Il Consiglio comunale di Palermo ‘boccia’ i 5 milioni di euro per il complesso di San Basilio

UNO ‘SCHIAFFO’ PER L’ASSESSORE AGATA BAZZI, CHE AVEVA RIPROPOSTO IL PROVVEDIMENTO DOPO CHE SALA DELLE LAPIDI L’AVEVA ‘CASSATO’ PER TRE O QUATTRO VOLTE DI SEGUITO. FILORAMO (PD): “L’ASSESSORE DI DOVREBBE DIMETTERE PERCHE’ A VOTARE CONTRO E’ STATA LA MAGGIORANZA ORLANDIANA”

Ieri sera abbiamo scritto che nella manovra di assestamento di bilancio in discussione nel Consiglio comunale di Palermo c’è un progetto – per un importo pari a 5 milioni di euro – per il completamento del restauro del complesso di San Basilio. C’era, ma adesso non c’è più. Perché stanotte l’assemblea di Sala delle Lapidi l’ha ‘bocciato’.
Un’inchiummata, per certi versi clamorosa. Uno schiaffo all’assessore comunale, Agata Bazzi. E uno schiaffo anche alla Giunta comunale che, dopo una serie di ‘bocciature’, aveva riproposto il provvedimento.
“Giunti a questo punto – dice Rosario Filoramo, consigliere comunale del PD – l’assessore Bazzi dovrebbe trarre le logiche conclusioni politiche e rassegnare le dimissioni. Per vari motivi. In primo luogo, perché questo provvedimento è stato ‘bocciato’ per l’ennesima volta dal Consiglio comunale. E poi perché contro questa iniziativa, peraltro molto discutibile, hanno votato contro, ancora una volta, i consiglieri comunali del gruppo 139, cioè la maggioranza degli orlandiani”.

Che farà ‘Agata’? Se la conosciamo un po’ – e ormai stiamo imparando a conoscerla – difficilmente la ‘schioderanno’ dalla poltrona sulla quale sta seduta. Certo che l’assessore Bazzi è una tipa. Lo scorso anno ha provato a fare inserire questa delibera – il solito completamento di questo benedetto complesso di San Basilio e il Consiglio comunale – al quale spetta l’ultima parola su questi atti amministrativi – non l’ha nemmeno messo in discussione.
‘Agata’, che di carattere è tosta assai, ci ha riprovato a settembre. Ma il Consiglio comunale ha ‘inchiummato’ l’iniziativa per la seconda volta. Non contenta della doppia ‘bocciatura’, l’assessore si è catapultata dal suo collega assessore comunale al Bilancio, il buon Luciano Abbonato, bravissimo a far di conto, ma un po’ ‘digiuno’ in ‘intrighi’ politici e di ‘Palazzo’.
L’assessore Abbonato, nei giorni scorsi, senza sapere né leggere, né scrivere, ha ‘calato’ il completamento del restauro del complesso di San Basilio – un mutuo da 5 milioni di euro – nella manovra di assestamento di bilancio. Ma stanotte il Consiglio comunale ha ‘cassato’ il provvedimento per la terza volta.

In realtà, Sala delle Lapidi ha fatto una cosa positiva e una negativa. Ha ‘cassato, come già accennato, questa storia di San Basilio (cosa positiva). Ma ha acceso lo stesso un mutuo di 5 milioni di euro per opere pubbliche in alcuni casi molto discutibili. E cioè ‘pezzi’ di fogne e ‘pezzi’ di strade. Insomma, hanno tolto una clientela e ne hanno messe altre.
Di questi 5 milioni di euro di mutuo, insomma, la cosa più seria sono, forse, le opere di metanizzazione (1,6 milioni di euro) in contrada Ciaculli; mentre gli altri 3,4 milioni di euro sono ‘operette’ (in tutti i sensi) che hanno poso senso. Che significa, infatti, realizzare un ‘pezzo’ di strada e un ‘pezzo’ di fognatura? Queste opere o si fanno bene o non si fanno. Insomma…
Resta il dato politico. Che giustamente Filoramo segnala. Non sfugge agli osservatori che la maggioranza orlandiana è, di fatto, appiattita sui diktat dell’attuale amministrazione comunale. Tranne su questa storia del San Basilio (ma anche su altre ‘operazioni’ che riguardano sempre l’assessore Bazzi). Segno che tra il Consiglio comunale e questo assessore di intesa ce n’è veramente poca. Da qui la richiesta di dimissioni da parte di Filoramo.

Detto questo, il Consiglio comunale ha respinto tutti i tentativi di rendere meno pesante, per i cittadini palermitani, il pagamento della Tares. Su questo fronte i consiglieri comunali orlandiani si sono accodati all’Amministrazione Orlando. Peccato. Avrebbero potuto lanciare un segnale di discontinuità. Invece hanno mostrato il volto ‘tassaiuolo’.
Non può essere sottaciuto – come fa un nostro lettore commentando uno dei nostri articoli – che la pesantissima tassazione decisa dal Consiglio comunale di Palermo, oltre a penalizzare le famiglie (che ridurranno inevitabilmente gli acquisti di Natale: cosa, questa, che l’Amministrazione comunale Orlando avrebbe dovuto considerare invece di pensare solo alla Rap), metterà in seria difficoltà le imprese.
Insomma non si può piangere sulla chiusura dell’Hotel delle Palme, facendo finta di non sapere che uno dei motivi che stanno conducendo tante imprese di Palermo a chiudere i battenti – l’Hotel delle Palme, ma anche altre imprese, soprattutto commerciali – è proprio la tassazione locale che è ormai ai massimi livelli.

Ci chiediamo e chiediamo: come si fa a fare impresa a Palermo con un carico fiscale che, in Italia, è tra i più del mondo, a cui si somma il dato siciliano di un’Irpef ai massimi livelli e, adesso, Imu e Tares strutturate – anche in termini di scadenze temporali di pagamenti – non sulle esigenze di famiglie e imprese della città, ma di un’amministrazione comunale, di fatto, in default non dichiarato?
Qui, a nostro avviso, la politica tradizionale non ha più voce in capitolo. E’ bene che la parola passi ai Forconi. Ci vediamo tutti il prossimo 9 dicembre…

 


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