Servizi sociali in Sicilia: a rischio 230 milioni di euro per minori ed anziani. Interpellanza del Movimento 5 Stelle

di Ippocrate III

SI TRATTA DI FONDI EUROPEI E NAZIONALI. I DISTRETTI SOCIO SANITARI DELL’ISOLA DEBBONO PRESENTARE I PROGETTI IN TEMPI STRETTISSIMI, PENA LA PERDITA DI TALI RISORSE FINANZIARIE

Alla fine sarà Pac? O solamente un pacco? Come rischiare di non spendere 230 milioni di euro e vivere… sereni.

Di scena il Piano di azione e coesione (Pac, per l’appunto). Fondi europei e nazionali. Risorse destinate all’infanzia e agli anziani della Sicilia. Parliamo dei servizi sociali. Settore che, negli ultimi anni, nella nostra Isola, ha subito tagli pesantissimi a livello regionale e in quasi tutti i Comuni.

Ebbene, a fronte di un bilancio regionale che penalizza anche i servizi sociali, fronte di Comuni in deficit, sono disponibili, per la Sicilia, come già accennato, 230 milioni di euro di fondi europei e nazionali che rischiano di non essere utilizzati a causa della disorganizzazione e dei ritardi.

Già, i ritardi evidenziati ritardi nella spesa, che non hanno permesso la realizzazione di numerosi interventi (secondo quanto riporta il 4° rapporto annuale 2011-2012 – Obiettivi di Servizio 2007-2013, emanato dalla Regione Siciliana – Dipartimento della programmazione Regionale unitaria 2007-2013 del novembre 2012).

Considerato l’aggiornamento n° 2 del Piano di Azione Coesione – la seconda fase di programmazione (secondo cui il contributo delle Amministrazioni Centrali al piano di azione 2013 prevede la riprogrammazione dell’utilizzo dei fondi comunitari co-finanziati per lo sviluppo del Sud rivolti all’infanzia e agli anziani non autosufficienti), e visto che l’attuazione del Piano Azione e Coesione prevede che entro il mese di settembre 2013 si abbia un’ulteriore fase di avanzamento della programmazione del Piano stesso, riteniamo opportuno chiedere al Governo ed agli organi competenti quanto segue:

1) quel è la spesa per il sociale per ogni singolo Comune?

2) vi sono stati comportamenti che hanno portato ad un rallentamento delle procedure come la sostituzione dei funzionari immotivata che si occupavano del Pac prima dell’insediamento del Governo di Rosario Crocetta?

3) ci sono stati dei Comuni che hanno utilizzato i fondi dedicati e vincolati in un sottofondo infruttifero per altre spese diverse dall’assistenza sociale?

4) dei 128 milioni di euro previsti per i servizi di prima infanzia e dei 104 milioni di euro per gli anziani ed i servizi ADI, quanti sono stati spesi dai Distretti e quanti sono stati programmati?

5) riusciremo a spendere tutti i soldi previsti dal “Piano Barca” o i soldi ritorneranno allo Stato creando ancora disservizi alle famiglie siciliane?

6) quanti Comuni hanno prodotto delle convenzioni per la gestione associata?

7 ) la Regione ha verificato se per il Monitoraggio ed il Controllo gli attori predisposti a tale funzione sono preparati?

8) come si intende definire le linee guida e il formulario, come si intende sostenere il territorio?

Per approfondire il funzionamento dei fondi strutturali messi a disposizione dall’Unione Europea per gli anni dal 2007 al 2013, nonché lo status tecnico a cui essi sono vincolati e le priorità stabilite dal Piano di azione coesione, si rimanda alla lettura dei seguenti paragrafi.

Il “Quadro Strategico Nazionale” è un documento di proposta che l’Italia ha presentato all’Unione Europea nel 2007 (per l’esattezza approvato dalla Commissione Europea il 13 luglio 2007), in seno alla regolamentazione generale della politica di coesione comunitaria. L’Unione Europea ha perseguito tale indirizzo con lo scopo di promuovere e facilitare negli anni dal 2007 al 2013 un approccio programmatico strategico e un raccordo organico della politica di coesione con le strategie nazionali degli Stati membri. L’attuazione di questo programma sarebbe stata eseguita attraverso i famigerati “Fondi Strutturali”.

I Fondi Strutturali non sono altro che gli strumenti operativi finanziari di intervento che l’Unione Europea elargisce per finanziare progetti di sviluppo all’interno del proprio territorio. Tali fondi impegnano per ben il 37,5% il bilancio dell’Unione Europea. Vengono erogati per perseguire tre principali obiettivi: la riduzione delle disparità regionali in termini di ricchezza e benessere, l’aumento della competitività e dell’occupazione e il sostegno della cooperazione transfrontaliera. La nascita di questi fondi è stata programmata in base a tre diversi cicli temporali di previsione settennali: 2000-2006, 2007-2013, 2014-2020.

La stesura del “Quadro Strategico Nazionale” fu realizzata nell’ambito del ciclo 2007-2013 che appunto sta per concludersi. La sua scrittura è frutto di preliminari elaborazioni da parte delle Regioni (tra cui la Regione siciliana) di un Documento Strategico Regionale, in cui appunto venivano delineate e presentate per ogni Regione, caratteristiche e indirizzi di intervento/necessità. A questi venivano accompagnati il Documento Strategico Nazionale Preliminare, ed il Documento Strategico per il Mezzogiorno.

In definitiva, il processo di costruzione del Quadro Strategico Nazionale 2007/2013 è nato con l’intento di presentare all’Unione Europea una strategia coordinata per incentivare la politica di sviluppo regionale, la competitività e la produttività dell’intero Paese, nonché perseguire la riduzione della sottoutilizzazione di risorse del Mezzogiorno attraverso il miglioramento dei servizi collettivi.

Nel corso del 2011 è stata avviata, in accordo con la Commissione Europea, l’azione per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007/2013 come stabilito dalla Delibera CIPE 1/2011 e prontamente concordato nel Comitato Nazionale del Quadro Strategico Nazionale nella riunione del 30 marzo 2011. Allo scopo di consolidare e completare questo percorso di velocizzazione è stato predisposto il Piano di Azione Coesione, inviato il 15 novembre 2011 dall’allora Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione Territoriale al Commissario Europeo per la Politica Regionale.

Il Piano di Azione Coesione si propone il duplice obiettivo di colmare i ritardi e rafforzare l’efficacia degli interventi in attuazione degli impegni assunti con la lettera del Presidente del consiglio al Presidente della Commissione Europea e al Presidente del Consiglio Europeo del 26 ottobre 2011 e in conformità alle conclusioni del Vertice dei paesi Euro in pari data; questo “strumento” impegna le amministrazioni centrali e locali a rilanciare i programmi in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse su alcune priorità.

L’intervento, definito tenendo conto degli esiti del confronto con il partenariato istituzionale ed economico-sociale, si attua sulla base di quattro principi:

• concentrazione su tematiche di interesse strategico nazionale, declinate regione per regione secondo le esigenze dei diversi contesti, attraverso un confronto tecnico fra Governo e Regioni;

• definizione di risultati obiettivo in termini di miglioramento della qualità di vita dei cittadini;

• “cooperazione rafforzata” con la Commissione Europea;

• azione di supporto e affiancamento da parte di centri di competenza nazionale.

Per ogni priorità individuata dal Piano vengono definiti i risultati attesi dalla realizzazione degli interventi pianificati.

L’allegato n. 7 del Piano – Aggiornamento dell’azione istruzione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Maggio 2012) – detta le linee di intervento e risultati attesi del Piano d’Azione Coesione per il miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud, che sottolinea la priorità all’istruzione.

Tale programmazione è finalizzata a sostenere il rafforzamento della qualità del sistema scolastico attraverso interventi rivolti alla scuola del I° e del II° ciclo;

Inoltre, il Decreto del Ministero dell’Interno Reg. decr. N° 4 del 20/03/2013, autorizzava l’adozione del primo atto di riparto delle risorse finanziarie del programma Nazionale servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti.

La speranza è che queste priorità urgenti più che mai nel territorio siciliano non siano state accantonate a favore di qualcos’altro, o che addirittura i fondi stanziati non siano stati persi a causa del loro inutilizzo.

Oggi più che mai è indispensabile ricorrere a tutte le risorse disponibili per dare delle risposte concrete ai cittadini. Visto che nel recente passato i distretti socio-sanitari spesso non sono riusciti a impiegare interamente le somme messe a disposizione dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione, auspichiamo che tali e importanti risorse economiche non vadano sprecate per l’ennesima volta e che tutti gli organi competenti cooperino per stilare dei concerti piani di spesa e si adoperino affinché tali risorse si traducano in efficienti servizi per i cittadini.

Il Movimento 5 Stelle, con in testa il parlamentare di Sala d’Ercole, Stefano Zito (nella foto a destra), ha depositato un’nterpellanza all’Assemblea regionale siciliana, con una richiesta di chiarimento in merito alla ripartizione dei finanziamenti e del loro utilizzo, indirizzata all’assessorato Famiglia, Politiche sociali e del lavoro.

Probabilmente il Governo Crocetta non riuscirà ad emanare le Linee Guida Regionali sulla 328 (ferme in Giunta da luglio) perdendo così le somme non spese.

Ci chiediamo: si vogliono perdere anche i soldi del Pac? Se i distretti socio sanitari non sono riusciti a spendere le somme precedenti saranno in grado di farlo ora? Vi sono persone competenti nei distretti capaci di avere una progettualità costruita sui più deboli?

Il tempo stringe, le soluzioni sono facili. Ma chi dovrebbe applicarle? Il Governo Crocetta sembra impegnato più sulle beghe della sua maggioranza che sui problemi reali.

Sulla vicenda abbiamo chiesto ‘lumi’ al presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta (nella foto a sinistra).

“Il rischio di non utilizzare le somme c’è – ci dice Amenta – per questo l’Anci Sicilia ha già allertato tutti i 55 Distretti socio sanitari  della nostra Isola affinché presentino, in tempi strettissimi, i piani per l’utilizzazione di queste risorse. In un momento di pesante crisi finanziaria, sarebbe una follia non utilizzare queste risorse pr l’assistenza ai minori e agli anziani”.

 

 


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