Formazione, le linee di riforma di Crocetta: “Basta con le società di capitali”

Tramonta l’esperienza dell’Avviso 20/2011. Al prossimo 7 giugno (salvo proroga al 31 luglio) chiude i battenti il mega bando da circa 900 milioni di euro fittizi fortemente voluto dal famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo Raffaele, Albert Ludovico e Centorrino Mario) e che ha giustificato il pagamento di 250 mila euro all’anno ad un dirigente generale incaricato di aprire il settore all’attività d’impresa e a nuovi Enti formativi tutti vicini al Pd.

A decretare la fine del citato Avviso è il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ieri è intervenuto ai lavori congiunti delle Commissioni legislative “Bilancio e Finanze” e “Cultura e Lavoro” dell’Assemblea regionale siciliana. Una riunione, quella di ieri, aperta ai rappresentati delle associazioni datoriale e dei lavoratori del settore della formazione professionale.

Non c’è la copertura finanziaria per la seconda e terza annualità dell’Avviso 20/2011. “Impegnare altri 450 milioni per la seconda annualità del citato avviso – ha dichiarato Crocetta – significherebbe il fallimento della Regione, perché quei soldi non ci sono e significherebbe commettere un reato, al quale non siamo disposti”. Poi ha precisato la fonte di finanziamento necessaria a garantire la continuità delle attività formative: “Ci sono 450 milioni del Piano Barca (il riferimento è al ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca) destinati a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani, opereremo in questa direzione, attraverso la riqualificazione dei corsi e la professionalizzazione del personale”.

E’ un fiume in piena, Crocetta, quando delinea le linee di riforma del settore e bacchetta gli Enti “canaglia”. Ma andiamo con ordine.

Al via, intanto, la riqualificazione del personale che potrà essere utilizzato nei bandi che saranno emanati nei prossimi mesi. Questo dovrebbe accadere all’indomani della fine delle attività formative di cui all’Avviso 20/2011.

Poi il presidente ha toccato alcuni punti delicati della gestione del settore. “Ci sono circa due mila 500 enti formativi in Sicilia accreditati. Sono troppi e tanti fanno capo agli stessi soggetti. Perché?”.

Crocetta ha proseguito la sua disamina sottolineando che gli Enti che fanno formazione “devono possedere locali adeguati, laboratori attrezzati e docenti preparati, secondo il modello della scuola pubblica, ed essere terreno di neutralità e non di interessi politici”.

Il presidente ha poi toccato il tema dei controlli ispettivi e delle revoche dell’accreditamento a 43 Enti, tra cui lo Ial Sicilia, raggiunto da 32 decreti di revoca nel pomeriggio di ieri.

“Abbiamo deciso di avviare controlli a tappeto – ha detto il governatore – per ripulire il settore della formazione professionale, e abbiamo acquisito gli elenchi del personale impiegato presso gli Enti. Non si capisce chi è a tempo indeterminato rispetto ad altri che sono solo collaboratori”.

Il presidente della Regione ha sferrato poi l’attacco frontale a molti Enti che “raggiunti da controlli, non si sono degnati di rispondere perché troppo potenti. Siamo dispiaciuti, ma non siamo con loro”.

Quindi la precisazione circa la revoca dell’accreditamento verso quegli Enti che, pur avendo ricevuto i finanziamenti, non hanno pagato gli stipendi ai lavoratori. “Tranquillizzo tutti – ha precisato Crocetta – il Governo non ha mai parlato di licenziare i lavoratori. Il personale dell’Ente che perde l’accreditamento transiterà verso altri Enti”.

Sul pagamento degli stipendi ai lavoratori degli Enti, il governatore si è riservato di introdurre una procedura che possa prevedere l’erogazione diretta, attraverso gli uffici dell’amministrazione regionale. Saranno gli uffici a versare gli stipendi e gli oneri contributivi ai fini del mantenimento positivo del Documento di regolarità contributiva (Durc).

Crocetta fa ribadito l’atteggiamento del Governo: “Non ci lasceremo intimidire – ha detto – da sindacalisti che pagano la benzina ai lavoratori per recarsi sotto Palazzo d’Orleans, o che organizzano scioperi e proteste. Vogliamo fare una formazione professionale pulita con chi ci sta e rispetta le regole e le leggi in vigore”.

Un passaggio del lungo e approfondito intervento richiama la legge regionale 24 del 6 marzo 1976, allorquando Crocetta ha precisato che “è stato un errore l’introduzione di società di capitali con la vendita di centinaia di enti e strani passaggi di ore e finanziamenti, in un sistema che si è retto con leggi che prevedono soggetti che operino senza finalità di lucro. Il Governo oggi dice basta a questa pratica”.

Sull’Obbligo formativo (Oif) ha poi sottolineato l’intento di garantire il servizio solamente a soggetti in grado di offrire standard equivalenti a quelli della scuola statale.

Il presidente della Regione nel suo intervento ha più volte sottolineato che la riforma del settore passerà dalle tutele sociali e dalla fuoriuscita delle società di capitali dal sistema formativo regionale. L’audizione in Ars si è trasformata, di fatto, nella presentazione delle linee-guida di riforma del settore ed a farlo è stato proprio il presidente Crocetta alla presenza degli assessori al lavoro, Ester Bonafede, alla formazione professionale, Nelli Scilabra e del dirigente ai rami, Anna Rosa Corsello.

Intanto da oggi oltre 800 lavoratori dello Ial Sicilia si sono svegliati senza lavoro. Toccherà al Governo mettere in sicurezza questo personale che non può pagare per colpe altrui.

 

 


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