Nessuno lo dice. Eppure le cose stanno così: giuseppe lumia, considerato l'uomo forte del pd siciliano, il politico siciliano che avrebbe più influenza sulle scelte del governo regionale di rosario crocetta, ha perso un 'pezzo' importante del suo sistema di potere: pietro lo monaco.
Il Megafono comincia a prendere le distanze da Pd e Udc
Nessuno lo dice. Eppure le cose stanno così: Giuseppe Lumia, considerato l’uomo forte del Pd siciliano, il politico siciliano che avrebbe più influenza sulle scelte del Governo regionale di Rosario Crocetta, ha perso un ‘pezzo’ importante del suo sistema di potere: Pietro Lo Monaco.
L’ex dirigente generale della Protezione Civile, considerato molto vicino a Lumia, dato come nuovo dirigente generale del dipartimento Infrastrutture, è rimasto, invece, senza incarico. Così ha deciso la giunta regionale.
Al suo posto, al dipartimento Infruastrutture, resta Vincenzo Falgares. Mentre il dipartimento della Protezione civile è stato affidato a Calogero Foti.
Sotto il profilo strettamente politico, il ‘siluramento’ di Pietro Lo Monaco è un ‘siluro’ a Lumia. E, al suo sistema di potere. E alla sua influenza, a quanto pare più presunta che vera, sulla Giunta regionale presieduta da Rosario Crocetta.
E’ noto che i dirigenti del Pd siciliano, per giustificare i propri fallimenti politici ed elettorali, vanno dicendo in giro di aver vinto le recenti elezioni regionali e che il Governo Crocetta altro non è che un’appendice dello stesso Pd.
Tutto rigorosamente falso. Per due motivi. In primo luogo perché il Pd siciliano, alle ultime elezioni regionali, come hanno riconosciuto Matteo Renzi e Franco Piro (il primo autorevole dirigente nazionale del Partito, il secondo autorevole dirigente del Pd siciliano), ha perso una barca di voti. In secondo luogo perché Crocetta sta cercando, in tutti i modi, di staccarsi dal Pd.
Certo, non lo può dire (o quasi, se è vero che, nei giorni scorsi ha regalato ai giornalisti una battuta: “Al Senato supereremo il Pd…”, con riferimento alla lista del Megafono che, al Senato, ovviamente in Sicilia, rischia di prendere più voti del Pd). Ma, sotto sotto, Crocetta lavora per creare un Movimento politico lontano dalle clientele del Pd siciliano.
Alla fine, la probabile elezione di Lumia al Senato nel Megafono è l’ultimo prezzo che Crocetta pagherà al Pd. Dopo di che, come ha già fatto con il Partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo, l’attuale Governatore della Sicilia e leader del Megafono ‘scaricherà’ anche il Partito democratico.
Anche l’arrivo di parlamentari dell’Ars nell’area del Magafono è una storia che va ‘letta’ meglio. Ci sono, è vero, deputati (ma non soltanto deputati di Sala d’Ercole, anche dirigenti di tante formazioni politiche) che abbandonano la propria forza politica di riferimento per abbracciare la causa del Megafono.
Ma ce ne sono altri – e, segnatamente, quelli ‘regimentati’ da Lumia e dall’ex Ministro, Totò Cardinale da Mussomeli – che non si sono spostati con il presidente Crocetta per appoggiarlo, ma per cercare di controllarlo e di condizionare la sua azione politica e amministrativa.
Lumia e Cardinale non sono interessati ad appoggiare Crocetta: lo vogliono soltanto controllare e condizionare.
Crocetta sa benissimo che una parte non secondaria degli errori commessi dal suo Governo sono il frutto di scelte volute dal Pd. Il temporeggiamento sul Muos di Niscemi e sull’elettrodotto di Terna – di opere da bloccare – è il frutto delle resistenze della vecchia politica che il presidente si tiene in Giunta.
La verità è che il rapporto tra il Megafono di Crocetta da una parte e Pd e Udc dall’altra parte non è destinato a durare molto.