Ars, Venturino: “Non sono favorevole alla deroga per i piccoli gruppi parlamentari”

Il vice presidente vicario dell’Ars, Antonio Venturino, esponente del Movimento 5 Stelle, prende le distanze da quanto pubblicato ieri sera da alcuni organi di stampa che riportano una votazione favorevole all’unanimità circa la deroga dei piccoli gruppi parlamentari dell’Ars (il riferimento è al Cantiere Popolare e a Grande Sud).

Venturino (nella foto a sinistra) sottolinea che non ha assolutamente votato a favore dei gruppi in deroga, come si evincerà dagli appositi verbali, e di aver espresso tale ferma convinzione in sede di Consiglio di presidenza dell’Ars.

“Dopo aver letto tale notizia – dichiara Venturino- ho appurato col presidente Ardizzone (Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars ndr) che l’intero Consiglio di presidenza dell’Ars ha avuto ben chiara la mia posizione di assoluto diniego alla deroga dei due mini gruppi”.

“Smentisco quindi categoricamente che ci sia stata l’unanimità – aggiunge il vice presidente dell’Ars -. Io ho detto di no, in aderenza alla logica del Movimento 5 Stelle che qui rappresento e continuerò a lavorare per rendere lo streaming delle sedute una realtà anche per il Consiglio di presidenza dell’Ars, proprio per evitare simili incomprensioni e rendere sempre più la sede dell’Ars come un palazzo di vetro”.

Per maggiore chiarezza nei confronti dei nostri lettori, va detto che, a norma di regolamento, il numero minimo di parlamentari richiesto all’Ars per dare vita a un gruppo parlamentare è di 5 deputati. Di solito, quando una formazione politica raggiunge il numero di quattro o tre deputati il Consiglio di presidenza dell’Ars può concedere la deroga e consentire la formazione di un gruppo parlamentare con meno di 5 deputati.

Di solito, non si concedono deroghe alle formazioni politiche con meno di tre deputati. Anche perché la deroga comporta un esborso per l’Ars, ovvero i contributi per la gestione di un gruppo parlamentare. Soldi che possono essere giustificati in presenza di quattro almeno tre deputati. Ma che non possono essere giustificati in presenza di due o, peggio, di un solo deputato.

 


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