In Italia ci vuole fortuna anche ad essere vittima…

Vittime di mafia, vittime del terrorismo e vittime del dovere. In Italia non sono la stessa cosa. E sono diversi anche i provvedimenti che lo Stato prende in favore dei familiari.

Cosa, questa, che non va proprio giù all’Associazione nazionale familiari vittime della mafia. A parlare sono Angelo Cellura e Giuseppe Ciminnisi, che rappresentano questa organizzazione.
Cellura e Ciminnisi chiedono di poter incontrare il vice Ministro dell’Interno, Filippo Bubbico. Insomma vogliono che la questione da loro sollevata venga affrontata da Roma. Perché in Sicilia, aggiungono, non trovano l’interlocutore. Si sono rivolti al presidente della Regione, Rosario Crocetta. “Ma dopo vari appuntamenti fissati per un incontro con la delegazione delle vittime di mafia – recita il comunicato – non abbiamo avuto più notizie da parte del presidente Crocetta. Evidentemente, impegni più importanti ai quali dedicarsi, impediscono al presidente di trovare tempo da poterci dedicare”. (a sinistra, foto tratta da palermo.repubblica.it)

Cosa chiedono i familiari delle vittime della mafia? “Una soluzione condivisa – si legge sempre nella nota dell’Associazione – per trovare soluzioni condivise alla vicenda che vede vittima di una palese ingiustizia Milly Giaccone, figlia del medico, Paolo Giaccone, ucciso nell’agosto del 1982 a Palermo (a lui è dedicato il Policlinico universitario del capoluogo siciliano ndr). Per poter mettere fine alle deprecabili differenze normative tra vittime di mafia, vittime del terrorismo e vittime del dovere”.

Stando a quello che abbiamo capito, a seconda del tipo di strage in cui un servitore dello Stato perde la vita cambiano gli interventi dello Stato, anche di ordine finanziario, in favore dei parenti. Per quello che possiamo capire, i parenti delle vittime della mafia sono quelli trattati meno bene.

Da qui la richiesta dell’Associazione nazionale vittime della mafia di porre fine a queste disparità. Non potendone parlare con il presidente della Regione, chiedono di affrontare il tema con il vice Ministro Bubbico.

“La richiesta d’incontro con il viceministro – spiegano nella nota Cellura e Ciminnisi – nasce dalla necessità di poter conferire con soggetti istituzionali sensibili alla tematica e che abbiano un maggiore rispetto di chi ha già sofferto molto nella vita, evitando il ripetersi di appuntamenti regolarmente rinviati e mai riconfermati”.

Chiaro il riferimento al presidente Crocetta. Verso il quale sembrano piuttosto risentiti.

 


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