D’Alia e Faraone trattano a Roma i problemi della Sicilia. Giuseppe Lupo: “Sono forse deputati regionali?”

PARLA IL SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO SICILIANO RICANDIDATO ALLA GUIDA DEL PD DELL’ISOLA. “I PROBLEMI POLITICI SICILIANI SI AFFRONTANO NELLA NOSTRA REGIONE E NON NEI CAMINETTI ROMANI”. E POI ALTRI TEMI: LE PROVINCE, I CONSORZI DI COMUNI, LE CITTA’ METROPOLITANE. E GLI ACCORDI SOTTOBANCO TRA CUPERLIANI E PSEUDO-RENZIANI PER ‘ADDOMESTICARE’ L’ELEZIONE DEL SEGRETARIO REGIONALE. FACENDO SPARIRE I GAZEBI…

Allora segretario, a quanto pare neanche lei ha partecipato al vertice romano con Giampiero D’Alia e Davide Faraone…

Giuseppe Lupo, segretario regionale del PD siciliano e ricandidato alla guida del Partito Democratico nel’Isola non perde molto tempo a rispondere: “Perché, D’Alia e Faraone sono forse due parlamentari regionali?”.

La sua risposta ci disarma un po’. Sa, Faraone, da quando Renzi è segretario del Partito e lui fa parte della direzione nazionale si ‘cassaria’ tutto, come direbbero a Catania. Mentre D’Alia è addirittura un ministro…

“E io invece dico che i problemi politici siciliani si risolvono in Sicilia – ci dice Lupo -. Non sono interessato ai caminetti romani. Mi occupo di problemi politici e non di accordi di ‘Palazzo’. La verità è che questi vertici romani sono un’offesa alla Sicilia e all’Ars. I problemi politici siciliani, lo ripeto, si affrontano e si risolvono in Sicilia. A cominciare dalla questione delle Province. C’è un disegno di legge approvato dalla Prima Commissione dell’Assemblea regionale siciliana. Ed è da lì che dobbiamo partire per affrontare questo problema. Anche se, a mio giudizio, le emergenza sono altre”.

Quali?

“Intanto c’è la manovra bis che Sala d’Ercole deve esaminare e approvare in tempi strettissimi. Ci sono interi settori dell’Amministrazione regionale rimasti senza risorse finanziarie. Migliaia di siciliani ai quali la politica siciliana deve dare risposte concrete. Governo e Ars non possono ignorare quello che sta succedendo nella nostra Isola. E poi c’è una seconda emergenza”.

Ovvero?

“L’acqua. In questo settore la Sicilia è ormai ben oltre l’emergenza. Siamo all’allarme sociale. Nel Palermitano Acque Potabili Siciliane è fallita. Idem per la società privata di Siracusa. Giovedì prossimo – cioè tra due giorni e non tra due mesi – oltre cinquanta Comuni del Palermitano rischiano di restare senz’acqua. Lo stesso scenario, a breve, si prospetta nel Siracusano. L’assessore regionale Nicolò Marino ha più volte lanciato l’allarme, sull’acqua e sui rifiuti. Ma il presidente della Regione, Rosario Crocetta – questa almeno è la mia impressione – non credo abbia ancora capito la gravità della situazione in cui è precipitata la Sicilia”.

In realtà, se abbiamo ben capito, le priorità, per il presidente Crocetta e per l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, non sono tanto gli oltre trentamila siciliani rimasti sena soldi, ma il mutuo da un miliardo di euro che la Regione – in questo momento così drammatico – dovrebbe contrarre per pagare i debiti alle imprese. E noi, segretario, abbiamo il dubbio che la maggior parte di imprese da pagare non siano siciliane…

“Ed io confermo i vostri dubbi: il Governo Crocetta vorrebbe far accendere alla Regione questo mutuo per pagare, in maggioranza, imprese che hanno fornito servizi alle Asp siciliane. Si tratta, per lo più, di imprese non siciliane. La verità amara è che con la contrazione di questo mutuo e con il pagamento di questi debiti gli effetti economici positivi per la Sicilia sarebbero minimi, se non ininfluenti”.

Qual è la sua posizione sulla riforma delle Province?

“Su questa riforma il tempo è scaduto. Se non ricordo male, è da un anno che si parla di questa riforma. Ma se ne parla e basta. Giunti a questo punto, delle due l’una: o si affronta la questione subito, oppure si convocano i comizi elettorali”.

Cioè si rieleggono i Presidenti delle Province e i consiglieri provinciali.

“Se non ci sarà la riforma entro il 15 febbraio non vedo altre soluzioni”.

Parliamo delle tre improbabili città metropolitane della Sicilia. Qualcuno ha fatto notare che, in Francia, Parigi è una città metropolitana. Da noi ne vorrebbero costituire tre: Palermo, Catania e, addirittura, Messina…

“Tre città metropolitane e nove Consorzi di Comuni ci possono stare. Ma se i Consorzi di Comuni aumentano e i nuovi soggetti, nel complesso, diventano diciassette o diciotto, non ci siamo più. Diventa ipocrisia. Dove sarebbero i risparmi? Non ci stiamo”.

Ma è vero che per costituire le tre città metropolitane si dovrebbero sopprimere oltre cinquanta Comuni?

“La soppressione fisica dei Comuni – di oltre cinquanta Comuni – era prevista dal disegno di legge presentato dal presidente Crocetta. Ma noi del PD ci siamo opposti. Alle tre città metropolitane i Comuni debbono aderire su base volontaria. L’adesione forzata è stata eliminata”.

Scusi, segretario: ma perché un Comune del Palermitano, del Catanese o del Messinese dovrebbe aderire alla  città metropolitana. Un Comune dovrebbe sparire per risolvere i problemi finanziari di Palermo, Catania e Messina?

“L’adesione dei Comuni alle città metropolitane, lo ribadisco, non può che essere volontaria. Se un Comune non vuole aderire, va a far parte di un libero Consorzio di Comuni. Per aderire ad una città metropolitana ci vogliono degli incentivi. Penso, ad esempio, ai fondi europei”.

Parliamo un po’ del suo Partito. Delle elezioni del segretario del PD siciliano. Lei si è ricandidato da solo contro i cuperliani e contro una parte dei renziani: quei renziani che, per questioni di bottega, si sono messi d’accordo con i cuperliani.

“La mia ricandidatura è una scelta di libertà”.

Ma è vero che i sostenitori di Fausto Raciti – candidato cuperliano sostenuto anche da Davide Faraone – vorrebbero eliminare i gazebi?

“Guardi, chi vuole eliminare i seggi elettorali, cioè i gazebi, in realtà sta cercando solo di sabotare il congresso regionale del PD siciliano. Il problema, per quello che ho capito, sarebbe legato per lo più a Palermo e provincia. Qualcuno vorrebbe limitare la partecipazione al voto”.

Chi avrebbe in testa una simile strategia?

“Questo lo deve chiedere al segretario del PD di Palermo, Carmelo Miceli”.

Comunque finora le liste sono state presentate. Ci riferiamo, ovviamente, alle liste che dovrebbero eleggere i componenti dell’assemblea regionale del PD.

“Le liste sono state presentate. Ed io sono molto soddisfatto”.

Ma è vero che, oltre ad Antonio Ferrante, anche Giuseppe Lauricella appoggia la sua candidatura?

“Tutto vero”.

Segretario, ha fatto caso al fatto che quasi tutti i dirigenti del PD siciliano che ieri appoggiavano l’alleanza del suo Partito con il Governo di Raffaele Lombardo sono oggi contro di lei?

“Mi occupo del presente e del futuro. Il passato lo lascio a chi lo vuole fare rivivere”.

 

 

 

 


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Parla il segretario del partito democratico siciliano ricandidato alla guida del pd dell'isola. "i problemi politici siciliani si affrontano nella nostra regione e non nei caminetti romani". E poi altri temi: le province, i consorzi di comuni, le citta' metropolitane. E gli accordi sottobanco tra cuperliani e pseudo-renziani per 'addomesticare' l'elezione del segretario regionale. Facendo sparire i gazebi. . .

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