Sono 21 le persone arrestate nel blitz Sabbie mobili eseguito dalla polizia questa mattina a Catania. L’operazione segue l’inchiesta della Direzione distrettuale etnea sugli affari del gruppo mafioso di Lineri, una delle articolazioni della famiglia Santapaola-Ercolano. Le indagini sono scattate dopo che, nell’estate del 2019, alcuni atti intimidatori si erano registrati nei confronti di un […]
Il gruppo di Lineri riceveva 70mila euro all’anno di estorsioni. Pochi i commercianti che hanno ammesso di pagare il pizzo
Sono 21 le persone arrestate nel blitz Sabbie mobili eseguito dalla polizia questa mattina a Catania. L’operazione segue l’inchiesta della Direzione distrettuale etnea sugli affari del gruppo mafioso di Lineri, una delle articolazioni della famiglia Santapaola-Ercolano. Le indagini sono scattate dopo che, nell’estate del 2019, alcuni atti intimidatori si erano registrati nei confronti di un ristoratore catanese. Prima la minaccia di subire incendi, poi il ritrovamento di due cartucce calibro 7,65. Responsabili delle minacce sarebbero stati Nunzio Mammino e Alessandro Di Stefano, due delle persone raggiunte oggi dall’ordinanza di misura cautelare. I due apparterrebbero al gruppo che storicamente è stato guidato da Giuseppe Pulvirenti, detto u Malpassotu, e dal genero Pippo Grazioso. Il lavoro degli investigatori ha consentito di ricostruire il sistema delle estorsioni, a riprova di come le intimidazioni al ristoratore non fossero gesti compiuti in maniera autonoma da due malviventi.
Un ruolo centrale nell’organizzazione mafiosa lo avrebbe avuto Girolamo Rannesi, genero di Pippo Grazioso. Con lui sono stati arrestati i fratelli Salvatore e Giuseppe e altri tre parenti. La misura cautelare è stata disposta anche nei confronti di Alfio Currao, ritenuto legato ai Rannesi, e Giuseppe Donato, nella cui officina il gruppo sarebbe stato solito riunirsi.
Nel corso delle indagini è stata recuperata anche la carta delle estorsioni, contenente le informazioni riguardanti le attività commerciali sottoposte al pagamento del pizzo. Sono circa una ventina gli esercenti individuati, la maggior parte dei quali non si è mostrata collaborativa con gli inquirenti. Le somme venivano versate con cadenza mensile o semestrale e garantivano nel complesso un profitto annuale di circa 70mila euro. Tali introiti venivano usati anche per il sostentamento economico delle famiglie dei carcerati e per pagare le spese legali. Il gip ha disposto anche il sequestro di alcuni beni riconducibili all’organizzazione, tra cui un’attività commerciale a disposizione dei Rannesi, e diversi autoveicoli.
Gli arrestati:
Alfio Currao (cl. 1967), Fabrizio Currao (cl. 1992), Alessandro Di Stefano (cl. 2000), Antonio Di Stefano (cl. 1978), Giuseppe Donato (cl. 1974), Natale Alessandro Donato (cl. 2002), Domenico Geraci (cl. 1965), Salvatore Gianluca Geraci (cl. 1989), Salvatore Guglielmino (cl. 1965), Vincenzo Guidotto (cl. 1980), Carmelo Litrico (cl. 1973), Nunzio Mammino (cl. 1977), Lorenzo Pinnavaria (cl. 1991), Salvatore Pinnavaria (cl. 1996), Alfio Rannesi (cl. 1995), Carmelo Rannesi (cl. 1964), Girolamo Rannesi (cl. 1962), Giuseppe Rannesi (cl. 1969), Salvatore Rannesi (cl. 1967), Francesco Toscano (cl. 1965), Pietro Vittorio (cl. 1978)