In fondo la sicilia puo' attendere. Prima bisognera' trovare la 'quadra' tra pd (che oggi riunisce la propria assise regionale), crocetta, lumia, faraone e montante. Poi bisognera' eleggere il nuovo vice presidente del parlamento dell'isola. Intanto la nostra isola va a rotoli. Che problemi ci sono? ormai ci siamo abituati. . .
Ars: la terza manovra finanziaria rinviata a fine mese?
IN FONDO LA SICILIA PUO’ ATTENDERE. PRIMA BISOGNERA’ TROVARE LA ‘QUADRA’ TRA PD (CHE OGGI RIUNISCE LA PROPRIA ASSISE REGIONALE), CROCETTA, LUMIA, FARAONE E MONTANTE. POI BISOGNERA’ ELEGGERE IL NUOVO VICE PRESIDENTE DEL PARLAMENTO DELL’ISOLA. INTANTO LA NOSTRA ISOLA VA A ROTOLI. CHE PROBLEMI CI SONO? ORMAI CI SIAMO ABITUATI…
Lo confessiamo: non abbiamo ancora capito che cosa succederà questa settimana all’Ars. In discussione ci dovrebbe essere la manovra finanziaria atto terzo presentata dal Governo regionale di Rosario Crocetta. La commissione Bilancio e Finanze di Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, è convocata oggi, domani, giovedì e, se non abbiamo capito male, anche venerdì. Ma, con tutta la buona volontà del caso, non riusciamo a capire quando Sala d’Ercole inizierà ad occuparsi di una legge attesa da mezza Sicilia.
Eh già, perché mentre la politica-politicante sicula discute di tutto e del contrario di tutto, la Sicilia sembra andare a rotoli. Ieri – ne parliamo in un articolo a parte – a Segesta, a Selinunte, nel Museo del Satiro di Mazara del Vallo e nel Museo ‘Piepoli’ di Trapani è successo l’incredibile. E’ successo che l’assessorato regionale ai Beni culturali ha messo in vendita ai turisti biglietti vecchi con la scritta “cumulativo”.
I turisti – ovviamente – hanno pensato che con tale biglietto avrebbero visitato più siti. Invece hanno scoperto che non era così. E che l’Amministrazione regionale ha utilizzato i biglietti vecchi per ‘risparmiare’ sulla stampa dei nuovi. Un delirio. Sono venuti fuori alterchi e liti ai botteghini. Il risultato è che centinaia di turisti in visita nella nostra Isola si sono sentiti presi in giro. Anzi, truffati. Questa è stata l’immagine che la Sicilia ha dato di sé, ieri, a centinaia di turisti. Incredibile!
Non è la prima volta che registriamo la cattiva amministrazione dei siti culturali della Sicilia. Ci sono siti ben gestiti, che potrebbero – con le proprie entrate – sostentarsi da soli e pagare il personale. Invece tutto viene centralizzato dall’assessorato regionale ai Beni culturali, che è un esempio eclatante di sfascio amministrativo!
Sempre ieri un parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Sergio Tancredi, ha detto che nel Bilancio regionale 2014 non ci sono i soldi per pagare i Tfr (Trattamento di fine rapporto) ai dipendenti regionali!
La notizia è incredibile per due motivi. In primo luogo perché i soldi dei Tfr non possono essere distratti. In secondo luogo perché il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dopo che la Corte dei Conti ha ricordato che negli uffici regionali ci sono troppo dipendenti, non fa altro che ripetere ai giornali che il Governo ricorrerà ai prepensionamenti.
In effetti la Regione conta su 17 mila e 500 dipendenti circa. Più altri 2 mila e 500 circa che nessuno sa come sono arrivati (misteri del clientelismo). Sfoltire queste pletora non sarebbe male. Come?
A noi questa storia dei prepensionamenti dei dipendenti regionali, almeno per come la imposta il Governo, non ci convince. Per un motivo semplice: perché la Regione non ha un proprio fondo pensioni. Lo ha ricostituito – su indicazione della Corte dei Conti – nel 2009. Ma non l’ha mai ‘alimentato’.
Il risultato è che, ancora oggi, come ha ricordato la Corte dei Conti la scorsa settimana, è che la Regione paga, ogni anno, circa un miliardo di stipendi e circa 500 milioni di euro all’anno per i pensionati.
Se ne deve dedurre, sul piano logico-aritmetico, che mettendo in pensione i dipendenti regionali – come va ripetendo il governatore Crocetta – la Regione risparmierebbe solo se dovesse pagare i pensionati meno dei dipendenti in servizio.
Questo potrebbe anche avvenire. Ma il ragionamento del presidente Crocetta risulta campato in aria se si considera che ai lavoratori messi in pensione va pagato il Tfr (che nella pubblica amministrazione si dovrebbe chiamare liquidazione). Con le “tensioni della cassa regionale” (la definizione è sempre della Corte dei Conti) il governatore dell’Isola pensa di avere i soldi per pagare il Tfr alle migliaia di lavoratori della Regione che vorrebbe mettere in pensione?
Poi, però, ieri scopriamo – lo dice un autorevole parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle – che nel Bilancio regionale di quest’anno non ci sono i soldi per i Tfr. E allora ci chiediamo e chiediamo: il Governo vorrebbe mettere in pensione migliaia di dipendenti regionali senza pagare il Tfr? Siamo impazziti? Ma da chi siamo governati?
In questo scenario, oggi, Sala d’Ercole dovrebbe avviare il dibattito sulla terza manovra finanziaria. Il condizionale è d’obbligo, perché oggi è prevista una riunione dei vertici del PD siciliano. E, di solito, quando una forza politica di Governo riunisce i propri vertici a Sala d’Ercole si lavora poco, perché i parlamentari non possiedono il dono dell’ubiquità…
L’assise di oggi del PD – cioè la direzione regionale – è importante. Perché mezzo Partito Democratico della Sicilia – e forse più – si è già pronunciato contro il Governo Crocetta. Ad appoggiare l’attuale esecutivo regionale, nel PD dell’Isola, sono solo i renziani. Mentre l’ala cuperliana chiede al Governo un cambiamento di passo, ovvero un cambiamento di linea politica.
I cuperliani contestano il ‘quadrinvirato’ del Governo regionale (Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia, il leader dei renziani, Davide Faraone, e il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante). Questi quattro soggetti – pur essendo minoritari a Sala d’Ercole a fuori Sala d’Ercole, cioè nella società siciliana – si sono presi tutto: acqua, rifiuti, fondi europei (gestiti malissimo), sanità e tutto il resto. E non vogliono recedere di un millimetro.
Da qui lo scontro con l’ala cuperliana del PD, che chiede – come già accennato – di ridiscutere tutti gli assetti del Governo e la stessa linea politica. Crocetta, Lumia, Faraone e Montante rispondono picche. E cercano ‘sponde’ in Aula, secondo le solite regole del trasformismo politico. E le avrebbero trovate in Forza Italia e nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano.
Stamattina, infatti, è prevista anche la conferenza stampa del coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Vincenzo Gibiino. Accanto a lui ci dovrebbe essere anche il capogruppo di questo Partito all’Ars, Marco Falcone. Che diranno questi due ‘scienziati’ della politica arrivati direttamente da Catania con il primo treno? Riproporranno l’apertura consociativa e trasformista al Governo Crocetta nel nome dell’interesse supremo della Sicilia? (in genere, nella nostra Regione, quando le forze di opposizione dicono così c’è già la ‘tavola apparecchiata’ che li aspetta…). O decideranno di fare quello che in quasi venti mesi di legislatura non hanno mai fatto, e cioè opposizione vera e seria al Governo Crocetta, al di là delle chiacchiere?
Vi risparmiamo, poi, le ‘geometrie politico-parlamentari-invariabili’ del terzo catanese della situazione: Nino D’Asero, capogruppo del Nuovo centrodestra all’Ars. Il quale definisce l’appello di Crocetta “tardivo” ma, sempre nel nome degli interessi ‘supremi’ (la solita ‘tavola apparecchiata’), pensa forse alle salsiccee…
In tutto questo Sala d’Ercole dovrebbe eleggere il nuovo vice presidente dell’Ars, visto che Salvo Pogliese, eletto eurodeputato, si è dimesso da Sala d’Ercole. Anche su questo fronte assistiamo a una scena che, in tanti anni di cronache parlamentari, non abbiamo mai visto: ci sono quattro o cinque candidati delle opposizioni di centrodestra, c’è la candidatura del grillino Giancarlo Cancelleri e, forse, ci sarà anche qualche candidato governativo. In pratica, il caos.
In genere, la presidenza dell’Ars va a un esponente della maggioranza. Mentre le due vice presidenze vengono ripartire tra maggioranza e opposizione. In questa legislatura le due vice presidenze sono andate al già citato Salvo Pogliese (Forza Italia) e ad Antonio Venturino.
Quest’ultimo, quando ha ‘incassato’ la vice presidenza era grillino. Poi ha cambiato ‘casacca’, lasciando il Movimento 5 Stelle senza rappresentanza nel Consiglio di presidenza dell’Ars.
Oggi i grillini reclamano la vice presidenza. Ma non è detto che l’ottengano. Perché le opposizioni di centrodestra, se unite, dovrebbero avere più voti.
Ma anche queste ultime, come già accennato, sono divise. In questo bailamme si potrebbero infilare gli esponenti della maggioranza, con la scusa che il vice presidente Venturino, alla fine, è un esponente dell’opposizione.
Le opposizioni replicano che non è così, perché Venturino sarebbe passato, armi e bagagli, tra i socialisti del PD. E quindi la maggioranza avrebbe già il vice presidente.
In tutto questo Crocetta, Lumia e i renziani sarebbero disposti a sostenere il grillino Cancelleri. A patto che il Movimento 5 Stelle voti la terza manovra finanziaria al Governo…
Come i nostri lettori possono notare, sulla poltrona di vice presidente dell’Ars (auto blu, 3 o 4 mila euro al mese in più e potere nella gestione del ‘Palazzo’ e della Fondazione Federico II, braccio operativo dell’Ars in materia di attività sociali e culturali) si è aperto una sorta di suk dove si tratta su tutto…
Secondo voi i 90 ‘califfi’ dell’Ars, tra elezione del vice presidente, ghirigori trasformisti di Forza Italia e Nuovo centrodestra, grande assise del PD (con coltelli affilati pronti a colpire…), conferenza dei capigruppo (ce ne stavamo dimenticando: è convocata per oggi: e sempre oggi gli stessi capigruppo dovrebbero incontrare il presidente Crocetta: un’altra ‘pastetta’ in vista?) riusciranno a fare qualcosa per i siciliani?
Ci sarà spazio per gli operai della Forestale senza soldi, per le attività culturali abbandonate, per i siti culturali gestiti con i piedi, per l’agricoltura allo sbando, per l’industria che non c’è più, per i fondi europei che rimangono nei cassetti, per il turismo che langue, per i dipendenti della Formazione professionale non pagati, per l’Eni che non vuole più investire a Gela, per il Pil siciliano che scende, scende, scende?
Azzardiamo una previsione: questa settimana passerà in cavalleria. La prossima settimana Palermo di fermerà per il Festino di Santa Rosalia, patrona della città.
Ci vedremo, forse, alla fine della seconda decade di luglio. Se andrà bene…