Acqua, Antonella Leto replica a Giancarlo Cancellieri

PROSEGUE IL DIBATTITO SU COME DOVRA’ ESSERE GESTITO IL SERVIZIO IDRICO IN SICILIA

da Antonella Leto
del dip. Beni Comuni FP Cgil Sicilia del Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni
riceviamo e volentieri pubblichiamo la replica alla dichiarazioni del capogruppo del M5S all’Ars rilasciate a LinkSicilia in questo articolo

“Certo è ben strano che chi si è candidato al ruolo di Presidente della Regione e riveste oggi l’importante carica di Capogruppo del secondo gruppo parlamentare all’ARS, l’On Cancelleri, trovi il tempo e la voglia di portare attacchi scomposti e personali, ad una singola persona, invitandola neanche troppo urbanamente, a farsi da parte e definendola “come persona portatrice di interessi politici particolaristici” che “pensa che ne possa usufruire come trampolino di lancio politico in vista di future occasioni elettorali” con preghiera finale “di accomodarsi alla porta”.

Caro Onorevole, chi Le risponde è una semplice attivista del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua. Una persona che dal 2006 è stata nelle piazze ed in centinaia di iniziative, manifestazioni ed assemblee per sostenere una semplice idea: l’acqua è un bene comune che appartiene alla collettività ed alle generazioni future che non può essere mercificata, non se ne può ricavare profitto. Una idea che è stata condivisa dalla maggioranza dei siciliani che con il 97,8% hanno votato “Sì” ai referendum del 2011, e che ad oggi non hanno ancora avuto risposta.

Non l’avranno neanche con la sbandierata legge sull’acqua che tanto alacremente il M5S si sta appuntando sul petto in questi giorni come una coccarda, dopo l’esito in IV Commissione Ambiente del testo del Governo a firma Crocetta-Marino. Una legge che non ripubblicizza, che accentra i poteri in maniera pericolosissima al livello governativo, che taglia democrazia e rappresentanza agli enti locali, che manca l’obiettivo di una legge di riforma complessiva della gestione della risorsa idrica, e che sopratutto lascia fino a scadenza naturale del contratto 40ennale la gestione di Siciliacque, per il 75% della multinazionale francese Veolia, che potrà continuare a fare profitti sulla pelle dei siciliani.

Quello che appare più strano è il fatto che, sebbene il testo del governo contenesse già questo passaggio, con un proprio emendamento il M5S lo abbia voluto riconfermare, accodandosi al coro delle sirene della buona gestione industriale, dell’economia di scala, dell’efficenza efficacia economicità, o peggio dell’impossibilità di rescindere i contratti se non pagando cifre astronomiche (e la minaccia che da sempre Siciliacque ventola come del resto tutti i gestori privati, malgrado ci sia una legge regionale che consente la rescissione mai ad oggi applicata).

Sarebbe utile ricordare forse che chi le risponde abbia chiesto già il 25 gennaio scorso, per conto del Forum, all’Assessore Marino di conoscere i rapporti attivi e passivi di Siciliacque con la regione detentrice del restante 25%, e di valutare l’eventuale costo della rescissione confrontato con gli introiti che la spa consegue e con le risorse che sottrae de facto alla collettività. Naturalmente noi non abbiamo ricevuto risposta, ma probabilmente il vostro gruppo parlamentare sì, visto che siete divenuti i sostenitori della continuità della gestione. Come si può allora sostenere di dare risposta alla promesse elettorali che anche voi come il Governatore Crocetta avete fatto ai cittadini, dicendo che l’acqua sarebbe tornata pubblica.

La verità è che chi è stato sconfitto, nella squallida vicenda del parto di questa brutta legge è la Democrazia. Ed a ben poco servono le “carte alla mano” che Lei On. Cancelleri sventola per dimostrare l’indimostrabile. La verità è che il vostro gruppo non ha, a mio avviso, voluto sostenere e difendere la prima legge di iniziativa Popolare e dei Consigli comunali che noi abbiamo promosso fin dal 2009 e che anche oggi la compagine politica tutta si è rifiutata di discutere. Quella legge, frutto di una mobilitazione continuativa e senza precedenti in Sicilia, 35.000 firme raccolte, 135 Comuni e una Provincia l’hanno deliberata, ha trovato in questa legislatura come nelle precedenti, un muro di gomma pronto a respingerla.

Serve a poco riepilogare, come potremmo, in quante occasioni il vostro gruppo avrebbe potuto farsi portatore e paladino di una idea così ampiamente condivisa. La IV Commissione Ambiente, di cui avete avuto sia la Presidenza che la Presidenza della sottocommissione per l’esame del nostro testo, comunque lo si voglia denominare, ha voluto accantonarlo in favore del testo del governo. Ed in quello del governo non avete neanche provato a reintrodurre i principi cardine della legge Popolare e Consiliare, come avreste potuto, ma avete da una parte accettato un impianto verticistico ed antidemocratico, dall’altra portato una “vostra visione” di riforma, certo legittimamente, ma che non ha nulla a che vedere con quanto i cittadini attraverso la legge popolare avevano proposto.

Semplicemente, a mio avviso, avete voluto dare una lettura in chiave di contrapposizione politica a questo percorso, assegnando a vostro piacimento appartenenze ai protagonisti, (compreso chi come me non solo non ha mai avuto alcuna tessera ed al contrario di Lei Onorevole non si è mai candidato a nulla), senza comprendere l’importanza di mettere in discussione una legge scritta dai cittadini, in un processo partecipato e democratico, che le appartenenze aveva rifuggito, e in cui tutti si erano sentiti portatori e protagonisti. Le contrapposizioni politiche sono state messe ancora una volta innanzi agli interessi della collettività. Cavillare sui regolamenti e le “prassi parlamentari”, non cambia la sostanza. Purtroppo si è mancata la possibilità di dare risposte democratiche ai cittadini e di utilizzare le “competenze esclusive il materia di acque pubbliche” che lo Statuto siciliano assegna alla nostra Regione.

Nessun atteggiamento ondivago è ascrivibile a chi persegue e continuerà a perseguire un solo obbiettivo, quello dell’Acqua Pubblica. Come sempre si scrive Acqua, si legge democrazia”.

Le contraddizioni del Forum siciliano dei movimenti per l’acqua pubblica

 


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