Le imprese al collasso: 5 miliardi di crediti con la Pubblica Amministrazione

Le imprese siciliane propongono “Un patto per lo sviluppo” al governo regionale. Dentro c’è tutto quello che serve per rilanciare l’economia siciliana: razionalizzazione e accelerazione sulla spesa dei fondi europei, riqualificazione del patrimonio edilizio, sburocratizzazione, facilitazione dell’accesso al credito e sblocco dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. E poi stop a precariato e assistenzialismo in favore di imprese e produttività. È questa la ricetta elaborata dalle 14 associazioni di categoria siciliane (Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Coldiretti, Confcommercio, Confcooperative, Confesecenti, Confindustria Sicilia, Legacoop) che, riunite nel “Tavolo regionale permanente per la crescita e lo sviluppo”, ieri pomeriggio a Palermo, presso la sede di Unioncamere Sicilia, hanno consegnato il documento al presidente della Regione, Rosario Crocetta, presente all’incontro. 
«La misura è colma e le imprese hanno bisogno di certezze sul futuro», dice il coordinatore del Tavolo permanente, Filippo Ribisi. Che aggiunge: «Da qui è nata l’idea di fare fronte comune e far sentire la nostra voce alla Regione». A partire dai 5 miliardi di euro di crediti che le imprese private aspettano ancora dalla pubblica amministrazione. «Chiediamo – aggiunge Ribisi – che la Regione sblocchi subito almeno i primi 2 miliardi in modo da iniziare a saldare il debito, immettere liquidità nel sistema delle imprese». Ma ciò che serve più di tutto è ristabilire un clima di fiducia tra chi con coraggio continua a investire in Sicilia. «Per fare questo – osserva Ribisi – serve un cambio di passo che deve coinvolgere governo, Ars, apparati burocratici, imprese e sindacati per rilanciare i settori strategici dell’economia siciliana come agroalimentare, manifatturiero, costruzioni, turismo e terziario. L’isola ha bisogno di un piano di sviluppo strutturato che punti su questi settori, valorizzando le peculiarità territoriali, le risorse ambientali e culturali e utilizzando anche le potenzialità naturali come l’energia e le fonti rinnovabili».
In cima alla lista delle richieste c’è l’accelerazione della spesa comunitaria. «È ormai arcinoto – lamentano le associazioni di categoria – che la programmazione 2007-2013 procede troppo lentamente. Trascorrono 2-3 anni prima che un’impresa sappia se il suo progetto è stato approvato e anche di più prima di ricevere i finanziamenti. Nel frattempo si fa in tempo a fallire». Da qui anche la proposta di «destinare le risorse europee non impegnate ai fondi di garanzia regionale per migliorare le condizioni di accesso al finanziamento del capitale circolante delle pmi da affidare con bando pubblico ai confidi che possiedono i requisiti patrimoniali e dimensionali».

E sempre a proposito di credito, le associazioni chiedono di riorganizzare le strutture regionali di sostegno al credito agevolato Crias, Ircac, Irfis e Esa che possono rappresentare un punto di riferimento importante per le micro e le piccole e medie imprese. 
Altro tasto dolente è la dotazione infrastutturale. «Bisogna dare priorità ai progetti che adeguerebbero la Sicilia al resto d’Italia, favorendo così l’apertura ai mercati e l’internazionalizzazione delle pmi. Questo, inoltre, contribuirebbe a far ripartire il comparto delle costruzioni». A tal proposito il mondo produttivo punta il dito anche sui 720 milioni di euro destinati allo sviluppo urbano sostenibile (asse VI del Po Fesr 2007-2013) e che non sono stati ancora spesi.
Al termine dell’incontro, è intervenuto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, accompagnato dagli assessori regionali all’Economia e alle Attività produttive, rispettivamente Luca Bianchi e Linda Vancheri, e dal dirigente generale alla Programmazione, Vincenzo Falgares. «La costituzione di questo tavolo – ha commentato Crocetta – è un’idea magnifica». «Questo tavolo, infatti – ha aggiunto – ci servirà per informare gli imprenditori, ma anche i lavoratori, di tutte le iniziative che il governo sta portando avanti come il recente finanziamento da 147 milioni euro per le 17 Zone franche urbane o il patto dei sindaci che ha già coinvolto 200 Comuni siciliani per promuovere l’energia alternativa. Oltre, naturalmente, a tutte le novità su fondi Ue, appalti e, più in generale, sulle misure a favore delle imprese». «Di certo – ha concluso il governatore – c’è un gap sullo sviluppo della Sicilia che non si può colmare dall’oggi al domani. Piuttosto è necessario gettare adesso le basi per predisporre un futuro migliore. Per questo dobbiamo lavorare con le imprese e incontrarci periodicamente per parlare di sviluppo. Sin da subito, infatti, è necessario sedersi insieme per confrontarci sulla programmazione europea 2014-2020 che dovrà essere definita entro ottobre.


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Le imprese siciliane propongono “un patto per lo sviluppo” al governo regionale. Dentro c’è tutto quello che serve per rilanciare l’economia siciliana: razionalizzazione e accelerazione sulla spesa dei fondi europei, riqualificazione del patrimonio edilizio, sburocratizzazione, facilitazione dell’accesso al credito e sblocco dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. E poi stop a precariato e assistenzialismo in favore di imprese e produttività. È questa la ricetta elaborata dalle 14 associazioni di categoria siciliane (agci, casartigiani, cia, claai, cna, confagricoltura, confapi, confartigianato, coldiretti, confcommercio, confcooperative, confesecenti, confindustria sicilia, legacoop) che, riunite nel “tavolo regionale permanente per la crescita e lo sviluppo”, ieri pomeriggio a palermo, presso la sede di unioncamere sicilia, hanno consegnato il documento al presidente della regione, rosario crocetta, presente all’incontro.

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