Quando la formazione incontra il lavoro: il master Terna-Unipa per i professionisti del futuro energetico

La formazione come strumento per la crescita a lungo termine. Il ponte necessario tra università e imprese. Le sfide del processo di transizione energetica. Sono gli elementi da cui nasce il master di secondo livello Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica, in collaborazione tra Terna e gli atenei di Palermo, Cagliari e Salerno, le città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino a cui sta lavorando proprio la società operatrice delle reti di trasmissione dell’energia elettrica italiane. Tre corsi contemporanei, della durata di un anno e a numero chiuso, alla loro seconda edizione con le iscrizioni che si chiuderanno il 4 settembre. E che apriranno ai 19 studenti selezionati le porte dell’assunzione a tempo indeterminato nella sede Terna di Palermo. «Uno dei valori aggiunti di questo corso, perché il nostro territorio ha bisogno di eccellenze che rimangano qui», commenta a MeridioNews il docente di UniPa Mariano Ippolito, coordinatore del master. Dove per qui si intende un Sud Italia da cui, secondo i recenti dati Almalaurea, la metà degli studenti specializzati scappa al Nord.

Ma stavolta è anche lo stesso qui in cui Terna ha deciso di investire cento milioni di euro a partire dal 2022 – prima edizione del master – e fino al 2026 con il Thyrrhenian Lab. Obiettivo: formare professionisti con competenze multidisciplinari, dall’ingegneria all’informatica, dalla statistica al management, tutte necessarie a gestire le continue evoluzioni del sistema elettrico in uno scenario di transizione green. Il master, della durata di un anno, partirà a novembre e si articolerà in moduli con percorsi diversi in base alla formazione di provenienza degli studenti selezionati, tutti in possesso di laurea magistrale in materie tecnico-scientifiche e informatiche.

«La creazione di percorsi differenziali e multidisciplinari è stato un lavoro ambizioso che ha richiesto molto impegno in fase di progettazione del master, ma pensiamo di aver trovato una formula che funziona», racconta Ippolito. I partecipanti sono divisi in tre gruppi sulla base dei loro studi: gli ingegneri elettrici, energetici e nucleari; quelli informatici, automatici e con altre specializzazioni; e infine i laureati di altre percorsi, dai fisici ai matematici. «C’è un primo modulo zero il cui scopo è rendere le conoscenze di base omogenee – spiega il docente al nostro giornale – e quindi, per fare un esempio, un ingegnere elettronico non dovrà seguire alcune lezioni ma un informatico sì, e viceversa. Nei moduli successivi, alla differenza per curricula spetta un peso differente nelle ore di lezione». Il tutto con l’obiettivo, dopo un anno, di formare delle nuove figure professionali, con competenze che siano più della somma dei percorsi tradizionali.

Un’esigenza sempre più attuale, considerati i cambiamenti non più rimandabili nel settore energetico. «Sappiamo tutti che oggi la vera sfida è abbandonare i combustibili fossili e, per farlo, dobbiamo integrare e sostituire quella generazione di fonti con le rinnovabili», spiega Mariano Ippolito. Una necessità ambientale – in vista degli obiettivi europei di decarbonizzazione – ma anche geopolitica e di autonomia energetica, come ha mostrato in tutta la sua evidenza la crisi scaturita dalle sanzioni alla Russia. «Quello che non tutti sanno, però, è che si tratta di un’operazione complessa, perché queste fonti non sono modulabili, hanno un certo grado di incertezza che rende complesso il corretto funzionamento del sistema – continua il docente – Per riuscire oltre un certo grado, serve rendere il sistema smart e, quindi, unire alle competenze ingegneristiche tradizionali quelle delle nuove tecnologie informatiche. Serve insomma digitalizzare la rete, così come definire e gestire queste nuove procedure».

Lo scorso anno, i pionieri di questa nuova professionalità sono stati in 15 a Palermo, a fronte di 41 candidature. Al momento, gli studenti del primo ciclo sono impegnati nello stage che prepara l’inserimento lavorativo in Terna. Che avverrà a novembre, insieme alla partenza della nuova edizione del master, con quattro posti in più. «Per quest’anno ci aspettiamo e speriamo in più candidature, perché una selezione più ampia assicura un livello qualitativo sempre più alto», conclude il coordinatore. Qualità che resterà in Sicilia. «Terna ha deciso di puntare sulla valorizzazione del Mezzogiorno, territorio di fondamentale importanza strategica in termini di risorse e capitale umano», ha dichiarato alla presentazione del nuovo ciclo del master Giuseppina Di Foggia, amministratrice delegata di Terna. «Formazione, competenza, occupazione, innovazione e transizione energetica sono direttrici fondamentali per il futuro dei nostri giovani e del nostro territorio», ha aggiunto il rettore di UniPa Massimo Midiri.


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