La ‘sparata’ di Alfano: “Seicento mila immigrati pronti a invadere l’Italia”. Ah, se i voti fossero legati a certe uscite…

OGGI, A PALERMO, ALLA ‘CONVEGNESSA’ SULL’IMMIGRAZIONE ANDATA IN SCENA A PALAZZO REALE, IL MINISTRO DEGLI INTERNI E LEADER DEL NUOVO CENTRODESTRA HA DATO I ‘NUMERI’. LA REPLICA DI RITA BORSELLINO E ALFIO FOTI. LE PAROLE DI BUON SENSO DI NINO D’ASERO

Quando stanno per arrivare le elezioni e un politico ha la sensazione che i voti gli mancheranno, tutto da brodo pur di provare a cambiare il corso delle cose. Deve aver pensato questo il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, oggi a Palermo per fare passerella ad una ‘Convegnessa’ sull’immigrazione.

Angelino Alfano subito dopo la comunione. Foto di Gabriele Bonafede

Le chiacchiere soon andate in scena a Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano prima bloccato per due mesi con una legge inutile (la riforma delle Province sbagliata e lasciata a metà) e, negli ultimi dieci giorni, da un Governo che si occupa di arraffare poltrone (legge manager della sanità) e che non riesce a incantare il PD.

A Palazzo Reale, oggi, Alfano ha lanciato una notizia ‘bomba’: ci sarebbero 600 mila immigrati pronti a invadere il nostro Paese. Alla fine una bella notizia per chi si è arricchito e continua ad arricchirsi facendo la ‘cresta’ sul ‘business’ dell’accoglienza a spese degli ignari contribuenti italiani e, in parte, dell’Unione europea.

Detto questo, a molti osservatori le cifre sciorinate dal Ministro sono apparse esagerate. Siccome gl’italiani sono stanchi di questa ‘bordelliata’ dei migranti, il Ministro Alfano pensa che il Nuovo centrodestra guadagnerà voti? Chissà.

Intanto Alfio Foti, esponente storico di Un’Altra storia di Rita Borsellino, candidato della Lista Tpsiras alle elezioni europee nel collegio Sicilia-Sardegna, replica così:

“Non si possono lanciare allarmismi infondati su un tema così delicato come quello dell’immigrazione, tanto più se il sospetto è che sia fatto per fini elettorali. Le stime sul flusso immigratorio date da Alfano sono state smentite dal Consiglio Italiano per i Rifugiati. Detto questo, è giusto chiedere all’Europa di fare la sua parte, ma l’obiettivo del coinvolgimento di tutta l’Unione, così come degli organismi internazionali, deve essere quello di garantire la solidarietà e il rispetto dei diritti umani e di evitare nuove tragedie. Serve uno sforzo di cooperazione e accoglienza, e non di chiusura come ha viene fuori dalle parole di Alfano. Questa è l’Europa per cui ci battiamo”.

Si tratta, in realtà, di una dichiarazione congiunta Alfio Foti-Rita Borsellino. “A proposito di Frontex – aggiungono – è bene ricordare che alcuni Paesi, tra cui l’Italia, pochi mesi fa si sono opposti alla creazione di una cabina di regia europea per presidiare le frontiere. E il ministro degli Interni italiano era Alfano. Non si è credibili quando si chiede un impegno europeo nell’emergenza, per poi rinchiudersi negli egoismi nazionali nella gestione ordinaria. Serve una politica comune sull’immigrazione. E questo vale anche per gli strumenti come Frontex”.

“La Sicilia è la ‘porta’ del Mediterraneo – aggiunge il parlamentare regionale del PD, Fabrizio Ferrandelli – storicamente è stata un ponte tra culture e religioni, e il paradosso sapete qual è? Che non è dotata di norme a sostegno dell’accoglienza, dell’inclusione sociale, della convivenza civile, dell’integrazione partecipe, dei diritti e della tutela dei cittadini stranieri. Insomma, di una legge di civiltà. E’ importante, quindi, l’appello lanciato dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, affinché il Parlamento siciliano si affretti a esaminare, così come calendarizzato 5 mesi fa dalla conferenza dei capigruppo, il disegno di legge che ho presentato a giugno 2013 in collaborazione con associazioni ed esperti dei fenomeni migratori”.

“Il testo, redatto insieme ad un gruppo di lavoro composto da esperti, legali, professionisti, consulenti, operatori del mondo dell’immigrazione e rappresentanti di associazioni – spiega Ferrandelli – è composto da 22 articoli e prevede la creazione di una Consulta e di un Osservatorio regionale sull’immigrazione; la stesura di un Piano regionale di indirizzo per le politiche sull’immigrazione; un ‘Registro delle associazioni degli immigrati’; indica le modalità di cooperazione fra la Regione Siciliana e i Paesi di provenienza dei migranti; individua i soggetti destinatari delle norme a tutela dei diritti e delle tutele; prevede specifiche misure per assicurare assistenza sanitaria, istruzione, integrazione culturale, interventi abitativi, misure contro la discriminazione, accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo; vi è poi una parte del ddl sui Centri di accoglienza. Ci sono inoltre alcune misure per favorire l’accesso al credito per creare occasioni di lavoro per gli immigrati”.

Sulla ‘Convegnessa’ di palermo interviene anche il capogruppo del Nuovo centrodestra all’Ars, Nino D’Asero.

“Non si poteva scegliere una regione più adatta, consona, per questo importante evento sull’immigrazione – dice D’Asero -. Al netto della boutade su Putin, non vi sono dubbi che il premio Nobel per la Pace sia moralmente appannaggio di Lampedusa, per quanto gli abitanti di questa isola hanno saputo fare, con spirito di abnegazione, nei confronti di una massa biblica di immigrati, i più fortunati approdati sulle sue coste”.

“La Storia parla chiaro – continua il capogruppo del Nuovo centrodestra – la Sicilia è forse l’unico luogo geografico dove gli ebrei non sono mai stati perseguitati e nemmeno tacciati con nomignoli ingiuriosi (vedi i marrani, convertiti per salvare la pelle, di Spagna). L’unico luogo dove hanno sempre convissuto etnie le più diverse fra di loro in pace e, se battaglie vi sono state, mai strettamente legate agli scontri etnici quanto di poteri contrastanti. Quanti, della mia generazione nata negli anni ’50, non hanno avuto un compagno di scuola figlio di genitori ‘misti’: siciliano e eritro oppure libico o ancora etiopico? Moltissimi. E quanti hanno pensato, da ragazzi, che quel colore della pelle fosse un discrimine? Probabilmente, nessuno”.

“Siamo una realtà multietnica da sempre – conclude D’Asero – e, per questo, abbiamo fatto del quieto viver comune qualcosa che va al di là del concetto stesso di tolleranza il quale concetto, a volerlo scandagliar bene, nemmeno è quella gran cosa etica per la quale viene spacciata con propaganda deviata. Da noi, la tolleranza si trasforma in solidarietà, in fratellanza”.

 

 

 


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