Acqua, il Governo Crocetta pensa a una gestione ‘berlusconiana’…

Oggi, a meno di improvvisi rinvii, la Commissione Ambiente dell’Ars, presieduta da Giampiero Trizzino (Movimento 5 Stelle) dovrebbe occuparsi di acqua. Per la precisione, della giravolta del Governo regionale di Rosario Crocetta che, su questa delicato settore, ha cambiato opinione.

E’ noto che in campagna elettorale il presidente della Regione ha annunciato che si sarebbe battuto per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, secondo quanto stabilito dal referendum popolare del 2011 che ha sancito la grande vittoria di chi, nel nostro Paese vuole sbaraccare la gestione privata dell’acqua, retaggio del Governo Berlusconi 2001-2006.

Qualche settimana fa, però, il presidente della Regione e l’assessore regionale, Nicolò Marino, hanno rivalutato la legge voluta dal Cavaliere. E in un disegno di legge, rimangiandosi quanto aveva promesso in campagna elettorale, Crocetta ha messo, nero su bianco, la volontà del Governo di proseguire con la gestione privata dell’acqua. In perfetto accordo con il Governo del suo predecessore, Raffaele Lombardo.

‘abbuccamento’ del Governo regionale di Rosario Crocetta verso ‘posizioni idriche’ berlusconiane e lombardiane dovrebbe essere al centro del dibattito previsto oggi in Commissione Ambiente dell’Ars. Dovrebbe essere l’assessore Marino a spiegare gli aspetti ‘teoretici’ che hanno portato il Governo a cambiare opinione.

Sarà interessante anche capire che posizione prenderà il Pd siciliano su questo argomento. Il Partito, dopo la terza o quarta sconfitta elettorale consecutiva potrebbe anche avere un sussulto di serietà e ricordarsi che essere di sinistra significa difendere le ragioni della gestione pubblica dell’acqua contro gli speculatori privati (e, spesso, contro i mafiosi).

Ricordiamo che la Commissione Ambiente dell’Ars, da cinque mesi, lavora su un disegno di legge che è stato voluto dai Comitati che in Sicilia, dal 2011, si battono per il ritorno all’acqua pubblica. Questo testo è stato integrato con quello del parlamentare regionale del Pd, Giovanni Panepinto, da sempre in prima fila per l’acqua pubblica, anche se con un cuore di leone e un cuore d’asino: il cuore di leone porta l’onorevole Panepinto a difendere il ritorno all’acqua pubblica, mentre il cuore d’asino lo porta a tacere quando il suo Partito e Crocetta trescano con i privati che operano nel servizio idrico.

Intanto sula vicenda ha già preso posizione Un’Altra Storia, il Movimento politico che fa capo all’eurodeputata, Rita Borsellino.

“Ci spiace constatare – si legge in un comunicato diffuso da Alfio Foti, coordinatore regionale del Movimento – che il Governo regionale continua a mostrare disattenzione nei confronti della mobilitazione referendaria e della volontà popolare espressa nel 2011 in materia di acqua, quando circa il 98 per cento dei siciliani andati alle urne ha detto SI’ alla ripubblicizzazione dell’acqua”.

“Nel disegno di legge del Governo, di fatto – prosegue il ordinatore di Un’Altra storia – si ripropongono le tre forme di gestione dell’acqua, con buona pace della volontà espressa dall’esito referendario, e si accantona di fatto il testo di iniziativa popolare presentato nel 2010 in Sicilia, prima regione a presentare un testo di legge promosso per iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali”.

“Questo fatto non si può ignorare – precisa sempre Foti -. Riteniamo indispensabile un confronto dialettico con il Governo regionale e l’assessore al ramo e una risposta legislativa che vada nella direzione di una gestione pubblica e partecipata delle acque in Sicilia”.

Per la cronaca, in Sicilia – anche per ricordarlo a chi l’avesse dimenticato (le amnesie sono sempre in agguato) – l’acqua è sempre stata appannaggio della mafia. La gestione pubblica dell’acqua punta proprio a eliminare le possibili infiltrazioni mafiose nella gestione dell’acqua.

 


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