Ingroia? Ha fatto l’impossibile

Egregio direttore,

seguo con attenzione il vostro giornale che dedica ampio spazio ai temi della politica. Non che, tra tutte le analisi post elettorali con le quali vi siete cimentati manca quella su Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Come mai?

Le scrivo questo perché il vostro giornale – così, almeno, mi è sembrato di capire prima del voto non sembrava indifferente al Movimrento 5 Stelle e guardava con una certa simpatia anche al Megafono di Rosario Crocetta e a Rivoluzione Civile di Ingroia.

Ma, ripeto, mentre sui grillini e sul Megafono non sono mancate le vostra analisi post elettorali, su Rivoluzione Civile non ho letto molto. Cosa pensate della sconfitta di Ingroia? Anche in Sicilia – e segnatamente a Palermo – il Partito di Ingroia non ha brillato. O no?

Lettera firmata

Intanto, anche se non approfonditamente – e in questo lei ha ragione – abbiamo già espresso la nostra opinione sul risultato ottenuto da Rivoluzione Civile. Proviamo a tornare sull’argomento.

In primo luogo, va detto che la politica italiana non si aspettava lo straordinario risultato del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Quasi tutta la protesta è stata raccolta dal Movimento 5 Stelle. In questo scenario, alla luce della vittoria dei grillini, per un Partito di opposizione come Rivoluzione Civile trovare spazio è diventato oggettivamente problematico.

Qualche giorno fa, sul Fatto quotidiano, il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – uno dei protagonisti – ha affermato che la ragione della sconfitta andrebbe ricercata nel fatto che Rivoluzione Civile ha associato al proprio interno i Partiti tradizionali di quella che, un tempo, si chiamava sinistra estrema. Cosa, ha provato a spiegare De Magistris, che avrebbe appannato l’immagine di novità di Rivoluzione Civile.

A noi questo giudizio sembra ingeneroso. La verità è che il ciclone Grillo – lo ripetiamo – ha raccolto quasi tutto il dissenso verso la politica tradizionale. Davanti a un fenomeno del genere le altre opposizioni hanno potuto fare poco. E poco poteva fare un Partito di sinistra – Rivoluzione Civile – con appena due mesi di vita.

Va anche sottolineata l’abilità del Pd a tirare dalla propria parte Sel di Nicki Vendola. Di fatto, Bersani ha diviso l’eventuale opposizione alla sua sinistra. Sel di Vendola e Rivoluzione Civile, insieme, forse non avrebbero raggiunto l’8 per cento al Senato, ma avrebbero potuto raggiungere il 4 per cento alla Camera dei deputati.

Vendola, però, non ha voluto rischiare. E ha preferito l’alleanza con il Pd che gli sta garantendo la sopravvivenza.

Va anche detto che Vendola ha optato per il Pd quando tutti davano il centrosinistra vittorioso alla Camera e al Senato. Si diceva, addirittura, che il Pd di Bersani, per governare l’Italia, non avrebbe nemmeno avuto bisogno di Monti e Casini.

Solo a campagna elettorale inoltrata, quando Berlusconi sosteneva di aver effettuato il recupero, si è cominciato a dare per scontata l’alleanza del Pd con Monti e Casini. Ma nessuno, un minuto prima dell’apertura delle urne, metteva in discussione la vittoria del centrosinistra.

Perché ricordiamo questo? Perché Vendola, alla fine, pensava di andarsi a sedere al tavolo dei vincitori. E di condizionare l’eventuale Governo Bersani da sinistra. Poi è andata com’è andata. Ma questo nessuno l’immaginava.

Di fatto, Vendola e Ingroia, divisi, hanno indebolito la possibilità di avere una sinistra alla sinistra del Pd in Parlamento.

Ingroia ci ha provato lo stesso. Con coraggio e generosità. E gli è andata male. Ha vinto la linea del Pd – questo bisogna riconoscerlo – che è riuscito a dividere Ingroia e Vendola. E a non far entrare in Parlamento Rivoluzione Civile. Non solo. Bersani è riuscito anche a indebolire lo schieramento di Vendola all’interno del centrosinistra.

Il Pd di Bersani, non senza cinismo, si è sbarazzato dell’opposizione alla propria sinistra. Ma non ha vinto le elezioni. Non si può avere tutto.

Quanto al risultato della Sicilia, e segnatamente di Palermo, Rivoluzione Civile di Ingroia non è andata male. Bisogna tenere conto che l’onda che ha travolto la vecchia partitocrazia italiana è partita proprio dalla Sicilia: ovvero dalla straordinaria vittoria ottenuta alle ultime elezioni regionali dal Movimento 5 Stelle.A Palermo e in Sicilia Rivoluzione Civile si è difesa. Ha fatto il possibile.

A nostro avviso, in futuro la sinistra dovrà far prevalere le ragioni dell’unità sulle divisioni. Anche perché – lo dicono i numeri – dentro il Pd, Sel è stata sacrificata. La sinistra deve riorganizzarsi e rinnovarsi nei contenuti e nel linguaggio. Tornando tra la gente.

In Sicilia, per esempio, ci sono due battaglie sociali importanti: quella contro il Muos di Niscemi e quella per tutelare la salute degli abitanti della valle del Mela, in provincia di Messina.

Alcuni dirigenti della sinistra siciliana sono già in prima fila in queste lotte sociali. Serve uno sforzo maggiore.

 

 

 

 

 


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