Manovra a tenaglia sugli alti dirigenti dell’Ars

Sono tante le cose decise ieri dalla conferenza dei capigruppo dell’Ars. Una, in particolare, va segnalata: la legge sui cosiddetti costi della politica. Riduzione delle indennità dei 90 parlamentari (o quasi) ed equiparazione dei dirigenti dell’Ars ai dirigenti regionali. In altre parole, il recepimento, in questa sessione estiva, del decreto Monti prima che la Corte Costituzionale si pronunci sui ricorsi presentati dagli esponenti di alcune Regioni italiane.

Questa è, almeno, la volontà dei capigruppo. Bisognerà capire, rispetto a questo provvedimento, quale sarà la volontà dei parlamentari di Sala d’Ercole. Il taglio delle indennità parlamentari e la riduzione delle indennità dei dirigenti apicali dell’Ars potrebbe essere fatto dal Consiglio di presidenza di Sala d’Ercole. Che invece viene espropriato per volontà del Governo, o meglio, del ‘cerchio magico’ del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Personaggi (in tutti i sensi…) che, per pura invidia, debbono ridurre le indennità ai loro omologhi di Palazzo Reale. Dimenticando che i dirigenti dell’Ars sono vincitori di concorso, mentre tra gli attuali dirigenti di Palazzo d’Orleans non dovrebbe essere facile trovarne uno che ha vinto un vero concorso. Insomma, siamo alle miserie non della politica, ma del cortile.

Stando sempre al calendario dei lavori deciso ieri dalla conferenza dei capigruppo, mercoledì prossimo, 31 luglio, l’Aula dovrebbe iniziare la discussione su rendiconto e assestamento di bilancio. Lì ci sarà da ridere e il perché ve lo racconteremo in un articolo che pubblicheremo nel pomeriggio di oggi.

La prossima settimana Sala d’Ercole dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) discutere le seguenti mozioni:

– Interventi urgenti per la modifica dell’attuale Piano di gestione dei rifiuti e per la riduzione dei rifiuti indifferenziati in Sicilia.

– Iniziative finalizzate alla dismissione e al recupero dei borghi rurali appartenenti al demanio regionale.

– Rimodulazione e nuova assegnazione dei fondi di spesa comunitaria dell’ASSE 3 del P.O. F.E.S.R. Sicilia 2007 – 2013 per evitare il disimpegno automatico delle somme e migliorare l’offerta turistica in Sicilia.

– Iniziative per il rilancio dell’autodromo di Pergusa (EN).

– Ripristino nel bilancio regionale del gettito derivante dalle operazioni effettuate in via telematica dalle imprese di revisione riconosciute ed autorizzate ad operare, nel territorio siciliano, dalla competente amministrazione regionale.

Dovrebbero lavorare anche le Commissioni legislative. Dovrebbe essere data priorità all’esame dei disegni di legge sulle “Disposizioni in materia di pagamenti della Pubblica Amministrazione”: in pratica, si dovrebbero pagare le imprese. Poi l’accesso al “diritto di abitazione ed alla proprietà della casa mediante mutuo sociale”,

Oggi, intanto, tornerà a riunirsi Sala d’Ercole. All’ordine del giorno le “Norme in materia di inagibilità dei deputati regionali di incompatibilità con la carica di deputato regionale e di componente della Giunta regionale”. Poi le solite “Iniziative finalizzate alla modifica della convenzione stipulata dalla Regione siciliana con Siciliacque spa al fine di ridurre la tariffa del servizio idrico integrato ai cittadini degli ambiti territoriali ottimali”.

In questo secondo caso si tratta di una fiction. Chiacchiere allo stato puro per gettare fumo negli occhi. Il Governo di Rosario Crocetta (e del senatore del Megafono Beppe Lumia), infatti, per questioni ‘affari’, hanno deciso che l’acqua, in Sicilia, dovrà continuare ad essere gestita dai privati (per la gioia dei politici che partecipano – direttamente e indirettamente – a questa ‘mangiuglia’).

Il tema è delicato perché bisognerà capire cosa succederà in Aula. Stamattina, proprio sull’acqua, il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle terrà una conferenza stampa, naturalmente a Palazzo Reale. Obiettivo: tentare di dimostrare che il Movimento di Beppe Grillo non si è messo d’accordo, sottobanco, con il Governo Crocetta.

Non sarà facile, per i grillini dell’Ars, dimostrare questa tesi. Per un motivo semplice: perché tutti gli atti politici e parlamentari di questo gruppo parlamentare su tale delicata materia – con riferimento a ciò che hanno fatto e a ciò che non hanno fatto – dimostrerebbero che questo Movimento non sta lavorando per il ritorno all’acqua pubblica in Sicilia.

ps

Confessiamo che siamo molto dispiaciuti per tutto quello che sta succedendo. Noi guardiamo agli atti sostanziali, non alle parole. E da un Movimento che sta portando avanti battaglie politiche e sociali importantissime, dalla lotta al Muos di Niscemi alla battaglia sull’ettrodotto di Terna, nella valle del Mela, in provincia di Messina, ci aspettavamo un atteggiamento molto diverso sulla questione acqua.

Forse, nel caso del presidente della IV Commissione, Gimpiero Trizzino, gioca l’inesperienza. O forse il fatto che l’assessore all’Energia, Nicolò Marino, sia un magistrato, deve averlo frenato un po’. Fatto sta che il suo atteggiamento non ci ha convinto.

Non si tratta di tentennamenti, ma di atti concreti, lo ripetiamo, poco convincenti. Dopo di che la confusione è tanta e, in questo, Trizzino ha ragione. Anche perché gli interessi sulla gestione dell’acqua, in Sicilia, sono enormi. 

Basterebbe fare un po’ di chiarezza. Per esempio, dire a chiare lettere che la convenzione con Sicilacque va rescissa. E che vanno rescisse le convenzioni con tutte le società private che operano in Sicilia in questo settore. Anche a costo di lunghe e difficili cause civili. Chi dice di lavorare per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua non può prescindere da questi due passaggi. 

Non ci sembra che il disegno di legge del Governo Crocetta preveda questi due passaggi. Anzi, per essere precisi, prevede l’esatto contrario.  

 

 

 

 

 


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