Ars: cosa ci inventiamo questa settimana per non fare nulla?

CI DOVREBBERO ESSERE LE VARIAZIONI DI BILANCIO. MA I ‘CASINI’ SONO TANTI. A COMINCIARE DAI PRECARI

Si apre una nuova settimana politica e parlamentare. La politica registra l’elezione dei segretari provinciali del PD. Non tutti, perché a Catania e a Trapani ci sono stati problemi.

A Palermo il nuovo segretario è il renziano Carmelo Miceli. A Enna vittoria ‘bulgara’ per Mirello Crisafulli. Quest’ultima, è una vittoria che in tanti, nel Partito Democratico siciliano, non ‘digeriscono’. E hanno ragione: Crisafulli porta voti e nel PD non servono i voti: servono gli accordi di vertice per fare i Governi con Raffaele Lombardo. O le chiacchiere sull’antimafia di Rosario Crocetta & Giuseppe Lumia.

E oltre al chiacchiericcio? Il nulla. E tanti problemi irrisolti. Dalla ripresa dei lavori parlamentari di settembre ad oggi, Sala d’Ercole non ha prodotto nulla. Vuoto totale. Mentre i problemi della società siciliana si vanno accumulando.

Una novità, in effetti, c’è: la ‘scoperta’, per alcuni, che le ‘casse’ della Regione sono vuote. Secondo l’assessore dimissionario che non si è mai dimesso, Luca Bianchi, titolare dell’Economia, si tratta di un ‘vuoto’ mezzo pieno: i soldi, dice, ci sarebbero: non si possono spendere perché ci sono i vincoli del ‘Patto di stabilità’.

Sarà. Intanto c’è da chiedersi che cosa farà questa settimana Sala d’Ercole. Di Bilancio 2014, per ora non se ne parla. Ci dovrebbero essere le variazioni di bilancio. Il disegno di legge – 71 milioni di euro disponibili – è pronto da un pezzo. La parola passa alla Commissione Bilancio dell’Ars. Si attende una divisione di queste risorse tra Comuni, operai della Forestale, Province e qualche altre cosa (si parla di qualcosa per enti e associazioni dell’ex Tabella H).

Intanto i Comuni aspettano. Ottobre è andato via e tantissimi Comuni siciliani sono senza bilancio 2013 approvati. Circa due mesi fa il disegno di legge che dovrebbe introdurre i liberi Consorzi di Comuni era pronto. C’era, ma nessuno l’ha visto. Prima o poi comparirà.

Questa settimana l’argomento che dovrebbe tenere banco dovrebbe essere il futuro dei precari siciliani. Non solo i 23-24 mila degli enti locali, ma tutti i precari dell’Isola. Che sono un po’ di più.

Li ha contati, la scorsa estate, il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino. Li ha ricevuti, gruppo per gruppo. Li ha censiti. E, mettendoci dentro anche i 25 mila operai della Forestale, era arrivato alla conclusione che i precari siciliani erano in centomila, come nella famosa canzone di Adriano Celentano.

 

Poi di questa ‘conta’ non si è saputo più nulla. E i precari sono ridiventati 23-24 mila. Per loro, lo scorso agosto, la ‘stabilizzazione’ era cosa fatta. Un problema risolto.

Noi ci siamo permessi di chiedere chi è che avrebbe ‘cacciato’ i soldi per pagarli. Alla fine, l’ammettiamo, il nostro era solo un ‘dettaglio’.

Oggi scopriamo che, alla fine, il dettaglio sta prendendo il sopravvento sul ‘tutto risolto’ di agosto. Nel senso che tra Roma e la Sicilia è iniziato lo scaricabarile: li paghi tu, no li paghi tu.

Risultato: fino ad ora, per questi benedetti precari siciliani – i 23-24 mila dei Comuni, s’intende, gli altri, per ora, non esistono – non ci sono soldi. Nel senso che Stato e Regione non sono nelle condizioni di ‘cacciare’ i soldi.

“Ma non era tutto risolto?”: con questa domanda della Cgil siciliana si è chiusa la scorsa settimana politica.

Vediamo, adesso, cosa ci riserva questa nuova settimana.

 

 


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