Stop alle trivellazioni nel canale di sicilia. Dopo il muos, i deputati del m5s dellassemblea regionale siciliana sintestano una nuova battaglia: quella contro le trivelle nel canale di sicilia. Così, il presidente della commissione ambiente dell'ars, il grillino giampiero trizzino, ha convocato per domani mattina unaudizione pubblica all'ars, alla quale saranno chiamate ad offrire un parere associazioni ambientaliste, autorità ed esperti per cercare di fermare le perforazioni petrolifere off shore. L'incontro, che si terrà nella sala rossa di palazzo dei normanni, fa seguito ad un appello lanciato da greenpeace per cercare di salvare una delle aree più ricche di storia e di diversità biologiche del mediterraneo.
Trivelle nel Canale di Sicilia, il Movimento 5 Stelle porta il caso all’Ars
Stop alle trivellazioni nel canale di Sicilia. Dopo il Muos, i deputati del M5S dellAssemblea regionale siciliana sintestano una nuova battaglia: quella contro le trivelle nel canale di Sicilia. Così, il presidente della commissione Ambiente dell’Ars, il grillino Giampiero Trizzino, ha convocato per domani mattina unaudizione pubblica all’Ars, alla quale saranno chiamate ad offrire un parere associazioni ambientaliste, autorità ed esperti per cercare di fermare le perforazioni petrolifere off shore. L’incontro, che si terrà nella sala rossa di Palazzo dei Normanni, fa seguito ad un appello lanciato da Greenpeace per cercare di salvare una delle aree più ricche di storia e di diversità biologiche del Mediterraneo.
Non a caso l’associazione ambientalista ha già raccolto le adesioni di 49 sindaci siciliani e di numerose associazioni
di categoria e di quasi 60.000 cittadini. In questa fase riferisce Greenpeace – è importante che la nuova giunta regionale confermi al più presto lopposizione della Regione siciliana a questi progetti che mettono a rischio
non solo lambiente, ma anche leconomia delle comunità locali. E importante creare un fronte comune contro questa minaccia e rilanciare una discussione pubblica e informata sui temi dellenergia, del cambiamento climatico e della
protezione del mare.
All’incontro parteciperanno anche rappresentanti del Wwf e di Legambiente. Le perforazioni riguardano stabilmente circa 1500 chilometri di costa siciliana e metteno a rischio il comparto ittico, unattività produttiva fondamentale
perché un terzo del pescato nazionale proviene dallisola. A fronte di ciò, le multinazionali petrolifere depositano allo stato italiano canoni di concessione esigui ottenendo invece guadagni esponenziali. Vedremo domani cosa si deciderà
e soprattutto come penserà di intervenire il governo Crocetta.