La due giorni dell’Europa all’Ars: dall’ostico discorso in inglese di Galvagno al fantasma di Musumeci

Il tema è nobile, nobilissimo, lo si capisce già dal titolo dell’evento: «Missione “ripristinare i nostri oceani e le acque entro il 2030” – Il faro del Mediterraneo in azione». L’organizzazione è di alto profilo e lo si legge su tutte le brochure: «Questo evento di alto livello è organizzato dalla Commissione europea in stretta collaborazione con il Governo italiano, la Regione Siciliana, e l’Università degli Studi di Palermo, con il supporto dell’Azione di coordinamento e supporto BlueMissionMed». Anche i risultati sembrano essere incoraggianti, dopo due giorni di dibattiti serrati a palazzo dei Normanni. Il clima, tuttavia, è stato permeato di quel tocco di surreale a cui ci ha sempre più spesso abituato chi quel palazzo lo vive ogni giorno: l’Assemblea regionale siciliana.

Che l’organizzazione non sia propriamente svizzera lo si capisce fin dalle primissime battute: è sufficiente la pioggia battente, evento di sicuro inatteso a Palermo, a mettere a dura prova l’accoglienza e l’accredito dei partecipanti, con dei gazebo allestiti in fretta di fronte all’ingresso di piazza del Parlamento. Ingresso che però non era quello deputato per la stampa accreditata – che pure non era stata informata -, con diversi giornalisti invitati a fare il giro dell’intero palazzo, malgrado il temporale, per potere superare i controlli e accedere. Una questione risolta dopo diversi minuti e telefonate. Ma i problemi con la sicurezza sono ordinari quando si tratta di eventi come questo, che prevedono la presenza di ben tre ministri della Repubblica.

A dare la benedizione ufficiale e istituzionale ai lavori, che si sono svolti interamente in lingua inglese, visti gli ospiti provenienti da mezza Europa e collegati anche da remoto, è il padrone di casa, il presidente dell’Assemblea regionale Gaetano Galvagno, che si lancia in un’impresa spinosa: il discorso di benvenuto interamente in inglese, con tutti i rischi che questo comporta. Alla fine Galvagno legge il suo discorso, lo fa in un inglese scolastico, certo, ma comprensibile e senza titubanze. «Ho appreso con piacere che venti progetti internazionali potranno godere di risorse per oltre 117 milioni di euro al fine di contribuire agli obiettivi della missione: proteggere e ripristinare la biodiversità, ridurre l’inquinamento, affermare un’economia blu sostenibile – dice – Si tratta di un obiettivo di grande importanza strategica, per il cui raggiungimento è necessaria la collaborazione di tutte le parti, pubbliche e private, in attuazione del principio di sussidiarietà, non solo verticale ma anche orizzontale, un principio di fondamentale importanza, che è stato introdotto dal Trattato europeo e che oggi è divenuto centrale nel nostro ordinamento».

Una prova di stile, quella di Galvagno. Superata a pieni voti, specie se si considera poi che gli altri rappresentanti delle istituzioni italiane o hanno disertato o si sono presentati in collegamento video e comunque parlando in italiano. Il coraggio in questo caso ha pagato. Promosso anche il segretario generale Francesco Scimè, uno che l’inglese lo parla in maniera fluente, seduto in prima fila e impeccabile, come durante le sedute dell’Assemblea. La novità più sconvolgente è vedere sala d’ercole ospitare telecamere, macchine fotografiche e taccuini, nonostante gli scranni siano tutti occupati da addetti ai lavori e partecipanti al convegno a dimostrazione che non è allora impossibile per chiunque non sia deputato o non faccia parte del personale dell’Assemblea calcare quel pavimento e fare il suo metiere senza interferire con l’ordine dei lavori in corso. A volte l’Europa serve anche a questo.

Il secondo giorno, perse le speranze di avere di fatto i ministri seduti al tavolo, la procedura d’ingresso è piuttosto semplificata. Ovviamente non si entra più dall’entrata imposta il giorno prima – troppo facile – e per accedere al palazzo non serve neanche il pass, basta avere la cortesia di salutare le persone all’ingresso. L’educazione prima di tutto. E dire che il programma dovrebbe partire subito forte, con l’intervento – tra gli altri – del presidente della Regione Renato Schifani, del sindaco di Palermo Roberto Lagalla e del ministro del Mare, Nello Musumeci. Dei primi due non c’è traccia. Del terzo nemmeno, ma questo non sorprende più di tanto, era già difficile vedere Musumeci in Aula quando era presidente della Regione, figuriamoci ora che non ha più obblighi di ruolo in tal senso. Il ministro arriva, anche se un po’ in ritardo rispetto ai tempi previsti, in collegamento video. Parla «il mediterraneo non è soltanto una grande opportunità di crescita per tutti i paesi, ma diventa anche una sfida, perché questo mare deve essere tutelato – dice – Ricordo ancora il grido d’allarme di 25 sindaci di città europee che lo scorso anno hanno visto aumentare l’inquinamento del nostro mare. Proteggere e tutelare le biodiversità marine costituisce una sfida non facile da vincere, ma le battaglie vanno prima combattute».

I lavori poi continuano con i tavoli programmati e la premiazione delle realtà virtuose dal punto di vista della sostenibilità e della cura del mare, con l’Italia più che degnamente rappresentata dall’isola toscana di Capraia e infine i saluti a una città che certo avrà colpito molti, ma che è riuscita a non snaturarsi neanche nelle sue storiche criticità.


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