Non è trascorsa nemmeno una settimana dallo scrutinio delle schede per le regionali ed è subito scoppiata la febbre da toto assessori. A fare salire la temperatura è Fratelli d’Italia che ambisce alla presidenza dell’ARS ma anche a quattro assessorati di peso in giunta. Si tratta delle deleghe alla Sanità, all’Agricoltura, alle Attività Produttive e […]
Regione, febbre da nomi per la giunta Schifani. Tutti per la Sanità ma c’è pure l’affare Rifiuti
Non è trascorsa nemmeno una settimana dallo scrutinio delle schede per le regionali ed è subito scoppiata la febbre da toto assessori. A fare salire la temperatura è Fratelli d’Italia che ambisce alla presidenza dell’ARS ma anche a quattro assessorati di peso in giunta. Si tratta delle deleghe alla Sanità, all’Agricoltura, alle Attività Produttive e alle Infrastrutture. Ruoli ricoperti, in misura quasi maggiore nel governo Musumeci, da Forza Italia. E se il presidente Schifani, già durante la campagna elettorale, aveva detto di volere scegliere tra una rosa di nomi proposta dai partiti, adesso punta anche alla presenza di parlamentari. Niente tecnici quindi. Sul tavolo Fratelli d’Italia ha le carte per reclamare ruoli e posizioni. Gaetano Galvagno, forte delle sue 14mila preferenze, non potrà essere lasciato a bocca asciutta. Ma il partito della Meloni, al proprio interno, ha diverse anime frutto dei “matrimoni” di questi anni. Al fidanzamento tra i rappresentanti di Diventerà Bellissima e Attiva Sicilia, è seguito l’innesto con FdI. Una famiglia allargata, quindi, dove adesso bisognerà dare spazio e ruoli ad ogni componente o forse sarebbe meglio corrente. In lista, infatti, ci sono anche l’assessore uscente Alessandro Aricò, il fedelissimo di Musumeci Marco Intravaia, Giusi Savarino e Giorgio Assenza, la capogruppo uscente Elvira Amata oltre ai possibili “colpi di tosse” da parte degli altri eletti dello stesso partito.
Da parte sua Forza Italia non può mica stare a guardare; vero è che ha avuto la presidenza della Regione ma deve pure rispondere al proprio elettorato che, ancora una volta, ha premiato i rappresentanti di Silvio Berlusconi con una percentuale di preferenze (14,7%) che la colloca a ridosso di Fartelli d’Italia (15,10%). Il passo indietro, nei posti di Governo, non potrà dunque essere eclatante. Libera la vicepresidenza della Regione, l’attenzione è concentrata in primis sulla Sanità casella, nei cinque anni trascorsi, è andata al partito di riferimento del presidente. Da non sottovalutare pure la gestione dei denari europei per l’Agricoltura e per le Infrastrutture, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che sarà la parte prelibata. Al tavolo, però, che attendono di giocare il proprio ruolo ci sono anche i leghisti, gli autonomisti e i democristiani di Totò Cuffaro. Tutti con lo stesso peso, ad occhio e croce, dopo lo spoglio elettorale.
Alle spalle, faldoni e faldoni di problemi che attendono risposte e soluzioni. Tra le tante questioni quella legata ai rifiuti con gli interessi per la gestione e realizzazione degli impianti di smaltimento. In fondo Salute e Spazzatura sono le uniche due certezze nella vita, oltre alla morte, e che a più riprese hanno mostrato gli appetiti del malaffare così come dimostrato dalle inchieste giudiziarie. Schifani, impegnato a fare i conti con il processo Montante bis dovrà, ancora una volta, non solo decidere ma soprattutto mediare e presentarsi come responsabile delle scelte fatte. E’ lui il presidente che nomina e revoca gli assessori. Micciché, da parte sua, ha già dimostrato di essere tranquillo perché «Renato non è Nello». Frase che ricorda la legislatura appena conclusa, i rapporti tra Musumeci e i deputati, anche di maggioranza, dell’Assemblea Regionale Siciliana con i mal di pancia dietro le assenze, le uscite d’Aula o il voto segreto.