L'assessore all'economia si e' ricordato che esiste il sud
Luca Bianchi: “Le Ferrovie hanno distratto risorse dal Mezzogiorno”
L’ASSESSORE ALL’ECONOMIA SI E’ RICORDATO CHE ESISTE IL SUD
Rieccolo. Luca Bianchi, l’economista della Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorno, che si era fatto apprezzare per le sua analisi sulla questione meridionale, è tornato. Lasciando per un attimo da parte il suo ruolo di assessore regionale all’Economia nel Governo di Rosario Crocettta.
Ruolo in cui l’imprinting meridionalista è tutt’altro che evidente. Almeno a giudicare dal suo atteggiamento passivo dinnanzi alle richieste del Governo nazionale che stanno riservando alla Sicilia solo tagli e prelievi forzosi e scriteriati di risorse dal bilancio regionale.Non è un caso che, per gran parte dell’opinione pubblica, Bianchi è l’inviato speciale delle burocrazie ministeriali romane, con la mission di fare ingoiare pillole amare ai siciliani e consentire all’esecutivo Letta-Alfano di assecondare al meglio le contestatissime e inique politiche economiche europee.
In ogni caso, oggi, dismessi i panni di assessore, torna a regalarci un’analisi tanto sincera quanto impopolare nella pubblicistica italiana. L’occasione è fornita dal convegno della Cisl sulla disastrosa situazione del trasporto ferroviario in Sicilia (di cui vi abbiamo detto qui). Tra numeri da bollettino di ‘guerra’ e varie considerazioni, Bianchi va alla radice della questione. Senza inutili parafrasi.
Se le ferrovie sono allo sfacelo, dice, la ragione è solo una: ”C’e’ stata negli anni una grande distrazione di risorse dal Mezzogiorno al Nord da parte di Ferrovie. Sono stati ridotti gli investimenti, ma possiamo dire che è una miopia di carattere generale, una scelta di politica economica degli ultimi dieci anni che hanno abbandonato ogni idea di economia reale“, ha detto al convegno Cisl.
Finalmente una verità semplice e diretta. Un atto di accusa chiaro, per chi sa leggere, ai Governi nazionali che già la Svimez aveva messo nero su bianco in un dettagliatissimo rapporto in cui, numeri alla mano, ha dimostrato che nel Sud Italia sono state investite meno risorse che nel resto del Paese. Cifre ridicole anche rispetto al ‘peso’ naturale del Mezzogiorno, in termini di rapporto territorio-popolazione (non solo le Ferrovie, anche l’Enel e le Poste e tutto il resto, Fas incluso).
Lanalisi dei dati relativi alla spesa nel Mezzogiorno serve a smentire lidea, purtroppo assai diffusa anche nella pubblicistica, di un Sud inondato da un fiume di pubbliche risorse; ma sta anche ad indicare come la spesa in conto capitale aggiuntiva (comunitaria e nazionale) in tale area sia valsa negli ultimi anni solo a compensare il deficit della spesa ordinaria, si legge nel rapporto. I cui contenuti essenziali, peraltro, sono stati ribaditi nella recentissimo aggiornamento sullo stato comatoso in cui versa l’ economia meridionale, sempre targata Svimez.
Bianchi (nella doto a destra) dunque oggi si è ricordato che esiste il problema di uno Stato centrale che ‘trascura’ regioni come la Sicilia. Speriamo se lo ricordi anche nei giorni a venire, quando siederà a Palazzo d’Orléans, per le riunioni della Giunta regionale e quando andrà a Roma per discutere di risorse.
Al convegno della Fit Cisl c’era anche l’assessore ai Trasporti della Regione siciliana, Nino Bartolotta, che come i suoi predecessori, ha promesso che presto si firmerà il Contratto di Servizio con le Ferrovie. La Sicilia è forse l’unica regione italiana a non averne uno, dal 2009, e anche in questo, i tagli dei fondi statali hanno giocato un ruolo devastante:
“Abbiamo in programma la firma del contratto di servizio con Ferrovie, con 50 milioni di euro potenzieremo il materiale rotabile per migliorare cosi’ i collegamenti regionali- ha detto Bartolotta- Pensiamo di acquistare 50 nuovi treni, inoltre dieci giorni fa abbiamo approvato le linee guida per il Piano regionale dei trasporti e questo e’ un essenziale punto di inizio per avviare i tavoli di concertazione con i soggetti interessati”. Calcoli un po’ ottimistici: 50 milioni sono una briciola rispetto alle necessità del sistema ferroviario siciliano. Non a caso Bartolotta sottolinea che “il dialogo con il Governo nazionale è essenziale”. Più che dialogo servirebbe una rivolta, politica si intende.
All’incontro organizzato dal Sindacato guidato in Sicilia da Maurizio Bernava, non poteva mancare Dario Lo Bosco: “Con la Regione abbiamo firmato il contratto interistituzionale di sviluppo per collegare con l’alta velocita’ le grandi aree industriali e metropolitane di Messina, di Messina, Catania, Siracusa, Pozzallo, Comiso e Palermo, ma nell’ambito del Cis possiamo anche programmare altri interventi per sviluppare le zone interne e migliorare la qualità del servizio” ha detto il presidente del Consiglio di amministrazione Rfi. Che ha aggiunto: “Sollecitiamo un tavolo con le parti sociali, la Regione, con tutti gli attori di sviluppo per studiare gli interventi”.
Chi sarebbero gli attori di sviluppo? Non sono le istituzioni e le parti sociali gli attori interessati? Lo Bosco non specifica. Ma non è un mistero che non mancano soggetti privati interessati al trasporto ferroviario siciliano. Che Lo Bosco se ne sia fatto portavoce? L’argomento, per ora, resta un tabù. E un motivo ci sarà.
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