“In Sicilia queste elezioni europee saranno un referendum sul Governo Crocetta”

PARLA SALVO POGLIESE, CANDIDATO DI FORZA ITALIA AL PARLAMENTO DI STRASBURGO

L’Europa troppo “tecnocratica”. L’economia siciliana che langue, anche a causa “del peggiore Governo regionale che la Sicilia ricordi”. Il grande tema dell’immigrazione, Frontex, i fondi europei non spesi: questi ed altri temi sono alla base della chiacchierata con Salvo Pogliese, vice presidente dell’Ars e candidato alle elezioni europee nella lista di Forza Italia, naturalmente nel collegio Sicilia-Sardegna.

Onorevole Pogliese, perché ha scelto di candidarsi alle europee?

“Non è stata una candidatura autopromossa, come accade molto spesso, ma sollecitata e proposta da altri, dai semplici cittadini agli iscritti e dirigenti del mio partito. La mia è stata una scelta fatta col cuore e col cervello, dove è innegabile abbia molto pesato la convergenza sul mio nome proveniente, non solo dall’ambiente degli ex An, ma anche da quello forzista. Entrambe le anime decise a puntare sulla mia candidatura quale elemento di rinnovamento del partito nel Parlamento europeo”.

Come vede lei oggi l’Europa?

“La vedo, la avverto, come la maggioranza dei cittadini: un’entità fredda, tecnocratica. Noi invece, da sempre, abbiamo sognato un’Europa diversa, un’unione politica identitaria che tuteli gli interessi nazionali e territoriali”.

Quali problemi della Sicilia vorrà portare in Europa affinché abbiano una pronta risposta?

“Purtroppo i problemi della Sicilia sono da sempre molti e, grazie al fallimentare governo regionale di Rosario Crocetta, sono anche aumentati negli ultimi tempi. Anzitutto l’incapacità di spendere i fondi comunitari, che invece rappresenterebbero, se ben usati, un validissimo aiuto innanzi alla crisi economica che sta investendo la nostra terra. Incapacità che nel corso degli anni si è aggravata. Infatti, nella programmazione europea 2000/2006, pur nella eccessiva parcellizzazione di 40mila interventi, si è riusciti a impiegare proficuamente la quasi totalità di questi fondi mentre oggi, con la programmazione 2007-2013, la cui rendicontazione si conclude nel 2015, siamo in assoluto ritardo e c’è il concreto rischio di perdere centinaia di milioni di euro non avendo ancora certificato la spesa di 2,5 miliardi di euro.

Altri interessi siciliani che a suo parere andrebbero difesi a Bruxelles?

“Anzitutto la questione dell’immigrazione. La Sicilia, e l’Italia più in generale, non possono essere lasciate da sole ad affrontare il problema dei flussi migratori che investono le nostre coste. In tal senso occorre andare oltre Frontex puntando alla creazione di una nuova e specifica agenzia europea che si occupi del problema immigrazione in ogni suo aspetto. Questa nuova agenzia dovrà avere sede nella “porta d’Europa”, in una terra come la Sicilia esposta in prima fila. Compito di questa nuova Agenzia dovrà essere la realizzazione di una politica comune rispetto ai respingimenti e all’accoglienza dei migranti. Secondariamente, ma non per importanza, occorre difendere con maggiore incisività l’agricoltura e il settore agrumicolo siciliano. La nostra produzione deve essere tutelata e garantita, attraverso la promozione della riconversione dei terreni agricoli, un maggior controllo della filiera che va dal produttore al consumatore, punto di forza dell’agricomicoltura siciliana rispetto ai comparti degli altri paesi europei ed extraeuropei. Vogliamo, inoltre, porre all’attenzione di Bruxelles la necessità del rilancio del polo catanese della microelettronica, essenziale per l’economia dell’intera Sicilia, per cui possono, e devono finalmente, essere utilizzate le risorse del programma Horizon 2020”.

Quindi guardare all’Europa ma avendo nel cuore la Sicilia…

“Un’elezione europea da affrontare con cuore siciliano, non solo perché occorre dare più voce ai problemi della nostra terra nel Parlamento europeo, ma anche perché questo turno elettorale sarà un banco di prova per il governo Crocetta. Un referendum, cui sarà chiamato il popolo siciliano, per esprimere assenso o dissenso innanzi alla politica di soli annunci del peggiore Governo regionale che la Sicilia abbia mai espresso”.

 


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