Giosué Marino e Giovanni Chinnici ai vertici della clinica ‘Santa Teresa’ di Bagheria

SI TRATTA DELLA STRUTTURA SANITARIA CONFISCATA ALL’EX ‘RE’ DELLA SANITA’ SICILIANA, MICHELE AIELLO

Arriva una ventata di aria fresca alla Clinica Santa Teresa di Bagheria e, si spera anche un miglioramento delle prestazioni sanitarie. Dopo la sentenza della  Corte di Cassazione, del 16 Luglio scorso, che si è definitivamente pronunciata per la confisca irrevocabile della struttura (già intestata a una società dell’ingegnere Michele Aiello, ex ‘re’ della sanità privata siciliana, condannato a 15 anni e 6 mesi di carcere per associazione mafiosa) e dopo anni di amministrazione giudiziaria,  la proprietà è passata al patrimonio dello Stato, attraverso la gestione dell’Agenzia per i beni confiscati.

Ora si apre una nuova fase: quella di una gestione affidata a  personaggi di primo piano della società civile. Si tratta di Giosué Marino (ex Prefetto di Palermo e per un breve periodo assessore in uno dei Governi regionali di Raffaele Lombardo) nel ruolo di Presidente del Cda  e dell’avvocato Giovanni Chinnici, figlio del Giudice Rocco, l’eroe siciliano, assassinato a Palermo nel 1983, con  l’ex procuratore generale Luigi Croce nel ruolo di consiglieri.

Nella lunga storia giudiziaria di Villa Santa Teresa e di Michele Aiello sono tanti i personaggi coinvolti a vario titolo. A cominciare dall’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, e dall’ex parlamentare regionale dell’Udc, Antonio Borzacchelli (quest’ultimo è stato assolto dai reati che gli venivano contestati, unico personaggio uscito indenne da questa storia).

Per la cronaca, nei primi anni del 2000, Villa Santa Teresa di Bagheria era considerata una struttura sanitaria all’avanguardia in Italia e in Europa nella cura dei tumori. Anche se, già prima dell’inchiesta, non erano mancate le polemiche, legate alle difficoltà di individuare il ‘Drg’, passaggio amministrativo indispensabile per consentire all’amministrazione di pagare le prestazioni sanitarie effettuate in convenzione con la pubblica amministrazione.

Poi è arrivata l’inchiesta giudiziaria che ha travolto Aiello e il contesto politico in cui operava.

Da oggi si apre una nuova fase con la struttura finalmente in mani sicure.

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