La manovra ‘salva stipendi’ arriva in Aula tra mille polemiche

MARTEDI’ LA VOTAZIONE A SALA D’ERCOLE. PER IL M5S SI TRATTA SOLO DI UNA MANOVRA ELETTORALE. MENTRE TOTO CORDARO PUNTA IL DITO CONTRO I DEPUTATI ASSENTI OGGI IN AULA E ANTONELLO CRACOLICI CHIEDE CHIAREZZA SULLA BOCCIATURA DEL SUO EMENDAMENTO SUL TETTO AGLI STIPENDI. BOCCIATURA DA CUI IL PRESIDENTE DELL’ARS PRENDE LE DISTANZE

E’ stata incardinata oggi in Aula la manovra correttiva da 132 milioni di euro, approvata nella notte in commissione Bilancio all’Ars e che sarà posta al voto di Sala d’Ercole  martedì prossimo:  “Come tutte le manovre, contiene luci e ombre – ha detto intervenendo in aula Vincenzo Vinciullo (Ncd), vicepresidente della commissione Bilancio e relatore di minoranza del ddl – ma abbiamo salvaguardando un principio: prima di tutto vengono gli stipendi delle famiglie siciliane”.

La manovra servira’ principalmente alla copertura degli stipendi di enti, consorzi e lavoratori forestali. “E’ una manovra emergenziale, ci sara’ bisogno di un nuovo intervento. Rispetto ad analoghe manovre del passato – ha aggiunto Vinciullo – abbiamo evitato l’assalto alla diligenza”.

Ma, non mancano le polemiche. ”Si predica male, si razzola peggio. E si legifera a comando. Finche’ si andra’ avanti in questo modo, per la Sicilia non ci sara’ speranza. Hanno tentato, perfino, l’assalto al carrettino, visto che le casse sono praticamente vuote e che si era concordato di presentare emendamenti che non provocassero aggravio di spesa, ma nei fatti non e’ andata cosi”’.  Così il gruppo M5S all’Assemblea regionale siciliana ch aggiunge:

”Una manovra a rate, perche’ ce ne saranno altre a breve, di chiaro stampo elettoralistico – afferma il capogruppo Francesco Cappello – impostata con il solito metodo del ‘salvatore’ Crocetta, se passera’ indenne il vaglio dell’aula. Non e’ casuale che il pagamento degli stipendi avvenga a ridosso delle elezioni. Non e’ casuale l’assenza del governatore in commissione, non e’ casuale che l’assessore abbia riscritto e rimodulato la mini manovra per ben tre volte, fino a quando la maggioranza non ha soddisfatto tutte le pretese avanzate nei confronti di un governo in balia non dei siciliani, come sarebbe giusto che fosse, ma di un piccolo gruppo di persone che per l’ interesse di pochi e’ disposto a sacrificare gli interessi della collettivita”.

Toto Cordaro, capogruppo Pid-Cantiere Popolare, stigmatizza invece l’assenza dei parlamentari dall’Aula: “E’ un’offesa ai siciliani la presenza di soli tredici deputati oggi in aula per discutere della manovra finanziaria approvata la notte scorsa dalla Commissione Bilancio. Un’aula con tredici deputati in un momento come questo e’ assolutamente ingiustificabile – dice Cordaro – siamo in aula senza un minimo di percorso delineato in una conferenza, formale o informale, dei capigruppi”. E aggiunge: “Questa e’ la prima volta che ci sia una manovra finanziaria a tempo”.

Fa discutere anche la bocciatura dell’emendamento che prevedeva un tetto agli stipendi:

“Leggo di mie presunte decisioni in ordine all’inammissibilita’ dell’emendamento A 58 a firma dell’onorevole Cracolici- dice il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone- Faccio presente, per amore di verita’, che, per ragioni temporali e procedurali, questa presidenza non ha, ne’ poteva, assumere alcuna decisione, visto che il relativo disegno si legge si trova ancora all’esame della Commissione Bilancio. Tuttavia, condivido, nella forma e nel merito, quanto deciso in seno alla seconda Commissione”.

Per Antonello Cracolici, che aveva presentato l’emedamento, non c’è chiarezza sulla questione:

”Durante la seduta di ieri sera il presidente della commissione Bilancio ha letto una nota che indicava la parziale inammissibilita’ del mio emendamento sul tetto di 200 mila euro per gli stipendi di dirigenti della Regione, dell’Ars e degli enti controllati. A mia precisa domanda su chi fosse l’autore della nota, mi e’ stato risposto che si trattava di una comunicazione del presidente dell’Ars Ardizzone. Bisogna fare chiarezza su quello che e’ accaduto – aggiunge Cracolici – per fugare ogni dubbio di essere di fronte ad una ‘nota anonima’ che servirebbe a giustificare un provvedimento di inammissibilita’ che continuo a ritenere inaccettabile, dal momento che l’emendamento non interviene sulla natura dei contratti in essere ne’ su diritti quesiti, ma sui limiti di tetto ai quali qualunque funzionario pubblico operante in Sicilia e pagato attraverso i fondi del bilancio della Regione, dovra’ attenersi”.


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