Vincenzo Gibiino è il nuovo leader di Forza Italia in Sicilia. ‘Radiografia’ e prospettive di questo Partito

IL BUON RISULTATO OTTENUTO ALLE ULTIME ELEZIONI POLITICHE, LA DEBOLEZZA DEGLI ALFANIANI SICILIANI E I ‘CASINI’ POLITICI E AMMINISTRATIVI CHE HA COMBINATO E CHE CONTINUA A COMBINARE IL GOVERNO CROCETTA SPIANERANNO LA STRADA AI BERLUSCONIANI SICILIANI, DESTINATI A INCREMENTARE LA RAPPRESENTANZA DI PARLAMENTARI A ROMA

Vincenzo Gibiino, 49 anni, avvocato, è stato designato coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Lo ha deciso Silvio Berlusconi, forse pensando che Catania – città nella quale Gibiino risiede – può dare al Cavaliere ancora tanto.
A Catania gli azzurri di Berlusconi sono sempre stati forti. E proprio a Catania il Cavaliere ha ricevuto le grandi ‘pugnalate’ da due ex democristiani che erano passati con lui tra la fine degli anni ’90 e il 2000: Giuseppe Firrarello e Giuseppe Castiglione (suocero e genero che hanno seguito Angelino Alfano nel Nuovo centrodestra dopo aver ‘impiombato’ il candidato del Cavaliere, Nello Musumeci, alle elezioni regionali del 2012, facendo votare, sottobanco, per Rosario Crocetta, del quale sono oggi ‘casualmente’ alleati’…). E a Catania ha tutta l’intenzione di recuperare con Gibiino (foto sopra tratta da cassibile.com)
Nomina risaputa e scontata quella di Gibiino, presidente nazionale dei Club Ferrari e non estraneo al mondo degli affari del Cavaliere.
Il coordinatore, insomma, dovrebbe essere la ‘medicina’ giusta per indebolire i già indeboliti Firrarello e Castiglione, con i quali il neo coordinatore di Forza Italia era in rottura ai dai tempi in cui suocero e genero fingevano ancora di stare nel Pdl, ma già ‘trescavano’ con la sinistra.

Gibiino dovrebbe essere affiancato da tre vice: uno proveniente dal Cantiere Popolare-Pid di Saverio Romano, uno da Grande Sud di Gianfranco Miccichè e il terzo dall’aria degli ex di An. In realtà, i vice coordinatori potrebbero essere due, con il terzo che potrebbe andare a ricoprire il ruolo di capogruppo all’Ars.
A Sala d’Ercole Forza Italia inizia la propria avventura con un drappello di nove parlamentari: Marco Falcone, Salvatore Pogliese, Giorgio Assenza e Santi Formica (quest’ultimo, in realtà, è anche vicino al capo dell’opposizione di centrodestra, Nello Musumeci) di provenienza An; e poi Toto Cordaro, Roberto Clemente, Angelo Figuccia (che ha lasciato il Partito dei Siciliani-Mpa ormai diventato ‘governativo’), Bernardette Grasso e Luisa Lantieri.
Al Parlamento nazionale Forza Italia siciliana può contare sui parlamentari della Camera, Saverio Romano, Stefania Prestigiacomo e Basilio Catanoso; e al Senato su Giuseppe Ruvolo, Bruno Alicata, Mario Ferrara e il già citato Gibiino. Quindi l’eurodeputato Salvatore Iacolino.  
Un’analisi sulle possibilità politiche ed elettorali di Forza Italia in Sicilia dovrebbe partire almeno da tre elementi. Primo elemento: il buon risultato ottenuto da Berlusconi alle ultime elezioni politiche in Sicilia. Secondo elemento: la debole consistenza elettorale degli uomini di Angelino Alfano in Sicilia. Terzo elemento: i ‘casini’ politici e amministrativi che sta combinando in Sicilia il Governo di Rosario Crocetta che dovrebbe allontanare migliaia di elettori da un centrosinistra già debole.
Risultato: anche in presenza di un eventuale arresto di Berlusconi (che anzi sfrutterebbe quest’eventualità per presentarsi come ‘vittima’), per Forza Italia, nell’Isola, si aprono grandi spazi politici ed elettorali. Tradotto in parole ancora più semplici, questo Partito ha tutti i numeri per incrementare in modo sostanzioso la rappresentanza parlamentare, con riferimento, soprattutto, ai deputati e ai senatori.

 

 

 

 

 

 

 


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