Lucia Riina fa arrabbiare i parenti delle vittime di mafia: “Ma di quale onore parla?”

Come era prevedibile, sta suscitando molte polemiche l’intervista rilasciata da Lucia Riina ad una televisione svizzera. Come vi abbiamo raccontato qui, la figlia del boss, pur essendosi detta dispiaciuta per le vittime di mafia, ha affermato di essere orgogliosa di portare il cognome che porta.

Tra le prime a reagire, Maria Falcone, sorella di Giovanni: “Provo sconcerto e biasimo per le dichiarazioni di Lucia Riina. Pur rispettando il suo ruolo di figlia e consapevole che le colpe dei padri non possano per nessuna ragione ricadere sui figli, non accetto che una donna cattolica praticante, come lei sottolinea piu’ volte nell’intervista, non prenda le distanze da un padre assassino. Un padre che ha provocato lacrime e dolore disumano alle tante famiglie delle vittime colpite dalla sua efferata violenza e ferocia. Sarebbe stato meglio, per etica, moralita’ e discrezione verso gli italiani – prosegue -, non sbandierare il proprio ‘onore’ di portare un cognome tanto scomodo e relegare al proprio privato i sentimenti che si nutrono verso un genitore. Cosi’ come e’ altrettanto grave che per facile audience una tv svizzera si interessi alla figlia di un boss italiano”.

 

Condanna anche da parte dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. “La figlia di Riina la sua favoletta di brava figlia che ama quell’assassino di suo padre, ma che gli dispiace tanto per le vittime di mafia la vada a raccontare a qualcun altro. La smetta di rilasciare interviste a tanto il chilo, suo padre non ha ucciso qualcuno durante un raptus, ma ha macellato e fatto macellare scientificamente centinaia di poveri cristi che si sono trovati anche solo sulla sua strada come i nostri figli. Inorridisca una buona volta Lucia Riina davanti a tanto sangue innocente versato perché quelle come lei potessero fare la bella vita”.

Anche Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea e figlia del giornalista Beppe, ucciso dalla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto, l’8 gennaio del 1993, è altrettanto dura:  ”Lucia Riina proprio non ce la fa a stare lontana dalle luci della ribalta. E’ più forte di lei – dice la Alfano -. E non ce la fanno giornali e tv a mantenere la decenza evitando di darle spazio’. ‘E’ francamente esasperante e disgustoso assistere a tale reiterato spettacolino da parte di Lucia Riina: – aggiunge – si dice dispiaciuta per le vittime del padre, ma al contempo orgogliosa del cognome che porta, perché corrisponde alla sua identità. Una contraddizione in termini, senza dubbio”. secondo Alfano, Lucia Riina ”è figlia di uno dei più cruenti mafiosi che la storia ricordi” e il fatto che sia ‘orgogliosa di esserlo’ per me – aggiunge – basta a qualificarla”.

Al coro di critiche si unisce anche  Michele Costa, figlio di Gaetano,  magistrato ucciso, a Palermo, il 6 agosto del 1980. “Lucia Riina è andata fuori dalle righe.  Non comprendo, ma neppure mi stupisco che una figlia difenda il padre. È comprensibile che l’affetto superi tutto, ma i sentimenti dovrebbero restare un fatto privato. Io non ho mai provato imbarazzo nel ricordare la figura di mio padre, non credo che la stessa cosa avvenga per lei. La riflessione dovrebbe spostarsi su un altro tema: i sentimenti di Lucia Riina non hanno alcun interesse pubblico, non capisco perché debbano diventare il tema di un’intervista pubblica”.


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