Lo afferma il segretario regionale cimo asmd, stanislao bentivegna: lunedì prossimo, 7 luglio, a palermo, i medici siciliani finalmente convocati in assessorato per esaminare la nuova bozza. Ora la regione accolga le nostre proposte". Quindi il 'caso catania' con le quattro aziende prive di vertici: "il presidente crocetta trovi subito una soluzione
La rete ospedaliera dell’assessore Lucia Borsellino? “Sembra la tela di Penelope…”
LO AFFERMA IL SEGRETARIO REGIONALE CIMO ASMD, STANISLAO BENTIVEGNA: LUNEDÌ PROSSIMO, 7 LUGLIO, A PALERMO, I MEDICI SICILIANI FINALMENTE CONVOCATI IN ASSESSORATO PER ESAMINARE LA NUOVA BOZZA. ORA LA REGIONE ACCOLGA LE NOSTRE PROPOSTE”. QUINDI IL ‘CASO CATANIA’ CON LE QUATTRO AZIENDE PRIVE DI VERTICI: “IL PRESIDENTE CROCETTA TROVI SUBITO UNA SOLUZIONE
A sette mesi dalla ‘bocciatura’ dellultima bozza sulla rimodulazione della nuova rete ospedaliera rimandata al mittente dalla VI Commissione allArs per gli eccessivi tagli ai posti letto e la mancata trasformazione dei presidi soppressi in ospedali di lunga degenza, e dopo due riunioni ‘saltate’ senza preavviso, finalmente lassessorato alla Salute ha riprogrammato tre incontri con le parti sociali, per lunedì 7 luglio, 8 e 9 luglio.
Ad annunciarlo è Stanislao Bentivegna, il neo segretario regionale del sindacato CIMO ASMD, Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri.
Un incontro che aspettiamo da mesi – dichiara il segretario regionale CIMO ASMD – la Regione ora accolga le nostre proposte per superare la fase di stallo in cui la rete sanitaria regionale si trova da un anno. Ci sembra piuttosto la tela di Penelope che di giorno viene rammendata e di notte scucita.
Dal 2009 ad oggi, dallentrata cioè della riforma sanitaria – prosegue Bentivegna – assistiamo solo a tagli indiscriminati ai posti letto, allaccorpamento di unità operative e alla soppressione di alcuni storici presidi a discapito della salute dei cittadini.
Una rimodulazione seria e davvero efficiente non può essere fatta indebolendo la garanzia alla cura – spiega Stanislao Bentivegna -. E’ quindi impensabile tagliare, sia in termini di posti letto che di unità operative, sui Pronto soccorso e sui Punti nascita. Al contrario, solo rafforzando i livelli di assistenza si eliminano gli sprechi, in quanto la carenza del personale medico favorisce gli errori e induce a ricorrere sempre più frequentemente alla medicina difensiva (più esami diagnostici, per esempio), anche quando non necessari.
Poi – aggiunge il segretario regionale del CIMO – bisogna attivare i Presidi Territoriali Assistenza (PTA), i posti di riabilitazione e di lungodegenza, gli hospice, i centri di cure palliative (terapie del dolore), che permetterebbero agli ospedali di trattare meglio i pazienti acuti e quelli con patologie più complesse. Bisogna impedire leccessiva chiusura dei posti letto per acuti e proporre la riqualificazione di tali posti in lungodegenza e riabilitazione. E bisogna stabilizzare la dirigenza medica precaria storica, con concorsi per le aree carenti”.
Bentivegna chiede anche la “riorganizzazione delle Aziende sanitarie con la separazione tra i Policlinici e le Aziende ospedaliere”. E chiede, inoltre, di mettere in sicurezza “i presidi ospedalieri di non recente costruzione.
Quanto alla nomina dei nuovi manager – sottolinea ancora Bentivegna – apprendiamo con favore lavvenuta firma della delibera, dopo due anni di commissariamento straordinario, ma ci preoccupa lanomala vacatio che si è venuta a creare a Catania dove in tutte e quattro le aziende (Cannizzaro, Policlinico-Vittorio Emanuele, ARNAS Garibaldi e Asl 3) non si è ancora insediato alcun vertice, per motivi naturalmente diversi”.
“I direttori generai Pellicanò e Cantaro, infatti – dice sempre il segretario regionale del CIMO – designati rispettivamente Cannizzaro e Policlinico, sarebbero stati ‘stoppati’ dalla recente emanazione del decreto sulla Pubblica amministrazione; mentre Santonocito, designato allAzienda Garibaldi, è ancora in attesa di trasferimento; mentre allAsl, per concludere, non è stato ancora neppure indicato un nome. Chiediamo al Governatore di fare in fretta, perché Catania non può permettersi questo vuoto per le tante e complesse questioni ‘calde’ ancora aperte, non ultima laccorpamento e la improbabile convivenza tra universitari (pochi) e ospedalieri (tanti) al Policlinico-Vittorio Emanuele.