Non cè pace per martia rita sgarlata (foto sotto, a sinistra, tratta da guidasicilia. It), assessore regionale ai beni culturali. Dopo la sconfitta elettorale di siracusa, lassessore si becca un attacco dai rappresentanti di ben quattro sigle sindacali: cgil, cobas, sadirs e ugl.
Lassessore Sgarlata abbandoni listerica arte della demagogia
Non cè pace per Martia Rita Sgarlata (foto sotto, a sinistra, tratta da guidasicilia.it), assessore regionale ai Beni culturali. Dopo la sconfitta elettorale di Siracusa, lassessore si becca un attacco dai rappresentanti di ben quattro sigle sindacali: Cgil, Cobas, Sadirs e Ugl.
A Roma – scrivono i rappresentanti delle quattro organ izzazioni sindacali in un comunicato congiunto – proprio ieri, il Ministero dei Beni Culturali è corso immediatamente ai ripari, reperendo le somme per garantire lapertura dei Beni archeologici e museali del Paese e sopendo, così, la giusta protesta di tanti operatori del settore esasperati.
In Sicilia, invece – prosegue la nota di Cgil, Cobas, Sadirs e Ugl – il Governo regionale, che ha improntato lazione politica sulla macchina regionale alla demagogia, alimenta la gogna contro il dipendente regionale che osa rivendicare i propri diritti sacrosanti legati alla loro retribuzione sancita dalla legge e dalla Costituzione. La politica, vera responsabile del degrado amministrativo e incapace di dare atti dindirizzo efficaci, demagogicamente fa assurgere, infatti, a capro espiatorio i lavoratori dipendenti, accusandoli del fallimento gestionale che ha, invece, origine proprio nelle stanze dei bottoni di Palazzo dOrleans ed è stato generato dagli inquilini che si sono succeduti nellultimo decennio.
Anche lattuale assessore ai Beni culturali pro-tempore – prosegue la nota – anziché adoperarsi per risolvere le varie problematiche, sembra non essere esente dal fascino della facile e isterica demagogia, luogo di rifugio tipico di coloro che hanno poche idee, ma ben confuse. I sindacati hanno osato lanciare, nei giorni scorsi, un grido dallarme sulla chiusura dei musei nei giorni festivi e nei mesi di maggiore affluenza; un grido dallarme che non aveva né la pretesa di spaventare i turisti e gli operatori del settore, né di fare pressione sui vertici del dipartimento secondo logiche ben oleate, ereditate dai favolosi anni del clientelismo a go-go, ma forse ormai logore, come ha accusato proprio lassessore ai beni culturali, Maria Rita Sgarlata, su un noto quotidiano siciliano. (a destra, le catacombe delle quali l’assessore Sgarlata, a detta dei sindacalisti, sarebbe esperta)
Lassessore ai Beni Culturali – dicono i rappresentanti delle quattro organizzazioni sindacali – ha risposto con la cultura che possiede, utilizzando termini come clientelismo che sono peculiari di un mondo, quello politico, al quale lo stesso assessore appartiene; un mondo che da sempre ha oleato ben altri meccanismi, infornando consulenze, assumendo figli e consorti con contratti che il cittadino siciliano può solo sognarsi, etc., etc.
Inoltre – prosegue la nota sindacale – le dichiarazioni fornite dallassessore ai Beni Culturali sembrano fare emergere la poca conoscenza del settore al quale è stata posta a capo: lAmministrazione, a museo chiuso, si avvale della propria potestà di tutela che la esercita per il tramite del personale addetto alla vigilanza; se lAssessore la pensa diversamente da come prevede il codice dei beni culturali, assumendosene la responsabilità, disponga diversamente.
Ci chiediamo se questottima ricercatrice universitaria – aggiungono i rappresentanti di Cgil, Cobas, Sadirs e Ugl – esperta in catacombe, abbia una visione strategica e un progetto serio per il rilancio dei beni culturali in Sicilia o se non si stia lasciando prendere dal panico abbandonandosi allimprovvisazione. Certi della sua altissima conoscenza scientifica del settore, cominciamo a nutrire seri dubbi sulla sua reale capacità politica di dare atti dindirizzo che consentano al dipartimento Beni culturali di dare un colpo di reni e di rialzarsi dallattuale situazione organizzativa.
A questo punto scopriamo che lassessore Sgarlata non la pensa comew il dirigente generale del settore, Sergio Gelardi, che invece viene tenuto in grande considerazione dai vertici delle quattro organizzazioni sindacali.
La preoccupazione e la responsabilità dei sindacati che hanno lanciato il grido dallarme – scrivono infatti i vertici di Cgil, Cobas, Sadirs e Ugl – è stata saggiamente ascoltata, invece, dal dirigente generale ai Beni culturali che, adottando, un atteggiamento apprezzabile e serio, appare preoccupato per lesistenza di una possibile chiusura dei siti museali nei giorni e nei termini individuati dalle Organizzazioni Sindacali. Esortiamo, quindi, lassessore ai Beni culturali ad abbandonare la sterile e isterica arte della demagogia, individuando immediatamente un serio piano di offerta culturale allinterno del quale affrontare e risolvere, insieme alle parti sociali, realmente i problemi strutturali del complesso sistema che ha accettato di governare.