Ci dispiace scrivere queste cose. Ma qui c'e' il rischio di trasformare in 'spettacolo' una vicenda che ha seminato morte e misteri nel nostro paese
Il ricordo di Giovanni Falcone diventa uno “show”?
CI DISPIACE SCRIVERE QUESTE COSE. MA QUI C’E’ IL RISCHIO DI TRASFORMARE IN ‘SPETTACOLO’ UNA VICENDA CHE HA SEMINATO MORTE E MISTERI NEL NOSTRO PAESE
Restiamo perplessi nel leggere il seguente comunicato stampa: “A 22 anni dalle stragi del 1992, il ‘Comitato Ventitré Maggio’ ricorda Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e gli agenti delle loro scorte”.
“Il 22 maggio alle 21,30 – prosegue il comunicato – al teatro Biondo Stabile in via Roma 258, a Palermo, per la terza edizione di ‘Le notti della Memoria’, va in scena ‘Ventanni di trattativa – A cavallo tra Stato e Mafia’. Sabina Guzzanti, Pif, Stefania Petyx e tanti altri ospiti spiegheranno la cosiddetta ‘trattativa’ tra i vertici dello Stato italiano e lorganizzazione criminale Cosa Nostra e come questa abbia influenzato il corso della politica e di conseguenza delle nostre vite, soprattutto in Sicilia”.
“I giornalisti Giuseppe Pipitone (Il Fatto quotidiano), Giorgio Bongiovanni (Antimafia 2000) e Luigi Perollo (Trm) daranno il loro punto di vista sullargomento trattativa, attualmente oggetto di indagini giudiziarie, inchieste giornalistiche e polemiche politiche”.
“Le loro dichiarazioni – leggiamo sempre nel comunicato – si alterneranno con gli interventi di numerosi artisti: Salvo Piparo e Costanza Licata, Ivan Fiore, Lorenzo Pasqua, Roberto Pizzo e i Bottega Retrò (Cocò Gulotta e Al Di Rosa).
Sul palco anche il dj Mario Caminita. Nel corso della serata sarà inoltre proiettata una video-intervista al magistrato Antonino Di Matteo, che negli ultimi anni ha indagato sul tema della trattativa”.
“La serata – conclude il comunicato – sarà condotta dallattore Cristiano Pasca. Lo show andrà in onda su Radio Time (a Palermo sulla frequenza 94)”.
Insomma, se abbiamo ben capito, il ricordo di Giovanni Falcone – in un anno cruciale, visto che quest’anno la ricorrenza coincide con la celebrazione del processo sulla trattativa tra Stato e mafia – diventa uno “show”. E’ normale tutto questo?
Nulla da dire sui colleghi giornalisti. Ma cosa c’entrano gli uomini di spettacolo? Per carità, giusta la denuncia civile anche nelle attività culturali. Ben vengano film e altro ancora. Ma è l’ ‘atmosfera’ che traspare da questo comunicato stampa, tra musiche e dj, che a noi non convince. Per niente.
A nostro avviso, la parla “show” con la strage di Capaci, con la strage di via D’Amelio, con le bombe di Milano, Firenze e Roma e con un difficilissimo processo che sta provando a ricostruire uno dei periodi più bui della nostra Repubblica è del tutto fuori luogo.
Il rischio che si sta correndo è quello della ‘spettacolarizzazione’ di un evento che non deve divertire, ma che deve fare riflettere. Già in Sicilia c’è il problema dei ‘Professionisti dell’Antimafia’ – politici e imprenditori – che si fanno i propri affari nel Governo della cosa pubblica. Ora ci mettiamo anche lo “show” sulla strage di Capaci e sulla trattativa tra mafia e Stato e la ‘frittata’ è fatta…
Tra l’altro, questa impropria ‘spettacolarizzazione’ rischia di offuscare un problema che il nostro giornale sta cercando di fare emergere: ovvero la contraddizione di uno Stato che, mentre riserva a Di Matteo, di fatto, lo stresso trattamento che alla fine degli anni ’80 del secolo passato riservò a Falcone delegittimandolo, si accinge a ‘celebrare’ lo stesso Falcone: operazione che va denunciata con forza.
Insomma, questa ‘spettacolarizzazione’, se non corretta, rischia di produrre danni seri.