EDITORIALE/ Matteo Renzi a Palermo, cosa chiede la Sicilia

UNA PROPOSTA CONCRETA: L’ESENZIONE DALLE TASSE, PER CINQUE ANNI, PER LE IMPRESE CHE INVESTONO NELLA NOSTRA ISOLA

di Carmelo Raffa

Nel pomeriggio di oggi avremo l’onore di avere a Palermo il Primo Ministro e leader nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi.

In Piazza Politeama, alle 18,00, assisteremo sicuramente ad un bagno di folla, poiché oltre ai palermitani aggiungeranno tante persone provenienti da tutta la Sicilia per sentire il verbo del nuovo Capo.

Matteo Renzi ci parlerà e ci delizierà di tante cose che già conosciamo: gli ottanta euro di detrazione, la crisi economica, l’Europa e l’euro, i tagli alla spesa pubblica e la vendita delle auto blu, il piano di sviluppo economico, la riforma del lavoro, etc.

Ma noi la cosa che gradiremmo di più è che ci parlasse dei problemi particolari della nostra Sicilia.

 

Matteo Renzi dovrebbe essere conscio che i numeri hanno la testa dura e che in particolar modo quando questi vengono forniti dalla Banca di Stato non sono contrastabili.

La Banca d’Italia ha certificato quattro anni fa che la Sicilia è fortemente arretrata e che si ritrova nella stessa situazione economica del dopoguerra.

L’anno scorso la stessa Banca d’Italia ha definito fortemente preoccupante la situazione, in quanto si constatava la perdita continua di posti di lavoro e nell’ultimo anno ammontano a 65 mila.

Dopo questi dati che denotano che la Sicilia è sprofondata negli abissi, a cominciare da Palermo, notiamo che quasi quotidianamente chiude qualche impresa e che i non occupati non si contano più.

Se l’Italia, complessivamente, si appresta ad uscire dalla crisi ciò non sarà possibile per la nostra Regione senza un’attenzione particolare da parte di chi ha il dovere di farlo.

Per questo motivo ci permettiamo di rilanciare una nostra proposta di qualche mese fa che dovrebbe riguardare la Sicilia ed altre aree depresse del Paese.

In che cosa consiste? È una proposta semplice. Sicilia ed aree economicamente depresse dovrebbero godere, per un periodo di cinque anni, di una totale esenzione dalla tasse per le imprese che investono e danno nuova occupazione. I nuovi occupati percepirebbero 1000 euro al mese netti per trenta ore settimanali.

Chiediamo la luna nel pozzo? Non crediamo proprio, perché se pensiamo alle risorse che dovevano arrivare da decenni un virtù dello Statuto speciale siciliano, riconosciuto dalla Costituzione italiana, rileviamo che lo Stato dovrebbe dare alla Regione tanti miliardi di euro.

Caro Presidente Renzi, se l’è chiesto perché Maroni vorrebbe il nostro Statuto per la sua Lombardia? Se l’è chiesto perché lo fa, nonostante tantissime imprese e quasi tutte le Aziende di Credito hanno i centri direzionali a Milano? Roberto Maroni non è un fesso e vorrebbe questo Statuto per attuarlo e farlo valere, mentre i nostri politici siciliani non perché fessi, ma per spirito di sudditanza hanno sempre ceduto ai voleri di Roma Ladrona.

Caro Renzi, rifletta su ciò e lo faccia seriamente e concretamente. Qui abbiamo tantissimi disoccupati e tanti giovani che lasciano la propria terra pensando di fare fortuna in terre straniere. Quindi rinunzi a pensare ad oggi Palermo come una passerella elettorale e s’impegni per realizzare i fatti che contano e che lasciano il segno nella storia.


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