A differenza della cgil siciliana, che continua a 'galleggiare' tra i fallimenti del governo crocetta e il vuoto politico-pneomatico del pd, i cislini non danno tregua. Attaccano e propongono soluzioni sui disastri della regione, sul comune di palermo, sulla ex fiat di termini imerese, fincantieri e via continuando
La Cisl siciliana torna a incalzare la politica: “In Sicilia serve una svolta vera”
A DIFFERENZA DELLA CGIL SICILIANA, CHE CONTINUA A ‘GALLEGGIARE’ TRA I FALLIMENTI DEL GOVERNO CROCETTA E IL VUOTO POLITICO-PNEOMATICO DEL PD, I CISLINI NON DANNO TREGUA. ATTACCANO E PROPONGONO SOLUZIONI SUI DISASTRI DELLA REGIONE, SUL COMUNE DI PALERMO, SULLA EX FIAT DI TERMINI IMERESE, FINCANTIERI E VIA CONTINUANDO
Siamo molto preoccupati, lo stato dei conti pubblici, delle partecipate, l’eccesso di burocrazia che blocca lo sviluppo, la mancanza di risposte da parte della politica, acuiscono la crisi e non consentono un allentamento degli effetti, bisogna impostare serie politiche di rilancio, migliaia di famiglie vivono con il fiato sospeso.
L’allarme è stato lanciato dal Segretario della Cisl Palermo Trapani, Mimmo Milazzo, nel corso della riunione dell’Esecutivo, che si è tenuta nella sede del sindacato in via Villa Heloise a Palermo.
Ormai è di gruppo pubblico locale che dobbiamo parlare – ha aggiunto Milazzo – i conti del Comune di Palermo non possono prescindere da quelli delle partecipate, siamo pronti a dialogare con l’amministrazione affinché il risanamento diventi la parola d’ordine e la guida per ogni azione. Ci auguriamo che il rischio di dissesto evitato negli anni scorsi dal Comune , non si ripresenti quest’anno.
Sui precari delle pubbliche amministrazioni Milazzo ha precisato: Avvieremo un confronto con tutti gli enti locali dei territori di Palermo e Trapani affinché si possa stilare un piano triennale di assunzioni, sulla base dei vuoti di pianta organica e della disponibilità di spesa in bilancio, bisogna procedere con ordine e programmazione.
Serve un serio piano di rilancio dell’economia – ha detto ancora Milazzo – che parta dalla riduzione degli sprechi, la riqualificazione della spesa pubblica di Stato Regione ed enti locali con l’applicazione dei costi standard, la lotta all’evasione per giungere alla riduzione della tassazione locale, alla diminuzione dunque del peso fiscale sui conti delle famiglie.
Fra le richieste della Cisl, un tavolo alla Regione che affronti una volta e per tutte le soluzioni non più rinviabili alla crisi delle industrie come Fiat, quelle dellarea di Carini con tutti gli stabilimenti in crisi e il settore industriale di Trapani.
Pesa – ha affermato Milazzo – il rinvio di decisioni certe come sul futuro dei lavoratori ex Fiat, per i quali ormai non è più tempo di discussioni sterili in tavoli ministeriali che si concludono con un nulla di fatto. I tempi stringono la Cassa integrazione presto non attutirà più i disagi vissuti dalle famiglie di Termini Imerese, chiediamo ai governi regionali e nazionali di procedere con la nuova firma dell’accordo di programma quadro, con le opere infrastrutturali per potenziare il territorio e con la ricerca di imprenditori seri disposti ad investire e rilanciare l’area.
Su Fincantieri dopo il via all’accordo sul rilancio, ci preoccupa lo stallo sulla realizzazione del bacino da 80 mila tonnellate che potrebbe vanificare gli sforzi finora fatti e mettere a rischio il futuro degli operai.
La Finanziaria regionale bocciata dal Commissario dello Stato – ha detto il segretario generale, Mauruzio Bernava – non prevedeva un vero intervento a favore del rilancio dell’economia, è stata scritta con inadeguatezza, tutto mentre il Pil cala ancora di più, i nostri giovani laureati vanno all’estero per trovare lavoro, la disoccupazione cresce, i consumi calano”.
“Lo ribadiamo ancora una volta – conclude Bernava – per un dare una vera spinta all’economia servono tre interventi: un piano di ristrutturazione e risparmio della spesa pubblica in ogni suo settore; l’uso dei fondi europei per investire nelle nostre eccellenze e attrarre anche nuovi investimenti insieme ad un piano industriale per il turismo, i beni culturali da coniugare con le infrastrutture; e infine un piano straordinario di opere pubbliche, cantieri da far partire subito per ridare ossigeno all’economia.