Addio di Bruxelles al Ponte sullo Stretto di Messina? Intanto, sui trasporti la UE penalizza Sicilia e Calabria

IN UN ARTICOLO PUBBLICATO SU ZOOM SUD.IT LABORATORIO PER UN GIORNALE ON LINE UN DOCENTE UNIVERSITARIO, DI REGGIO CALABRIA FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE. E SPIEGA, NUMERI ALLA MANO, CHE L’UNIONE EUROPEA STA SACRIFICANDO IL SUD D’ITALIA. NIENTE FERROVIA DA SIBARI A REGGIO. NIENTE STRADA CZ LIDO REGGIO. NIENTE ALTA VELOCITA’ FERROVIARIA DA SALERNO A REGGIO A PALERMO (PASSANDO, ANZI NON PASSANDO PER MESSINA)

Su zoom sud.it-laboratorio per un giornale on line, leggiamo che Calabria e Sicilia sarebbero state penalizzate dall’Unione Europea in materia di trasporti. A giudicare da quello che leggiamo scompare l’attraversamento dello Stretto di Messina. Ciò significa che a Bruxelles hanno messo definitivamente da parte il Ponte sullo Stretto di Messina?

Questa potrebbe essere una bella notizia per i siciliani che non crediamo nelle virtù taumaturgiche del Ponte. Ma, nel complesso, purtroppo, il resto delle notizie sono negative.

Brutte notizie, insomma, per il Sud d’Italia. E, soprattutto, per Sicilia e Calabria. Con una fonte autorevole, visto che l’articolo di pubblicato da sud.it-laboratorio porta la firma di Francesco Russo, docente di Trasporti e Logistica, Università di Reggio Calabria.

Leggiamo alcuni passi dell’articolo: “Il vice presidente della Commissione europea, Siim Kallas, comunica che è stato raggiunto uno storico accordo sulla nuova rete transeuropea di trasporto. Sono disponibili nel web tanti documenti. L’accordo è intervenuto tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo; per diventare operativo deve solo essere approvato ufficialmente dal Parlamento europeo in seduta plenaria e dal Consiglio”.

“In sintesi – prosegue il docente universitario – il Piano prevede la realizzazione di una rete core (centrale), cioè la rete portante europea, e una rete di secondo livello definita comprehensive (organica). Tutti i fondi europei 2014-2020 saranno spesi sulla rete core, mentre la rete di secondo livello sarà finanziata con i fondi degli Stati membri”.

A questo punti arriva la cattiva notizia: “Dai documenti e dalle carte disponibili emergono gravi limiti per le regioni del Sud dell’Italia, limiti che divengono, a nostro avviso, gravissimi per la Calabria e la Sicilia”.

Limiti che il docente riassume in tre tipi: limiti strutturali, limiti della rete core, limiti della rete comprehensive.

A questo punto il professore Francesco Russo si sofferma su quelli che definisce i “limiti macroscopici”. A cominciare da due “gravi cancellature”: l’attraversamento dello Stretto e delle autostrade del Mare”. Insomma, per quello che abbiamo capito noi, a Bruxelles non credono nel Ponte sullo Stretto di Messina. E, quel che è di peggio, per Sicilia e Calabra hanno anche eliminato i finanziamenti per le autostrade del mare, cioè peri moderni collegamenti via mare. Peggio di così a queste due Regioni del Mezzogiorno d’Italia non poteva finire.

Il docente si sofferma, poi, su alcuni punti strategici. “I limiti della rete core – scrive – sono tanti. Citiamo solo il principale relativo alla rete ferroviaria. Il Piano prevede che la linea Bari-Napoli, oggi assimilabile alla Lamezia-Catanzaro, passi a linea della rete core high speed, cioè ad alta velocità. La linea Salerno-Reggio Calabria con il proseguimento Messina-Catania-Palermo sarà sino al 2030 e poi al 2050 conventional rail”.

“Kallas dovrebbe spiegare – scrive il docente universitario – perché 7 milioni di cittadini europei non devono avere la ferrovia, mentre in Spagna l’alta velocità arriva sino a Algeciras (Gibilterra). Ma la stessa cosa dovrebbero spiegare Giuseppe Scopelliti in Calabria e Raffaele Lombardo (oggi Rosario Crocetta) in Sicilia. L’anno scorso tutti i giornali avevano detto che per l’intervento delle due Regioni, dei Presidenti, il corridoio europeo Nord-Sud non avrebbe deviato a Napoli verso Bari, ma avrebbe proseguito verso Reggio e Palermo. Domanda: ma che proseguimento è con la ferrovia convenzionale? Si sono accorti che l’alta velocità continua ad andare a Bari? Hanno controllato le carte? Hanno predisposto/Stanno predisponendo adeguate risposte tecniche?”.

“I limiti della rete comprehensive sono tantissimi – prosegue il docente -. Citiamo solo qualche elemento. La rete ferroviaria passeggeri non è europea in tutta la Jonica: da Sibari a Crotone, a Catanzaro Lido, a Locri, a Reggio. La rete stradale jonica è cancellata da Catanzaro Lido a Locri a Reggio. Tra gli aeroporti scompare del tutto dall’UE Croton,e mentre Lamezia e Reggio sono comprehensive”.

“Nessun interporto – scrive ancora il docente dell’università di Reggio Calabria – è previsto in Calabria. I porti di Corigliano e Crotone non sono nella comprehensive. Ci fermiamo qui, per non dire che nella lista dei nodi urbani, delle reti di prima e secondo livello, non esistono Reggio, Messina e nemmeno l’area dello Stretto”.

Chi dovrebbe intervenire per provare a tutelare Sicilia e Calabria? “Un approccio dall’alto (top down), cioè da Bruxelles – osserva Russo – non è nemmeno ipotizzabile. I meccanismi UE sono selettivi, di verifica delle proposte; peraltro Bruxelles si è espressa. La strada da seguire è dal basso (bottom up), cioè da Catanzaro o da Palermo. Devono essere le istanze locali a rendersi protagoniste. Il ruolo centrale è delle Regioni del Sud, a seguire del Governo centrale, Roma, e degli enti locali, Province e Comuni. Quanto oggi si accetta di questo Piano, o meglio, quanto le Regioni accettano, dobbiamo immaginarlo come realizzato. E’ già domani nel bene e nel male. Tra 5, 10, 20 anni non bisognerà richiamare la colpa della ndrangheta, della mafia, dei borboni, della Lega, ma solo dei governanti di oggi: prima i governatori regionali e subito dopo chi sta al vertice del Paese insieme con chi sta al vertice delle Province, dei Comuni, dei grandi enti come Ferrovie e ANAS”.

Insomma, per restare in Sicilia, ci vorrebbe in intervento della Regione e dei Comuni, a cominciare da Palermo e Messina.

Il docente universitario avverte i governanti della Calabria che, dal 16 al 18 Ottobre, si svolgeranno a Tallin le giornate di lavoro sulle reti europee di trasporto. “La stessa segnalazione – scrive il professore Russo – la facciamo ai responsabili di RFI e di ANAS, vertici nazionali e regionali, e al Porto di Gioia Tauro. Bisogna subito presentare i progetti per le opere inserite nel Piano, e gli Studi di Fattibilità per le infrastrutture non inserite, ma che la Calabria ritiene giusto che ci siano. Quali sono queste infrastrutture?”.

Il docente invita i governanti della Calabria a darsi una mossa. Non a parole, “ma con gli Studi di fattibilità pubblici, presentati ai cittadini e a Bruxelles. Ricordiamo che Bruxelles finanzia ampiamente anche questi studi”, sottolinea il docente universitario.

E noi, in Sicilia, chi dobbiamo avvertire? Il Governo di Rosario Crocetta che va a caccia di pareri degli Azzeccagargugli di turno per farsi confermare le decine nomine illegittime fatte in questi ultimi mesi? Cerchiamo di essere seri: ma voi ce li vedete Crocetta e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, che vanno a Bruxelles a difendere gli interessi della Sicilia “con gli Studi di fattibilità pubblici, presentati ai cittadini e a Bruxelles?”

“Deputati e Senatori – scrive il docente universitario calabrese – seguano con attenzione quello che succede in ANAS e FS-RFI, chiedano conto al governo nazionale. La Deputazione europea segua l’evolversi nelle prossime settimane del Piano nelle sedi parlamentari, ma sia messa in grado di poter supportare le richieste non con parole ma con precisi studi di fattibilità”.

A proposito dell’Università di Reggio Calabria, il docente scrive: “L’Università è stata valutata dal Ministero tra le prime 3 in Italia per la ricerca nell’Ingegneria dei trasporti. I ragazzi calabresi laureati in Trasporti, con il dottorato di ricerca, sono a disposizione della Regione, delle Province per supportare il rilancio vero della Calabria” .

Le Università siciliane possono dire la stessa cosa? Ce lo auguriamo.

 


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