Al ritorno dal tour promozionale del loro nuovo disco - 30.000 feet tarantella - i Diane and the shell ci raccontano la loro esperienza negli Stati Uniti. Un pomeriggio in compagnia di Emanuele Venezia, chitarrista e tastierista della band Guarda le foto scattate dal gruppo
Da un garage di Catania agli Usa
“Fino a qualche tempo fa suonavamo in un garage di Catania. Da un giorno all’altro ci siamo ritrovati a suonare nella capitale del rock. Accolti e apprezzati in un posto dove la musica è sacra. Per chi suona c’è un rispetto reverenziale, a prescindere dal genere. Da noi c’è una tendenza diffusa a pensare che chi suona è un perditempo, in America non la pensano così.”
Si è conclusa con questa battuta l’intervista a Emanuele Venezia, tastierista e chitarrista dei Diane and the Shell, reduce, insieme al resto del gruppo, da una esperienza davvero invidiabile per un gruppo emergente: un tour negli Stati Uniti supportato da una etichetta indipendente. Austin, Dallas, Denton, Wichita, Oklahoma City, Lexington, Lawrence, Milwaukee, Columbus, Chicago, Cleveland, Rochester, New York, Baltimore, North Manchester sono alcune delle tappe di un’avventura durata quasi un mese.
“Tutto è iniziato quando abbiamo inciso il disco: 30.000 Feet Tarantella. È stato indispensabile il supporto tecnico e morale di Agostino Tilotta, [chitarrista degli Uzeda e dei Bellini, per chi non lo sapesse], che si è curato della produzione artistica del nostro disco. Col suo aiuto abbiamo contattato via e-mail moltissime etichette di tutto il mondo. Abbiamo spedito almeno un centinaio di demo. Alla fine abbiamo ottenuto risposta dalla “Australian Cattle God Records”. Erano entusiasti del nostro disco e si sono offerti di organizzarci il tour, anche se il viaggio è stato a nostre spese.”
Manuele tira fuori dalla tasca alcune carte. “Cosa sono?” – gli chiedo – “I biglietti del nostro viaggio. Qualcuno ancora non crede che siamo andati lì. Ecco le prove.“ Una risata e inizia il racconto.
“Il viaggio è durato 15 ore. Catania-Londra. Londra-Chicago. Per il resto abbiamo proseguito in macchina, viaggiavamo con un furgone in affitto. Siamo riusciti a non perderci solo grazie al fatto che siamo partiti già muniti di itinerario e mappa stradale scaricata da internet. Ma guidare in strade enormi, a quattro corsie, dove è lecito superare sia da destra che da sinistra, è stata un’impresa! La prima volta che ho guidato, da Austin a Dallas, me la sono vista con Dio! Ho perso 1 Kg e mezzo. Sono sceso dalla macchina che mi tremavano le gambe, non riuscivo neppure ad accendermi la sigaretta. Ma ero arrivato, sano e salvo. Anche se credo di aver perso i testicoli!”
Non c’è stato quasi bisogno di fargli domande. Emanuele parlava a ruota libera e aveva sempre qualcosa da raccontare. Tirava fuori mille aneddoti, e non sempre seguivo le sue associazioni di pensiero.
“Vuoi sapere come sono le ragazze americane?” mi dice. “La maggior parte sono un pò…”chubbies”, tranne a Chicago e a New York dove sono così fighe che neppure ti guardano. E molte di quelle che venivano ai concerti (la maggior parte erano ragazzi), accompagnavano i loro fidanzati. Dunque siamo andati un po’ tutti in bianco. È stata dura in quei giorni. A un certo punto abbiamo pensato di accoppiarci fra di noi. Io con Munzone (batterista), e Siracusa (chitarrista) ci provava con Schillaci (bassista). Quando abbiamo capito che la cosa non ci dava soddisfazioni, siamo corsi a fare acquisti all’edicola. Ma quando abbiamo aperto il giornaletto dalla copertina “interessante”, abbiamo capito che non conteneva immagini: avevamo comprato un libretto di letteratura erotica!”
Avete avuto problemi durante il vostro soggiorno americano?
“Effettivamente sì. Il primo giorno avevamo tutti un problema di evacuazione dettato dalla lunga attesa del viaggio. Arrivati al motel c’è stata la corsa al bagno e quando Schillaci è uscito era preso dal panico: vedeva che l’acqua arrivava sino all’orlo e non calava dopo aver tirato lo sciacquone, perciò credeva di aver otturato il water. Poi abbiamo capito che lì invece li water funziona così!”
A questo punto, sono piegata in due dalle risate, ma l’intervista prosegue. Non manca certo il senso dell’umorismo a questi ragazzi.
Raccontami qualunque cosa ti abbia colpito e ti sia rimasta impressa durante il tour.
“Una delle serate più belle è stata indubbiamente quella a Chicago. A New York abbiamo suonato il giorno di Halloween, durante la CMJ, una maratona musicale che fa da vetrina per i gruppi emergenti. Le etichette usano questo tipo di manifestazioni per lanciare i propri gruppi”.
Eravate l’unico gruppo italiano? Eravate sempre bene accolti ai concerti?
“A New York abbiamo suonato con i Cat Scientist, i Gorchfock, e gli Snacktrap. Ma eravamo l’unico gruppo italiano. Al CMJ i biglietti costavano poco e c’era un sacco di gente. In occasioni come questa abbiamo potuto anche vendere le magliette e abbiamo ricevuto complimenti. Ma ci sono state anche città in cui ai concerti c’era pochissima gente. Posti impensabili. North Manchester per esempio, è un paese che conta 1000 abitanti circa, e in cui ci sono 25 chiese! In un’altra città, credo a Cleveland, mi ha colpito la netta divisione fra la comunità dei bianchi e quella dei neri. Le due zone sono separate da un ponte. Se sei un bianco e ti aggiri in “territorio nero”, sei suscettibile di pestaggio. E viceversa naturalmente”.
“Un’altra cosa mi ha colpito. Nelle strade si incontrano tantissimi cartelli contro Bush e la sua politica. OUT OF IRAQ diceva uno. E poi altri in cui si accusava il Presidente di essere responsabile dell’attacco dell’11 settembre. Andando in America ho potuto vedere molti aspetti di questo paese che i mass media non sempre ci mostrano. L’America non è solo quella della politica di Bush. Ho conosciuto molta gente in gamba”.
Una domanda che ti avranno fatto in tanti ma che è d’obbligo: cosa ha significato questa esperienza per i Diane and the shell?
“È stata insieme un’esperienza emozionante e una sfida. Emozionante perché l’America rappresenta il luogo di nascita della musica indipendente. Tutti noi ci siamo formati ascoltando quella musica, e suonare lì è stato come realizzare un piccolo sogno“.
“D’altro canto è stata anche una sfida perché abbiamo lavorato sodo per prepararci al tour, sacrificando altri impegni, e lavorando per racimolare i soldi del viaggio. Luca, il nostro chitarrista, già lavorava, ma per esempio io ho fatto il cameriere nei fine settimana, e Schillaci ha fatto il lavapiatti allo Zo. È stato un traguardo importante per il gruppo. Adesso passano la nostra musica nelle radio delle università americane e il nostro disco è distribuito dalla Nail, una grossa casa distributrice“.
Per concludere, vuoi parlarci dei progetti futuri del gruppo?
“Prevediamo di tornare in America per promuovere il vecchio disco ed eventuali nuovi pezzi. Questa volta però vorremmo percorrere la costa occidentale. Abbiamo ricevuto un’accoglienza che dire calorosa è poco. Siamo stati sia aiutati economicamente, che supportati umanamente. È stata un’esperienza senz’altro positiva da molti punti di vista“.
FORMAZIONE DIANE AND THE SHELL
Alessandro Munzone, drums & glockenspiel
Giuseppe Schillaci, bass
Luca Siracusa, guitar & laptop samples
Emanuele Venezia, guitar & piano
BIOGRAFIA
These four musicians from Catania, Italy are in love with the loudest volume of their amps and have a passion for angular and geometric, yet organic, song structures.The music brings to mind images of a lilting and sensuous dance thousands of feet above terra firma, caressing the outer limits of our atmosphere and roaring back down to earth like a jet airplane. 30,000 Feet Tarantella is a work full of moody irony, joy, and passion. Diane and the Shell illuminates a direct, powerful, and clear sound rich with allegorical metaphors, given life in haunting orchestral arrangements.The grace and sensitivity of their playing belies a maturity and wisdom far beyond their young ages.Their debut, The Red EP, churned forth progressive structures and mutant-disco provocations foreshadowing the fully realized work expressed with this release. 30,000 Feet Tarantella was recorded and mixed by Sacha Tilotta with the artistic production of Agostino Tilotta (Bellini, Uzeda) in one week of amusing and exhilarating delirium.
UNITED STATES TOUR
Oct 16/06 | Austin, TX | Emo’s
Oct 17/06 | Dallas, TX | Good Records (6.00 PM)
Oct 17/06 | Denton, TX | JJ’s Pizza (10.00 PM)
Oct 18/06 | Dallas, TX | Cavern Club
Oct 19/06 | Wichita, KS | The Anchor
Oct 20/06 | Oklahoma City, OK | Conservatory
Oct 21/06 | Lawrence, KS | Replay Lounge
Oct 23/06 | Lexington, KY | The Dame
Oct 24/06 | Columbus, OH | Bourbon Street
Oct 25/06 | North Manchester, IN | The Firehouse
Oct 26/06 | Bowling Green, OH | Howards
Oct 27/06 | Chicago, IL | Cal’s Liquor
Oct 28/06 | Milwaukee, WI | Circle a Cafe
Oct 29/06 | Cleveland, OH | Pat’s in the flat
Oct 31/06 | New York, NY | CMJ fest – Trash Bar
Nov 01/06 | New York, NY | 3rd Ward
Nov 02/06 | Rochester, NY | Monty’s Krown
Nov 04/06 | Baltimore, MD| Talking Head
www.dianeandtheshell.net