Non c'è pace alla camera di commercio di catania, dove è in corso un pesantissimo braccio di ferro per l'elezione di giunta e presidente. Dopo le pesantissime denunce di confcommercio e del presidente provinciale dell'ente camerale, che potete leggere qui, arriva anche quella della cidec, la confederazione degli esercenti commercianti, che non esita a parlare di veri e propri metodi mafiosi:
Affaire Camera di Commercio, Cidec: “A Catania metodi mafiosi”
Non c’è pace alla Camera di Commercio di Catania, dove è in corso un pesantissimo braccio di ferro per l’elezione di Giunta e Presidente. Dopo le pesantissime denunce di Confcommercio e del Presidente provinciale dell’ente camerale, che potete leggere qui, arriva anche quella della Cidec, la Confederazione degli esercenti commercianti, che non esita a parlare di veri e propri metodi mafiosi:
“Alla luce delle ultime dichiarazioni rilasciate da coloro che si reputano “i padri nobili” del mondo professionale, imprenditoriale e sindacale del territorio etneo, non possiamo esimerci dal commentare la scandalosa situazione che è avvenuta e che sta avvenendo alla Camera di Commercio di Catania, interessata in questi giorni dal elezione del presidente e della giunta camerale.
Siamo consapevoli del grave momento di crisi economica che il mondo imprenditoriale sta attraversando e la nostra priorità è la stabilità e la tenuta della Camera di Commercio, ma abbiamo constatato come uno dei salotti buoni della Città sia finito nelle mani degli untori. La Confindustria e i suoi alleati credono di trovarsi in un qualche proscenio politico di bassa lega, tentando di riproporre il peggio della politica con spartizioni di poltrone da Prima Repubblica. In virtù di ciò abbiamo deciso di non far parte di questo gioco perverso,consegnando le nostre dimissioni dal consiglio
camerale, coerentemente con la nostra storia e la nostra identità di organizzazione sindacale.
Ci chiediamo,sentendo le dichiarazioni di costoro, che sostengono di poter governare la Camera di Commercio anche in solitudine, cosa li trattiene dal farlo e come possano influire le nostre dimissioni e quelle di altri undici consiglieri camerali in tutto ciò. Forse perché sanno bene di non rappresentare la maggioranza degli imprenditori etnei?!. Non mettiamo in discussione che troveranno comunque le coperture politiche,aldilà di ciò che le leggi regionali e nazionali di regolamentazione delle camere di commercio prescrivono, considerato che l’assessore regionale alla cooperazione e commercio è espressione della Confindustria siciliana.
Pertanto,le dimissioni del nostro rappresentante , seppur inutili, sono inderogabili, perché non vogliamo passare alla storia di questo territorio come persone che hanno chinato la testa a codesti metodi “mafiosi”.
La Camera di commercio di Catania è il fulcro delle attività economiche e professionali della città. Oggi, per via degli appetiti di codesti trasformisti che pensano di poter lucrare sulle spalle delle categorie produttive di questa città, essa vede incrinato il proprio ruolo. Essi stanno portando via la roba verso le rotte Siracusane ,spaventati dal impatto
che labolizione delle province e la creazione di nuove forme di partecipazione territoriale avranno anche sulle Camere di Commercio che, necessariamente, dovranno subire le stesse trasformazioni .
Tutto il darsi da fare da parte di alcuni confindustriali siracusani con i flirt e corteggiamenti, con i giochi incrociati e le promesse, ripropongono schemi ormai abrogati, figli di un totale malcostume che non possiamo permettere si riproponga . Un pezzo importante della Camera di Commercio di Catania e delle partecipazioni che essa ha sul nostro territorio non possono certo prendere il largo fagocitando gli appetiti Aretusei . Meschina e insensata è la posizione assunta in questa vicenda dai buoni catanesidella cosiddetta maggioranza della C. di C. Costoro non hanno e non stanno comprendendo la gravità dei loro gesti, dannosi per tutto il territorio etneo.
Ribadiamo con forza la condanna di tutto questo e non abbassiamo la testa, non solo per la nostra dignità e rispettabilità ma soprattutto per i nostri associati ,meritevoli della massima tutela rispetto a queste annose e annichilenti vicende”.
Presidente CIDEC
Nino Giampiccolo