello da 50 Euro. Allora, inspiegabilmente (anche allora la cosa destò sorpresa), la Banca Centrale Europea aveva deciso non di cambiare le banconote di quel taglio, ma quelle da 5 Euro. Ora, pur avendo avuto conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la falsificazione in atto riguarda quel taglio (e che il fenomeno è in crescita), la BCE si è ostinata a sostituire le banconote da 10 Euro e non quelle da 50 Euro o quelle da 20 Euro che sarebbero le più a rischio in ordine di contraffazione. Perché?

Ma non basta. Anche altri dati sono, a dir poco, strani, a cominciare dalle dimensioni del fenomeno. Secondo il “Rapporto Statistico sulla falsificazione Euro, 1° gennaio – 31 dicembre 2013” del Dipartimento del Tesoro e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il “maggior numero di banconote ritirate e/o sequestrate riguarda il taglio da 50 Euro, che risulta essere pari al 94,9% del totale (1.585.121 banconote a fronte di un totale di 1.670.728).

Secondo la Banca d’Italia, invece, sarebbero state riconosciute false “solo” poco più di 130.000 banconote (69.895 nel secondo semestre e 63.493 nel primo). Non solo, ma il taglio ad essere maggiormente a rischio di falsificazione sarebbe quello da 20 Euro (43,5% del totale dei falsi). Mentre, sempre secondo quanto riportato sul sito della Banca d’Italia, basato su dati della Banca Centrale Europea, le monete false ritirate, non in Italia, ma nei Paesi dell’area dell’Euro sarebbero meno di 700 000.

Come è possibile se solo in Italia sarebbero state scoperte oltre un milione e mezzo di banconote false? Eppure entrambi i dati non provengono da stime approssimate o da valutazioni anomale, ma da dati “ufficiali” forniti dai due enti a cui lo Stato ha delegato il potere di “gestire” la moneta.

Ma se non si sa con certezza quante banconote false sono state ritirate dal mercato, né di quale formato, ci sarà pure qualcosa di cui si è certi. Le uniche cose che sembrerebbero (il condizionale è d’obbligo vista la discrepanza tra i due rapporti: per questo motivo abbiamo pensato potesse essere utile per i lettori riportare i link di entrambi perché potessero verifica di persona) “certe” sono due. Innanzitutto che il fenomeno “contraffazione” è in crescita e non di poco (ma allora a cosa sono servite le misure adottate dalla Banca Centrale Europea e dai singoli Stati?). L’altra cosa “certa” è che né il formato da 5 Euro cambiato lo scorso anno, né quello da 10 Euro cambiato più di recente sono tra le banconote preferite dai contraffattori.

Alla fine pare proprio che l’unica certezza è che l’Euro è una moneta estremamente “sofferente” e che nessuno, né i singoli Stati, né le banche nazionali, né la Banca Centrale Europea sta facendo niente per curare la sua sofferenza. Sofferenza che, con l’andare del tempo, rischia di diventare malattia cronica per tutti i cittadini europei…

http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/antifrode_mezzi_pagamento/antifrode_mezzi_pagamento/Rapporto_1x_gennaio_-_31_dicembre_2013.pdf

https://www.bancaditalia.it/bancomonete/contraffatte/andamento

Nota a margine

Il direttore mi ha incaricato di scrivere una nota a margine a questo bell’articolo. Nulla da dire sotto il profilo tecnico. Solo un appunto non all’estensore dell’articolo, ma a chi gestisce la BCE.

La presenza di tante banconote false è anche la risultante di una gestione sbagliata della Banca Centrale Europea. La verità è che il sistema economico italiano – che rimane vivace nonostante l’euro – viene compresso dalla deflazione imposta dalla BCE.

Le famiglie vengono tenute senza soldi con le tasse in continuo aumento e con la riduzione delle retribuzioni. E infatti i consumi non si risollevano anche con i saldi estivi.

La stessa cosa avviene con le imprese: grazie alla BCE, il denaro, invece di affluire alle imprese del nostro Paese, va alle banche. Sotto questo profilo, i provvedimenti adottati di recente dal Governo Renzi sono emblematici: palo del Pos imposto a tutti i professionisti e  del ripristino dell’anatocismo bancario. Due incredibili regali alle banche sulla pelle delle famiglie e delle imprese italiane!

Detto questo, va aggiunto che l’attuale deflazione favorisce la Germania, ma non l’Italia. Questo spiega, almeno in parte, la grande presenza di banconote false. E spiega anche perché, nel nostro Paese, sono in tanti a cercare di rompere la schiavitù dell’euro con monete alternative e con le nuove forme di baratto.

La verità è che una politica di venduti ha barattato il nostro Paese in cambio di un europeismo di banche e finanza speculativa che nulla ha a che vedere con l’Europa dei popoli.

Come finirà? Non lo so. Ma so che restando così le cose – con un euro gestito all’insegna dell’austerità, deflazione in testa – la situazione, per l’Italia, non potrà che peggiorare.

Economicus 

 

 

 

 


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